domenica 14 marzo 2010

Lettera a Franz

In un malinconico giorno di tanti, tanti anni fa, un giovane scrittore piuttosto promettente pensò bene di scrivere due righe (si fa per dire ... furono circa CINQUANTA pagine) al proprio padre, non risparmiandogli nulla in fatto di colpe e di difetti, di incoerenze e di insensibilità, quando lui, il giovane, era un bambino. In un malinconico giorno di scuola di tanti, tanti anni dopo, in una classe alcuni ragazzi piuttosto vivaci pensarono bene di discutere animatamente su quelle due righe. Parlarono a quel giovane così triste ritenendo fosse giusto "sdrammatizzare" un po' la situazione. Lui era ... fu ... scusate, è ... Franz Kafka. Non ha ancora risposto perché le comunicazioni stellari sono un po' lente, ma ... Caro Franz, con l'insegnante di lettere abbiamo letto la lunghissima lettera che hai indirizzato a tuo padre e che non è mai giunta a destinazione (è però arrivata sulle nostre antologie, ne sei contento?). Vuoi un parere di gruppo? Bella, scritta divinamente, ma ... esagerata. Non capiamo perché tu non abbia mai consegnato a tuo padre uno scritto così interessante, che forse gli sarebbe piaciuto e magari lo avrebbe fatto riflettere sul suo carattere a volte troppo impulsivo. Forse avevi paura di un padre che non ti avrebbe capito e per questo hai preferito ragionare con te stesso e riflettere da solo. Molti di noi non saprebbero parlare fra sé e sé, sai? ci vuole allenamento. Sembra un po' grossolana la descrizione di tuo padre: pare il diavolo in persona! Quando dici che lui mangiava quasi come un maiale, forse si trattava di una particolare voracità. Non sarai stato un po' troppo irritabile nei suoi confronti? Magari eri un po' geloso del suo corpo robusto? Non è chiaro perché tu avessi vergogna del tuo fisico minuto e perché facessi confronti con il suo. Non c'era bisogno di farlo: è logico che un padre sia più imponente del figlio e penso che la gente presente in spiaggia non abbia fatto caso alla tua magrezza e alla tua goffaggine. Probabilmente non voleva farti sentire inferiore, magari non si accorgeva che tu stavi male per colpa sua. Dovevi dirglielo. Avresti dovuto mettere da parte le paure e parlargli concretamente, sfogarti, esprimere ciò che provavi. Non con la carta. Certo tuo padre avrebbe potuto comportarsi in maniera diversa, perché eri un bambino sensibile, un po' pauroso, che aveva bisogno di modi affettuosi e di attenzione. Caro Franz, tutti hanno un modo di vedere le cose, magari diverso da quello degli altri: tu hai il tuo punto di vista su alcuni atteggiamenti, ognuno di noi ne ha uno diverso, tuo padre un altro ancora. Spesso abbiamo bisogno di cose che non ci vengono date nel momento "giusto" per noi. Saremo stati troppo critici con te? Data la stima che proviamo nei tuoi confronti, ci sembrava importante precisarti il nostro pensiero.
( Classe 2^media, da "MondoSquola" 1996/97) -

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