sabato 27 marzo 2010

Via Crucis di Torretta

LA VIA CRUCIS di TORRETTA, opera di Luigi Bologna : Genesi di un'opera (I testi e le foto sono tratti dal volume "Torretta nel tempo e nella Fede", a cura della Parrocchia di Torretta, Legnago, 2006)
STAZIONE I: GESU' CONDANNATO A MORTE Una Via Crucis colorata Durante l'estate 2005 ho realizzato le 14 formelle della Via Crucis per la chiesa di Torretta (Legnago). Dovevo decidere se lasciare la terracotta grezza, se usare un unico colore o scegliere la policromia. STAZIONE II: GESU' PORTA LA CROCE Ho optato per quest'ultima soluzione perchè mi sembrava rispondere meglio alle esigenze sia di rendere più coinvolgente ed immediata la fruizione del messaggio, sia di vivacizzare l'interno della chiesa, sia di attribuire dei simboli ai colori stessi. STAZIONE III: GESU' CADE LA PRIMA VOLTA Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, i colori forti e vivaci sono stati scelti per sottolineare che il percorso di sofferenza di Cristo e la sua morte hanno dato all'uomo la speranza della salvezza e la gioia dell'esistenza. I colori dominanti sono l'azzurro dell'acqua e del cielo; il verde delle colline e della vegetazione; il marrone degli alberi e della terra. STAZIONE IV: GESU' INCONTRA SUA MADRE Accanto a questi colori, simboli di elementi positivi quali la vita che scorre, la speranza e la gioia dell'esistenza, ce ne sono altri che ricordano che la vita è intrisa anche di sofferenza e di male: il giallo ocra che ritrae la divinità in balìa del giudizio degli uomini (Ponzio Pilato), il bianco dei soldati e delle loro armi portatrici di morte. Tutte le stazioni della Via Crucis, tranne la prima, sono ambientate all'esterno, dove una natura lussureggiante sottolinea per contrasto l'assurdità di una condanna a morte che è al tempo stesso redentrice; la presenza della palma simbolo sia di passione che di vittoria, sottolinea in ogni stazione questo significato. Nella prima stazione, che raffigura Cristo condannato da Pilato, l'ambiente del tutto ostile è evidenziato sia dal colore giallo sia dall'ambiente non naturale, ma umano: il palazzo del governatore romano. STAZIONE V: GESU' AIUTATO DAL CIRENEO I bassorilievi, dalla prima all'ultima stazione, si fanno sempre più spessi, trasformandosi in altorilievi, quasi a sottolineare l'acutizzarsi della sofferenza del Cristo, sempre più forte ed insopportabile, e la contemporanea maggiore vicinanza di Cristo all'uomo. Il mio augurio è che il fedele o il visitatore della chiesa di Torretta colga questi messaggi e si senta rincuorato nel suo cammino. (Luigi Bologna) STAZIONE VI: GESU' ASCIUGATO DALLA VERONICA Relazione tecnica di realizzazione Oggetto: N° 14 stazioni della Via Crucis Autore: Luigi Bologna Tecnica e materia: Terracotta policroma invetriata, con finiture in legno e "similoro" Dimensioni (compresa la cornice): cm. 55 x cm. 72 Luogo di collocazione: Chiesa Madonna del Rosario a Torretta di Legnago STAZIONE VII: GESU' CADE LA SECONDA VOLTA Condizione giuridica: proprietà della Parrocchia di Torretta. Descrizione: l'opera è composta da 14 formelle rettangolari (cm. 21 x 33) di terracotta policroma. Nella parte superiore di ogni formella è inciso il numero della stazione a caratteri romani. L'opera è inserita in pannelli rettangolari in legno di abete, dipinto con tinta all'acqua di color noce biondo, e lucidato con gommalacca e cera d'api. STAZIONE VIII: GESU' CONSOLA LE DONNE DI GERUSALEMME Una parte integrante in legno di larice a foggia trapezoidale è posta sopra le formelle, e reca impressa una semplice croce in "similoro in foglia", particolare che impreziosisce pure la cornicetta che percorre il perimetro di ogni formella. Sotto le terracotte, a guisa di cartiglio, sono descritte le immagini della Via Crucis in carattere stampatello color aureo. Considerazioni: I materiali poveri impiegati sono stati scelti in assonanza con la Figura e la Passione di Cristo. Terra legata da sempre alla vita e al sostentamento materiale dell'uomo fin dalle prime origini, la creta lavorata con sapienza e arte dal prof. Luigi Bologna, da materia umile diviene sorprendentemente mezzo di comunicazione spirituale. A far da corona ad ogni fase della drammatica rappresentazione è stata realizzata una cornice dorata sormontata da una croce con braccia in elevazione, a voler significare la regalità di Crìsto, Re di un Regno senza confini che abbraccia l'umanità intera. STAZIONE IX: GESU' CADE LA TERZA VOLTA Racchiude il tutto un povero legno evocante quello della croce, il quale nei suoi nodi lucenti rimanda ad occhi di pianto contenuto e nelle volute fiammeggianti del durame riporta ad un vento di passione e di mistero, mentre ci ritornano alla mente i versi di una bella poesia di Alda Merini: La parola del legno non è uniforme, è una polifonia di rumori ardenti che hanno come diapason le foglie mosse dal vento (Francesco Ferrante) STAZIONE X: GESU' SPOGLIATO E ABBEVERATO CON FIELE Figure di una Sacra Rappresentazione Le formelle della Via Crucis di Luigi Bologna nel loro insieme compongono una sorta di Dramma Liturgico o di Sacra Rappresentazione che si ispira direttamente alle rappresentazioni teatrali medievali, ricavate dalla Laude drammatica, e alle Vie Crucis popolari, che ancora oggi occupano le piazze di diversi comuni d'Italia nei giorni della Settimana Santa. STAZIONE XI: GESU' INCHIODATO ALLA CROCE Il tema della Passione ha ispirato varie manifestazioni della vita religiosa e culturale, a partire dalle esperienze mistiche della tradizione francescana basate sulla imitazione della vita di Cristo, quando il corpo del Figlio di Dio in croce acquista volume, movimento, tensione cosicché da astratto dolore simbolico, che allude all'intera creazione, diventa dramma umano che investe tutti, personaggi e spettatori stessi, che vi assistono. In tal modo le formelle di Luigi Bologna seguono passo per passo le 14 stazioni del rito del Venerdì Santo come le sequenze di un racconto che tende a riattualizzare l'intero messaggio evangelico con un'intenzione dichiaratamente educativa. STAZIONE XII: GESU' MUORE IN CROCE La costruzione delle inquadrature e le scelte luministiche e cromatiche sono dettate, a loro volta, da evidenti richiami e suggestioni pittoriche dell'arte naif, da non confondersi per nulla con quella popolare. Ciò che ha guidato le abili mani di Luigi Bologna è una sorta di atteggiamento espressivo - esistenziale, un'ispirazione artistica primitiva, istintiva, insita, quasi innata e originale, che poco spazio sembra lasciare alla sua preparazione culturale che è comunque ben presente nel simbolismo dei suoi colori, come lui stesso confessa nella sua presentazione. Eccettuata la prima stazione, il cui dramma si consuma all'interno del tribunale, mondo chiuso, "concentrazionario", e quindi umano per eccellenza, in tutte le altre stazioni tra le figure umane e l'ambiente che le circonda viene celebrato un vero e proprio idillio naturalistico che, come suggerisce l'arte naif, viene sottolineato da un'evidente festosità che si imprime allo sguardo con affascinante violenza. STAZIONE XIII: GESU' DEPOSTO DALLA CROCE La stessa organizzazione spaziale, ricavata anche in uno splendido e lussureggiante scenario, permette che quelle stesse figure invadano la scena con tutto l'urto e la potenza del primo piano, così com'è proprio della tecnica artistica del bassorilievo. L'afflato mistico, quasi surreale della sua prorompente ispirazione creativa si sposa, a sua volta, con una chiara e voluta semplificazione degli elementi decorativi, che rendono la scena spoglia, essenziale, disegnata dal gusto primitivo del racconto. Infatti, trovandoci di fronte ad una storia già conosciuta, ciò che importa non è l'evolversi cronologicamente corretto di una vicenda, quanto il meccanismo della partecipazione e del coinvolgimento dell'osservatore chiamato a identificare il significato e il fine della vita umana secondo la religione cristiana. STAZIONE XIV: GESU' POSTO NEL S. SEPOLCRO L'opera sacra di Luigi Bologna propone, dunque, una serie di quadri strutturati secondo i canoni della devozione cristiana più tradizionale. Una scelta azzeccata nell'intenzione comunicativa, in quanto permette proprio alla drammatizzazione e all'esemplificazione visiva di trasmettere il messaggio evangelico. (Fausto Andreetto) - -

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