martedì 30 marzo 2010

EMILIO FEDE E I PEDONI

I fatti Su Repubblica del 24.03.2010 leggo alcuni stralci di un'intervista di Antonello Caporale in cui Emilio Fede dice di far parte della schiera del "partito dell'amore": "... però, ma può capitare a tutti, un momento di nervosismo l'ha avuto". "Dove?" " A Segrate, due giorni fa. Una coppia di pensionati rallentava a piedi il passaggio della sua auto e lei ..." "L'uomo mi ha battuto i pugni sul vetro!" "Spostati, pezzo di merda!" " Sono stato assalito! E poi, come scuse, ho fatto il baciamano alla signora". "Bello, però." "Ma le pare ...". Sullo stesso quotidiano, in data 23 marzo, nella rubrica di Corrado Augias, è stata pubblicata una lettera di Silvia Cavanna sullo stesso episodio, ma da un'altra angolatura: "Ho 63 anni compiuti, abito a Segrate, ho lavorato 20 anni per Mediaset in qualità di dirigente. Oggi, dopo una cena piacevole, percorro con mio marito la stradina notoriamente pedonale, ora abusivamente usata da poche auto di alti papaveri e rispettive scorte per raggiungere gli studi televisivi di Rete 4. Da una di queste auto ci viene suonato il clacson, mio marito fa presente che i pedoni hanno la precedenza in quanto strada pedonale, si abbassa un finestrino e:"Spostati, faccia di merda!" Riconosco Emilio Fede, che protende il suo viso sotto quello di mio marito, invitandolo: mettimi le mani addosso, toccami! Mi metto tra i due:"Sono stata tua collega per 20 anni con Carlo Bernasconi" (braccio destro di Berlusconio, morto nel 2001, gran brava persona). A quel punto il grande cambiamento: mi scusi Signora, mi scusi Signora. Non le voglio le tue scuse, caro Fede, chiedo scusa io: per essere rispettata come donna ho dovuto ricordarti di avere fatto parte del clan dei prepotenti e degli arroganti. Sia per me e per tutti un momento di profonda riflessione. Commento Le dichiarazioni di Emilio Fede sono un classico esempio di come si possono rovesciare le situazioni (utilizzando dati falsi o informazioni incomplete) per indurre gli altri a modificare i giudizi: una tecnica arcinota ed arciusata, soprattutto oggi, in chi gestisce il potere senza scrupoli. Ma che qualche volta deve fare i conti con smentite inoppugnabili, come quelle della signora Cavanna. Certo, è stata una "scivolata" quella del giornalista Antonello Caporale, che quando ha fatto l'intervista, non aveva letto la lettera della signora Cananna pubblicata il giorno prima dal suo stesso giornale, e che ha, di conseguenza dato un "taglio" edulcorato - decisamente fuori luogo - all'accaduto. E' anche un classico esempio di come l'essere di un determinato status sociale incida sui rapporti interpersonali. La signora Cananna lo ha ben sottolineato, scusandosi non solo con Fede.
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