martedì 2 marzo 2010

CONSIGLIERE LEGHISTA "SCERIFFO"

Riporto integralmente occhiello, titolo, sottotitolo e buona parte dell'articolo dell'Arena del 2 marzo 2010, a firma S.N., per fare alcune considerazioni sul modo in cui l'articolo stesso è stato costruito: CONTROLLI. Scapini ha rincorso 4 questuanti Consigliere leghista "sceriffo" al mercato contro gli accattoni Dopo l'inseguimento è intervenuto un vigile per bloccare i mendicanti poi multati al comando "Sceriffo" fai da te in nome di quella sicurezza diventata ormai un chiodo fisso anche per il Carroccio legnaghese. Nicola Scapini, il più giovane consigliere della Lega con i suoi 21 anni, sabato scorso non ha esitato a lasciare il gazebo del partito allestito in via Matteotti per allontanare i questuanti che, come ogni sabato, avvicinavano i clienti al mercato. Tant'è che, dopo aver cercato di dissuadere una ragazza romena che si era avvicinata alla postazione dei bossiani a chiedere la carità, il giovane universitario è stato protagonista di un inseguimento rocambolesco tra le bancarelle degli ambulanti, conclusosi con il fermo di quattro mendicanti, di cui tre romeni, tra i 20 e i 30 anni, ed un 26enne nigeriano. Scapini non si è comunque sostituito alle forze dell'ordine in quanto si è limitato a rincorrere e a tenere sott'occhio i quattro accattoni, che sono stati poi trasferiti da un agente al comando dove è arrivato anche il delegato alla Polizia locale Michele Menini. [...] "Se ce ne sarà bisogno collaborerò ancora con i vigili visto che ormai la gente è stanca di essere importunata da queste persone con insistenza e modi discutibili", promette Scapini". Analisi La parola 'sceriffo' viene messa tra virgolette. Perché? Perché non è usata nel suo significato originario, cioè di "magistrato statunitense preposto alla contea, con funzioni specialmente giudiziarie", ma in un significato evocativo che deriva dai film western, che sono parte della nostra esperienza: sceriffo è colui che decide da solo, che cattura da solo i banditi, senza bisogno di autorizzazioni o permessi, perché ciò fa parte del suo compito, della sua 'mission'. Ecco dunque che la parola "sceriffo", che appare due volte in posizione di grande evidenza, nel titolo e come prima parola dell'articolo, non è inserita casualmente, ma vuole essere il "concetto chiave" dell'articolo, che guiderà il lettore fino alla fine. La parola "sceriffo", riferita a un consigliere comunale appartenente alla Lega, che notoriamente ha prima promosso operativamente e poi legislativamente le Ronde, che fa del decisionismo contro zingari e immigrati un cavallo di battaglia, ha il compito di mettere in primo piano questi aspetti. E la parola "sceriffo" non ha, proprio per la derivazione dalla cultura filmica, una connotazione negativa; anzi, lo sceriffo è colui che sa risolvere con la sua determinazione anche le situazioni più difficili ed intricate con metodi sbrigativi ma efficaci. Quindi, riferita ad un consigliere comunale non è né offensiva né critica; tutt'al più può dare la sensazione di qualcosa di giocoso, evocando gli infantili giochi a cow boy. Il significato 'serio' è quello di coraggioso, di decisionista, di uomo che non 'tollera' ingiustizie e soprusi e si fa giustizia da sé, perché ne ha il potere. Ma questo significato evocativo appena ricordato, di cui si può non avere coscienza immediata, stride ed è in conflitto con la situazione normativa italiana (e non solo), dove la giustizia non la si può fare da sé e dove esistono dei corpi dello Stato (polizia, carabinieri, magistratura) che, soli, possono assolvere a questo compito. Tant'è vero che le stesse "Ronde" sono state normate e non possono assolutamente avere compiti di polizia. In base a ciò, il racconto delle gesta del consigliere leghista potrebbe assumere una connotazione del tutto negativa agli occhi del lettore. Ecco allora che 'serve' un "correttivo" da parte del giornalista:"Scapini non si è comunque sostituito alle forze dell'ordine." Qui il giornalista ha mescolato ai fatti le sue valutazioni, secondo una prassi non certo anglosassone (che tende a separare in modo netto i fatti dai commenti). S.N. ha cercato di mettere al riparo il consigliere leghista dalla critica, fondatissima, che il cittadino non può farsi giustizia da sé, scrivendo che "Scapini non si è comunque sostituito alle forze dell'ordine". Vediamo ora come ha motivato questo 'giudizio'. "Scapini ... si è limitato a rincorrere e a tenere sott'occhio i quattro accattoni..." Regge questa descrizione giustificativa? A me sembra proprio di no. E' realistico pensare che quattro giovani, "tra i 20 e i trent'anni" possano essere stati oggetto di un"inseguimento rocambolesco tra le bancarelle degli ambulanti" e poi tenuti "sott'occhio" da un ragazzo solo, senza che egli nemmeno li toccasse e che poi siano stati -solo a questo punto- "trasferiti da un agente al comando [di Polizia locale]"? La cronaca é a questo punto (volutamente?) lacunosa. Non si dice come i 4 giovani siano stati fermati: se sono stati fermati 'manualmente' da Scapini non sarebbe più vero né che "si è limitato a rincorrere e a tenere sott'occhio i quattro accattoni" né che "Scapini non si è ... sostituito alle forze dell'ordine". Ma perché il giornalista farebbe un'affermazione "che non regge"? Per "coprire" il consigliere dalla 'accusa' che si sia sostituito alle forze dell'ordine. E ciò è confermato dal fatto che lo stesso consigliere, secondo il racconto dell'Arena, ribadisce: "Se ce ne sarà bisogno collaborerò ancora con i vigili". Secondo Scapini, in questa vicenda lui ha "collaborato" coi vigili! Stranissima collaborazione, tanto più che subito dopo non riesce a trattenersi da quello che, evidentemente, era lo scopo della sua azione: che l'opinione pubblica sapesse quello che lui, "sceriffo", ha fatto:"...visto che ormai la gente è stanca di essere importunata da queste persone con insistenza e modi discutibili". Non è in discussione il fatto che la presenza dell'accattonaggio sia un elemento di disturbo: proprio per questo ci sono leggi nazionali e ordinanze sindacali che, per legge, le forze dell'ordine e la Polizia locale sono tenuti a far rispettare. Ma solo loro lo possono e lo devono fare, e non un consigliere comunale leghista che si giustifica col fatto che "la gente è stanca". Se la gente è stanca, chi ne ha il potere, a livello nazionale e a livello locale, deve fare in modo che le forze dell'ordine facciano il loro dovere.
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