lunedì 31 dicembre 2012

Spread, Bce e merci al posto dei popoli


 Ricevo da Paolo Cecco la seguente replica che volentieri pubblico.
 Invito i lettori di questo blog ad intervenire nel dibattito aperto da Paolo Cecco sull'Europa.


Certo non aiutano i recenti episodi di dubbia democraticità nei quali è stato imposto ai popoli (pervenuta dall’alto) la Costituzione europea, sotto il nome di Trattato di Lisbona (un caso su tutti l’affaire del voto irlandese); penso che se ci fosse stato un maggior coinvolgimento dei cittadini ed una più intensiva e trasparente palestra politica l’Unione Europea ne avrebbe guadagnato agli occhi di tutti. Altresì, senza cadere in facili catastrofismi ma per il semplice gusto di conoscere e informarsi a 360 gradi, rimando all’interessante analisi del giornalista Paolo Barnard sulla moneta unica: “Il più grande crimine” o agli spunti offerti da uno dei pochi intellettuali italiani politicamente non accasati: Massimo Fini. Ho soprannominato “crucchi”i teutonici non certo per motivi razzisti (considero il razzismo una delle più patetiche ed ingombranti forme d’ignoranza) ma perché i tedeschi stanno trattando la Grecia, ferendo mortalmente in primis la propria storia e deridendo la propria memoria collettiva: questa Grecia è così barbaramente martoriata che un paragone con la Germania della Repubblica di Weimar (dove un kg di pane nel 1923 costava 399 miliardi di marchi) calza a pennello. “Crucchi” per il cinismo storico e la volgarità del vuoto di memoria che stanno mostrando in questo presente. Il serio rischio (e la mia principale critica) che corre questa Unione Europea sempre più CEE è di aver posto unicamente la tecnica, la finanza, la burocrazia e la mercanzia come baluardi del suo fare. Citando Leopoldo Longanesi:”La manutenzione ha prevalso sulla rivoluzione”, l’ordinaria e burocratica amministrazione di Eurolandia, ha vinto sull’innovazione e sulla promessa di cambiamento come era stata partorita dai Padri fondatori. Il mio richiamo all’idea di “Nazione”, quindi, deve evincersi come un bisogno antropologico di attingere ad un sistema consolidato di riferimenti e di identità per risarcirci dallo spaesamento e dall’insicurezza indotti da questa Eurolandia, dove permane l’assenza di un profilo culturale, politico , spirituale e morale( in questi ultimi casi si capisce il rifiuto delle radici Cristiane). Lo spread, la Bce e le merci prendono il posto dei popoli, delle idee e dei valori (un esempio su tutti: si era messo in discussione il mantenimento in Europa di Atene: culla della cultura europea). Con questo feticista baratto si corre il rischio di un pericoloso riduzionismo del pensiero, dei legami sociali letti ad un unicum economico/utilitaristico. Chiudo ringraziando per lo spazio concesso e per la generosa attenzione prestata. Un sincero augurio di felici festività e di Buon Anno.

Paolo Cecco

mercoledì 26 dicembre 2012

"SOLIDARIETà EUROPEA"

 Riporto, dal blog di Paolo Longhi, lo scritto "provocatorio"di Paolo Cecco, perché ritengo che meriti di essere discusso:


Secondo cinque illustri componenti del Premio Nobel per la Pace 2012 (Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Svezia), gli emiliani non hanno il diritto di ricevere danari da impiegare per il "Fondo di solidarietà"destinati al terremoto che ha colpito la regione emiliana nello scorso maggio. i "Magnifici Cinque", infatti, hanno posto il loro veto allo sblocco dello stanziamento del Fondo e hanno espresso anche parere contrario agli aumenti di bilancio chiesti dall'Unione Europea per il biennio 2012-2013. Insomma colpa degli emiliani se hanno avuto il terremoto. e sia inteso, i cinque saggi hanno terribilmente ragione! Certo, sacrosanta ragione perché hanno evidenziato, una volta per tutte che l'Europa, pardon l'Unione Europea è un Leviatano hobbesiano, una finzione: non esiste un popolo politico e culturale europeo, né una sensibilità europea. Siamo seri, per una volta! l'Europa è stata unita nella sua lunga storia solo dalle guerre, dai soprusi, dalle invidie dalle morti, dal sangue e dalle distruzioni.
Una cinquantina di anni fa il teologo belga Joseph Comblin si prese la briga di voler contare tutte le guerre che c’erano stare in Europa negli ultimi duemila anni. Ne trovò 286. In media una guerra ogni sette anni. Cosa ci sorprendiamo, allora, se i crucchi o gli inglesi fanno spallucce nei confronti delle nostre tragedie e dei nostri morti? La balla è aver montianamente, amatamente e prodianamente creduto ad Atlantide, ad Avalon, a Mu a Lemuria… destiamoci dalle fantasie disegnate da massoni, tecnici o  balordi finanzieri e ridiamo spazio, vigore dignità all’unica costruzione sociale e comunitaria che, come dice Ernst Renan:”costituisce l’anima e  il principio spirituale di un popolo”: la Nazione.
Paolo Cecco  
 
 

 Commento:  Non so quanto provocatorie siano le riflessioni di Paolo Cecco. Dalla lettura sembrano molto convinte. Comunque senz'altro provocano la discussione. E questo è il loro aspetto positivo.

Innanzi tutto,  "a un mese e due giorni dal vertice della UE che sembrava destinato a bloccare i fondi per la ricostruzione destinati alle zone colpite dal terremoto dello scorso maggio, arriva il via libera della Commissione Europea ai 670 milioni di euro per Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. 
Il denaro 'liberato' (la maggior parte del quale sarà destinato all'Emilia Romagna) verrà usato tra l'altro per facilitare un immediato ripristino delle infrastrutture scolastiche e sanitarie, per interventi sulle reti idrauliche, elettriche e stradali gravemente danneggiate dal sisma, oltre che per le spese di soccorso e assistenza alle famiglie che hanno perso la propria casa". (Il sole 24 Ore, 11 dicembre 2012)
 Quindi la contrarietà all'erogazione dei fondi per le regioni terremotate di Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia e Finlandia è stata superata e l'impegno preso da  Commissario europeo Hahn subito dopo la sua visita alle zone terremotate si è positivamente concretizzato. Va anche precisato che questi 670 milioni di euro, finalmente sbloccati, sono la somma più alta mai erogata dall'Europa in casi analoghi a quello italiano. 

Se concludessimo, da ciò, che esiste una perfetta solidarietà tra i popoli europei, oppure che esistesse "un popolo politico e culturale europeo", ragioneremmo, sbagliando, alla stessa maniera - rovesciata - di Paolo Cecco. 
La costruzione di un popolo europeo che sembra essere l'auspicio di Cecco non si costruisce certo chiamando crucchi i tedeschi (anche se non è da approvare il comportamento del governo tedesco sulla questione dei risarcimenti) o richiamando le 286 guerre tra le nazioni europee come se esse stessero a testimoniare senza appello che le cose non possono cambiare neppure oggi o domani. 

Proprio tutte quelle guerre e soprattutto l'ultima disastrosa guerra mondiale ci convincono che la strada da seguire è diversa e va nella direzione della costruzione di un'unità sociale, culturale e politica e non soltanto monetaria, dell'Europa.
E' un'impresa sicuramente lunga e difficile, irta di ostacoli, egoismi da sconfiggere e desideri egemonici duri a morire. Ma è l'unica, a meno che non si voglia rinunciare ad un futuro di pace e di solidarietà.






venerdì 28 settembre 2012

RAGANA' DA' SPETTACOLO (TRAGICOMICO)

I fatti (da "Primo Giornale", 25 settembre 2012, Federico Zuliani):

"Dopo le proteste in piazza (delle opposizioni) Raganà ha annunciato le dimissioni del figlio (dal consiglio della Casa di Riposo) e la "non accettazione" della nomina alla Drv della fidanzata del figlio...

Ed ecco alcune dichiarazioni (strabilianti) di Raganà padre (sempre su Primo Giornale):

" a scanso di equivoci [da notare l'involontario umorismo] nei confronti della cittadinanza, per dimostrare che non mi interessano le poltrone[!!! sic!!!] ho preferito far dimettere mio figlio [ da notare bene: FAR dimettere!!!!] ...."

"Vorrei chiarire che io non ho indicato Gioia [Mantoan, la morosa del figlio] per quell'incarico [ in Drv]. E' stata una scelta fatta da Lese ed Amia [questa poi!!! è grossa come una casa: quando mai un Ente partecipato sceglie i nomi dei futuri possibili consiglieri? !!!! Cominci a dire un po' di verità,  Raganà !] sulla base di un curriculum [ e chi l'ha scritto ( o fatto scrivere) e inviato il curriculum?]. Tutti possono mandare il curriculum [ e per quale motivo uno manda il curriculum? Per non accettare l'eventuale nomina?]"

E poi Raganà continua:

[Adesso] "come gruppo consiliare del Pdl, decideremo un nome condiviso, e io mi farò garante che non si tratti del parente di qualcuno". [ qui Raganà raggiunge l'apice della sua difesa, con una comicità - bisogna riconoscerlo- di cui nessuno l'avrebbe ritenuto capace].

Un consiglio: se veramente a Raganà "non interessano le poltrone", dopo questi episodi, diciamo la verità, squallidi, si dimetta. Così potrà mettere, almeno parzialmente, le cose al loro giusto posto.




giovedì 27 settembre 2012

IO, CITTADINA ITALIANA, MI DIMETTO!



Riporto un articolo dal blog di Rosa Noci del 26 settembre 2012. Lo condivido pienamente: grave la responsabilità politica della maggioranza; grave, altrettanto, quella dei consiglieri di minoranza che si sono allineati alla maggioranza ed hanno difeso anche a posteriori l'assurdo provvedimento. Non vi siete ancora resi conto, rappresentanti regionali, che la gente non ne può più delle persone che, invece di rappresentarla, fa i propri interessi, individuali o di partito?


I sessanta consiglieri regionali del Veneto, oltre allo stipendio regolare, ricevono il “nero”…
Ricevono un rimborso forfetario: 2.100 euro al mese.
Questi 2.100 euro mensili, a quanto mi pare di capire, sono netti ed esentasse.
Indi per cui… chi ci ha raccontato che in Regione Veneto si risparmia, si tagliano il numero di consiglieri e i vitalizi, si sono ridotte le indennità, ha scordato di specificare il fuori busta.
Costui o costoro… che dir si voglia… ha o hanno dimenticato anche di dire che i soldi per i rimborsi spese vengono presi dal “fondo di riserva per le spese impreviste“.
“Il 22 marzo, l’Ufficio di presidenza, previo via libera della Conferenza dei capigruppo, decide che a partire dal 1 aprile il rimborso forfettario non deve più finire in busta paga, ma va “girato” ai gruppi che a loro volta con bonifico bancario lo girano ai rispettivi consiglieri.
Occhio, è tutto “in regola”, nel senso che c’è una legge che lo prevede e a quella ci si richiama: articolo 5 legge regionale numero 56/1984:
Nei limiti e con le modalità stabilite dall’Ufficio di presidenza, i gruppi consiliari possono riconoscere ai consiglieri regionali rimborsi, anche forfettari, delle spese per la partecipazione ad attività di cui all’art. 3, quando le stesse si svolgano in località diverse dal capoluogo regionale o dal comune di residenza del consigliere”
.
Questo si deduce dalla lettura dell’articolo apparso su Il Gazzettino!
Un conticino alla buona:
60 x 2100 = 126.000 al mese
da aprile ad oggi 126.000 x 6 = 756.000
Soldini sull’unghia che si aggiungono allo “stipendio”.
Lo stipendio è così composto – ancora dati de Il Gazzettino –
* paga base: 7.607,37 euro lordi
* indennità di funzione che varia a seconda della carica: la più alta è quella di Ruffato e Zaia, 3.072,21 euro lordi
la più bassa quella per i vicecapigruppo, 877,77 euro lordi
* diaria: 2.250 euro più una quota variabile a seconda delle presenze
* tragitti casa-lavoro rimborsati a km con tariffa Aci anche se si usa il treno
Alla faccia dello spread, dello spending review… dei pension cuts, dei blocks of salaries, della seniority, del purchasing power, degli esodati… che in inglese è ancora esodati… e di tutto quello che si può inventare…
Sul sito del Consiglio Regionale leggiamo tuttavia un comunicato dei capigruppo, titolato Nessun soldo in nero, annunciata querela a Gazzettino.
Riporto articolo:
25 settembre 2012 – I capigruppo del Consiglio regionale riuniti a palazzo Ferro-Fini hanno annunciato, all’unanimità, la decisione di sporgere querela nei confronti del quotidiano “Il Gazzettino”.
“Riteniamo – spiegano in un nota – che il titolo apparso oggi in prima pagina “Veneto, soldi in nero ai consiglieri” sia una gravissima diffamazione.
Scrivere questo significa, infatti, attribuire un reato ai rappresentanti dei cittadini veneti e all’intera istituzione regione”.

“In realtà – prosegue la nota – quanto titolato e affermato dal quotidiano in questione non corrisponde assolutamente al vero: non esiste, com’è dimostrabile, denaro in nero elargito in alcuna forma ai consiglieri. Tutto è documentato e tracciabile nel pieno rispetto della normativa”. “Per questo motivo – si legge ancora nella nota – il Consiglio regionale si riserva di assumere ogni eventuale iniziativa nei confronti di qualsiasi organo di informazione che persistesse nell’affermare il falso, gettando fango sull’istituzione”.
“Vogliamo infine ricordare – concludono i capigruppo di palazzo Ferro-Fini – che abbiamo da tempo iniziato tempo un percorso normativo per ridurre i costi della politica veneta procedendo alla riduzione del numero dei seggi, all’abolizione del vitalizio dei consiglieri, e alla riduzione complessiva degli emolumenti. Tale percorso non è completato e annunciamo che, tra breve, la certificazione di tutte le spese del funzionamento dell’assemblea regionale verrà affidata a un organo esterno a garanzia della più totale trasparenza”.
Oggi, si può leggere sempre su Il Gazzettino, i politici si trincerano ancora dietro la parola “legittimi” per i 2.100 euro al mese come “rimborso spese”. Ma qualcuno riconosce che il sistema è da cambiare…




IL SISTEMA È DA CAMBIARE???
VE NE ACCORGETE SEMPRE E SOLO QUANDO VI COGLIAMO “CON LE MANI NEL SACCO”?

SE ANCORA NON LO AVETE CAPITO, noi, cittadini normali, poveri disgraziati, noi che ci rechiamo al lavoro a nostre spese, noi che abbiamo uno stipendio ormai inchiodato, noi che guardiamo l’euro… “l’un ero” di differenza, noi ormai basiti… vorremmo capire cosa diavolo credete di raccontarci una volta ancora…???

Cari
AZZALIN Graziano, Partito Democratico Veneto
BAGGIO Luca, Liga Veneta – Lega Nord Padania
BASSI Andrea, Liga Veneta – Lega Nord Padania
BENDINELLI Davide, Popolo della Libertà – PDL
BERLATO SELLA Giuseppe, Partito Democratico Veneto
BOND Dario, Popolo della Libertà – PDL
BONFANTE Franco, Partito Democratico Veneto
BORTOLI Mauro, Partito Democratico Veneto
BORTOLUSSI Giuseppe, Bortolussi Presidente
BOTTACIN Diego, Gruppo Misto
BOZZA Santino, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CANER Federico, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CAPPON Bruno, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CAUSIN Andrea, Gruppo Misto
CENCI Vittorino, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CHISSO Renato, Popolo della Libertà – PDL
CIAMBETTI Roberto, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CONTA Giancarlo, Popolo della Libertà – PDL
Conte Maurizio, Liga Veneta – Lega Nord Padania
COPPOLA Marialuisa, Popolo della Libertà – PDL
CORAZZARI Cristiano, Liga Veneta – Lega Nord Padania
CORTELAZZO Piergiorgio, Popolo della Libertà – PDL
DONAZZAN Elena, Popolo della Libertà – PDL
FASOLI Roberto, Partito Democratico Veneto
FINCO Nicola Ignazio Liga Veneta – Lega Nord Padania
FINOZZI Marino, Liga Veneta – Lega Nord Padania
FOGGIATO Mariangelo, Unione Nord Est
FRACASSO Stefano, Partito Democratico Veneto
FRANCHETTO Gustavo, Italia dei Valori
FURLANETTO Giovanni, Liga Veneta – Lega Nord Padania
GIORGETTI Massimo, Popolo della Libertà – PDL
GRAZIA Raffaele, Unione di Centro
LARONI Nereo, Popolo della Libertà – PDL
LAZZARINI Arianna, Liga Veneta – Lega Nord Padania
MAINARDI Mauro, Popolo della Libertà – PDL
MANZATO Franco, Liga Veneta – Lega Nord Padania
MAROTTA Gennaro, Italia dei Valori
PADRIN Leonardo, Popolo della Libertà – PDL
PERARO Stefano, Unione di Centro
PETTENÒ Pietrangelo, Fed. della Sinistra Veneta – PRC Sinistra europea
PIGOZZO Bruno, Partito Democratico Veneto
PIPITONE Antonino, Italia dei Valori
POSSAMAI Gianpiero, Liga Veneta – Lega Nord Padania
PUPPATO Laura, Partito Democratico Veneto
REOLON Sergio, Partito Democratico Veneto
RUFFATO Clodovaldo, Popolo della Libertà – PDL
RUZZANTE Piero, Partito Democratico Veneto
SANDRI Sandro, Liga Veneta – Lega Nord Padania
SINIGAGLIA Claudio, Partito Democratico Veneto
TESO Moreno, Popolo della Libertà – PDL
TIOZZO Lucio, Partito Democratico Veneto
TOSATO Paolo, Liga Veneta – Lega Nord Padania
VALDEGAMBERI Stefano, Unione di Centro
ZORZATO Marino, Popolo della Libertà – PDL
siete solo sessanta tra tutti i politici che NOI manteniamo, NOI CITTADINI ITALIANI!!!
Vi rendete conto di come ci possiamo sentire noi, padri e madri di famiglia a stipendio fisso, al pensiero che di pagati come voi ce ne sono molti altri e che anche in quelle buste paga forse si dovrebbe andare a dare un’occhiata???
630 Deputati e 315 Senatori?
1.117 Consiglieri regionali?
8.094 Sindaci?
120.490 consiglieri e 35.254 assessori comunali?
3.246 consiglieri e 858 assessori provinciali?

Consiglieri Circoscrizionali… che non si sa quanti sono!¹

Fareste bene, cari politici di ogni bandiera, stipendiati da ognuno di noi, ad avere almeno la buona creanza di tacere quando non siete in grado di dare il buon esempio che noi tutti ci aspetteremmo da voi in un momento come questo.

Cominciate a fare i bravi, altrimenti, come scrive Altan, noi cittadini ci dimettiamo e vediamo allora chi ve lo paga ‘sto stipendio!
¹ dati Nocensura.com

sabato 22 settembre 2012

LA POLITICA PER LA "PROPRIA" FAMIGLIA DI RAGANA'



Nel precedente post del 30 agosto avevo ripreso da l'Arena la notizia che "Luca Raganà, figlio del presidente del consiglio [comunale di Legnago] Maurizio Raganà (Pdl) , potrebbe essere nominato a breve come componente del consiglio d'amministrazione di "Dwr", società partecipata di Lese, impegnata nello smaltimento della plastica e presieduta sempre da Gian Maria Spinelli".
 Era stato usato il condizionale, perché l'ennesima nomina a familiari della giunta legnaghese non era ancora avvenuta
Ora la nomina c'è stata: non del figlio, ma (forse perché il padre non se l'è sentita, dopo le aspre polemiche preventive, di insistere sulla candidatura del figlio) di un'altra persona: Gioia Mantoan, che non ha niente a che vedere col cognome Raganà, almeno apparentemente. Perché, in realtà un legame Gioia Mantoan ce l'ha con Raganà: è la fidanzata di suo figlio. 
L'aveva pensata bella Maurizio Raganà: un cognome diverso, nessuno se ne accorge..., ma non ha tenuto conto probabilmente che Legnago è una piccola realtà in cui tutti si conoscono. 
Adesso si difende dicendo che "è  tutta una strumentalizzazione... anche perché non si sa ancora se Mantoan accetterà l'incarico".
Se Gioia Mantoan non accetterà l'incarico (e ci auguriamo che ciò avvenga) sarà soltanto per le pressioni dell'opposizione e dell'opinione pubblica legnaghese, perché se il suo nome è stato fatto per quella nomina e se è stato votato, vuol dire che qualcuno (Maurizio Raganà, appunto) l'aveva proposto e richiesto. 
In barba a quanto afferma oggi su l'Arena.

mercoledì 29 agosto 2012

"ANCORA PARENTOPOLI a Legnago


I fatti(Da l'Arena del 28 agsto 2012 (Elisabetta Papa)

" Luca Raganà, figlio del presidente del consiglio [comunale di Legnago] Maurizio Raganà (Pdl) , potrebbe essere nominato a breve come componente del consiglio d'amministrazione di "Dwr", società partecipata di Lese, impegnata nello smaltimento della plastica e presieduta sempre da Gian Maria Spinelli. 
A diffondere la notia  all'inizio dell'assemblea pubblica - presentando un ordine del giorno d'urgenza che aveva per argomento la possibile nomina di Raganà junior in una partecipata - è stato Damiano Ambrosini, di "Uniti per Legnago"....
             L'ordine del giorno, firmato da tutti i consiglieri di Uniti per Legnago è stato respinto con 10 voti contrari, 7 favorevoli e 2 astensioni.
             " E' scandaloso - ha affermato Ambrosini - che si proceda sulla strada di parentopoli"...
             " Quelle del centrosinistra sono polemiche sterili, sbotta il sindaco Roberto Rettondini, perché queste nomine non dipendono né da me né dal consiglio comunale. Per questo non si è ritenuto di discuterne durante la seduta consiliare. Altro che "careghe"! Chi è così agitato si accerti pure, prima di parlare, chi siano veramente i delegati a queste nomine".

Commento: Mi sono soffermato molto spesso sull'abitudine degli amministratori attuali del Comune di Legnago di "piazzare" amici e soprattutto parenti molto stretti in tutti i posti pubblici possibili, in barba alle più elementari norme di correttezza. Stavolta sottolineo l'ipocrita risposta difensiva del sindaco Rettondini. 

Ipocrita, perché è vero che non è né il sindaco né il consiglio comunale ad eleggere i consiglieri delle società partecipate, ma il sindaco nasconde volutamente che le nomine, anche in questi enti, non avvengono se non c'è il VIA LIBERA e il beneplacito dei partiti di maggioranza del consiglio comunale, che quindi, sono i veri responsabili delle nomine.

Ipocrita ancora perché "non si è ritenuto di discuterne in consiglio" non perché il consiglio non c'entra con le nomine, ma perché il sindaco e la maggioranza non hanno voluto che una discussione in consiglio comunale mettesse in difficoltà decisioni già prese. 


venerdì 8 giugno 2012

EDIFICIO 13: "HO IO LA SOLUZIONE"

 


L´ateneo dei manager ha messo gli occhi sull´Edificio 13.
L´apertura a Legnago di una sede staccata della Lum, la Libera università mediterranea «Jean Monnet» con sede a Casamassima (Bari), potrebbe essere l´occasione di rilancio dell´ex raffineria dello zucchero, dopo il mancato decollo del polo italo-indiano, pensato e voluto dall´ex Giunta Gandini nella struttura di via Vicentini.(…)
«La cultura non è mai uno spreco di denaro», evidenzia il primo cittadino, «e come amministrazione cercheremo di investire in progetti che possano portare riflessi positivi sul territorio. E la scuola di management barese riguarda le imprese»”
.


COMMENTO:
 

 Sull'edificio 13 ho già scritto molte volte nel passato. 
La novità odierna è che è cambiata ancora una volta l'ipotesi di utilizzazione di quei grandi spazi che l'amministrazione Gandini aveva destinato a Centro di eccellenza di rapporti economico-commerciali tra Italia ed India. 
La Giunta Rettondini ha prima di tutto disdetto l'accordo con l'Indo-Italian Institute di Roma.
 Poi ha inaugurato l'edificio 13 presentando un'Associazione di Reggio Emilia che sarebbe dovuta servire come supporto alla formazione ed al commercio internazionale delle Ditte locali. Questo progetto s'è perso per strada, non   se n'è proprio più sentito parlare. 
Poi, qualche mese fa, abbiamo sentito il Sindaco Rettondini affermare che il "viaggio culturale" a San Pietroburgo di una consistente delegazione legnaghese a spese del Comune e della Fondazione dell'Unicredit, serviva ad allacciare proficui rapporti commerciali tra la Russia e Legnago e ciò avrebbe "vitalizzato l'edificio 13". 
Anche di questi sviluppi  nessuno ha più sentito o visto niente. 
Poi, finalmente, Luciano   Giarola (secondo molti il vero sindaco della giunta Rettondini) ha estratto dal cappello il coniglio: l'edificio 13 diventerà la sede di un'università. 
A prima vista potrebbe anche sembrare una buona trovata. 
Ma si capisce subito che la proposta ( già presentata e bocciata dall'amministrazione precedente) non ha molto senso. 
Prima di tutto perché in Italia di università ce ne sono troppe: ne sono state aperte tantissime con un forte dispendio anche economico. E' successo per le università quello che negli anni passati è capitato alle ULSS: sono state fatte sorgere, per motivi elettorali e di campanile, ULSS e ospedali dappertutto, salvo poi, quando si è verificato che la spesa era insostenibile, cercare (senza spesso riuscirci per le pressioni campanilistiche) di chiuderle.
In secondo luogo: perché proporre proprio un'università privata, con sede a Casamassima, un piccolo centro in provincia di Bari che uno studio del Sole 24 ore colloca per qualità al 13° ed ultimo posto della graduatoria delle università private italiane?
Forse  perché a Casamassima si è laureato col massimo dei voti Luciano Giarola, propugnatore di questa iniziativa? 
D'altra parte, se digitiamo, come suggerisce nel suo blog Rosa Noci, su Internet Luciano Giarola - LUM (Libera Università mediterranea, quella di Casamassima) ci appare un interessante quadro: Luciano Giarola è una delle personalità di spicco laureatesi in quella università.
Si vede che il Trota ha fatto scuola: questa volta però i "nostri studenti" si sono fermati di qua dell'Adriatico, a Casamassima, in provincia di Bari e non sono arrivati a Tirana. 
Siamo sulla buona strada!
O, forse, si è perso il LUM della ragione?




 

 

 


VERONA: I DISEGNI MIEI E DI MARISA LONARDI RELATIVI A VERONA

 Disegni di Luigi Bologna e Marisa Lonardi Piazza delle Erbe Lungadige (che non c'è più) Piazza delle Erbe  Lavori sull'Adige nei pr...