Le foto sono di Marisa Lonardi e Luigi Bologna.
I testi in corsivo sono tratti da: Renata Pisu: Mille anni a Pechino. Storia e storie di una capitale, Ed. Sperling & Kupfer
Tempio dei Lama. Costruito nel sec. XVII, fu convertito in monastero tibetano nel 1744.
Fedeli all'interno di uno dei padiglioni del tempio tibetano.
Piazza Tien 'an Men (La Piazza della Pace Celeste): è un'enorme piazza in cemento nel cuore della Pechino moderna. E' circondata da edifici in stile anni cinquanta di discutibile gusto. E' affollatissima di visitatori, che vengono controllati ad uno ad uno dalla polizia e da numerosissime telecamere.
"Dalla porta di Tien 'an Men, la Porta della Pace Celeste, si entra nella vastità della Città Proibita, nel mondo imperiale e burocratico del passato, e da lì si esce verso lo spazio pubblico e della memoria rivoluzionaria. La nuova Cina e quella antica qui si incontrano e si congiungono. Da una parte la Piazza più grande del mondo, il fulcro della Repubblica Popolare Cinese; dall'altra la raggelante armoniosa distesa di corti e padiglioni che fu la sede del potere del potere del Celeste impero. Così è come se Pechino avesse un doppio centro, due "cuori": distinti e separati? Il presente che si contrappone al passato? Oppure è qui che si palesa la continuità della Cina?
Dalla porta della Pace Celeste calavano gli editti dell'imperatore, racchiusi in una scatola di legno dorato a forma di fenice, e i funzionari, inginocchiati ai piedi della porta, li ricevevano su un vassoio decorato a motivi di nuvole e li portavano in processione al Ministero dei Riti, dove gli Scribi li ricopiavano in innumerevoli esemplari che venivano spediti ai quattro angoli del paese. Gli editti calavano proprio nello stesso punto in cui oggi è rimasto soltanto il gigantesco ritratto di Mao, perché sono spariti quelli di Marx, Engels, Lenin e Stalin che gli tenevano compagnia...
Oggi la Piazza si estende su una superficie superiore a quella della Città Proibita.
Il principio armonioso di yin e yang è la chiave per comprendere le decorazioni cinesi. Dato che i numeri dispari rappresentano lo yang (l'elemento maschile associato all'imperatore), i numeri primi tre, cinque, sette e nove ricorrono nei dettagli architettonici e decorativi. Si dice che la Città Proibita abbia 9.999 camere e, poiché nove volte nove dà un numero estremamente fortunato, le porte di uso imperiale hanno di solito 81 borchie.
Giardino all'interno di un albergo. Pietre, acqua e fiori sono gli elementi caratteristici dei giardini, tenuti con estrema cura.
Nei giardini degli Hotel non è raro vedere persone che praticano attività marziali o sportive, in questo caso Tai ji quan, praticato quotidianamente da milioni di cinesi. E' una forma elegante e dai movimenti lenti di kung fu. Sviluppato in migliaia di anni da monaci ed eremiti taoisti, si basa sui movimenti degli uccelli e degli animali e sul concetto taoista di yin e yang, o opposti complementari. Tutti i movimenti, ognuno con nome e caratteristiche proprie, hanno elementi di yin e yang. Gli esercizi lasciano i praticanti rivitalizzati e rilassati.
Attività ginnica in un giardino pubblico. Negli spazi pubblici si incontrano spesso gruppi come questo.
Palazzo imperiale d'estate: un gruppo di persone suona musiche tradizionali cinesi.
Gli estesi giardini servirono alla dinastia Qing come ritiro imperiale estivo ed assunsero l'aspetto attuale nel XVIII secolo. Il palazzo fu fatto ricostruire due volte: la prima in seguito alla distruzione da parte delle truppe francesi e inglesi nel 1960 e, di nuovo, nel 1902 dopo che fu danneggiato durante la rivolta dei Boxer.
Lì è tutto artificiale: il lago, fatto scavare apposta, la collina di granito, dei blocchi tenuti assieme con il cemento. Finte, ovvero copie, anche le pagode a perfetta imitazione dell'antico.
Ma soprattutto è finta la Cina che l'imperatrice ha voluto rappresentare facendo di Yiheyuan quasi una città, l'ideale città dello svago, della contemplazione. A costeggiare il lago, lungo la riva meridionale, ecco la galleria coperta, tutta in legno e decorata da pitture che rappresentano paesaggi di Hangzhou, la città della Cina centrale da secoli definita "paradiso in terra" e a cui Yiheyuan si ispira.
L'imperatrice Cixi pagò questa stravaganza (un'imbarcazione di pietra bianca) con i fondi destinati alla modernizzazione della flotta imperiale (la tecnica della distrazione dei fondi era conosciuta anche nella Cina di allora). La struttura di copertura è in legno dipinto di bianco per assomigliare al marmo.
La vedova imperatrice Cixi è ricordata come una delle donne cinesi di maggior potere. Avendo dato un figlio come concubina reale all'imperatore Xianfeng, Cixi governò come reggente degli imperatori Tongzhi e Guanxu (rispettivamente il figlio ed il nipote). Cixi impedì a Guangxu le riforme statali e, avendo appoggiato la rivolta dei Boxer, gettò le premesse per il crollo della dinastia Qing nel 1911.
La grande muraglia (Badaling)
Quando visitai il sito di Badaling, da dove si accede alla Grande Muraglia, tutto appariva abbandonato, ancora non erano state intraprese opere di restauro sistematiche e, di notte, branchi di lupi vagavano nei dintorni, come mi raccontò uno dei contadini che coltivava lì vicino della terra avara e che si offrì di farmi da guida....
Di recente sono tornata alla Grande Muraglia, ai due siti restaurati nei pressi di Pechino. L'appello che Deng Xiaoping aveva lanciato nel 1980, "Amate il Paese, ricostruite la Grande Muraglia", era stato inteso. O frainteso? Infatti, il muro che allora avevo visto in rovina, si presenta oggi nuovo fiammante, esito di un restauro irrispettoso e offensivo.
Il simbolo della Cina, il suo recente mito, è stato interpretato come una Disneyland, un parco a tema con guerrieri in costume, bancarelle di souvenir, T-shirt con l'effigie di Mao o di Qin il Primo imperatore; una macchina per far soldi gestita da una società quotata alla Borsa di Hong Kong.
... il visitatore dà ascolto alle guide turistiche: ecco a voi la prima meraviglia del mondo, l'unica costruzione umana visibile dalla luna! Il che non è vero, ma poco importa. I cinesi continuano a crederci e sono compiaciuti dalla reverenza con la quale gli stranieri vi si accostano.
Ma in un'epoca in cui molti simboli sono caduti in disuso, la Grande Muraglia è comunque qualcosa di tangibile e allora si capisce come mai il governo vi dedichi tanta attenzione e abbia deciso di ignorare i connotati negativi con cui la si è sempre descritta, nella storia cinese e soprattutto nella cultura popolare.
Le tombe dei Ming
Tredici imperatori della dinastia Ming, che regnò dal 1368 al 1644, riposano con le loro mogli e concubine in una vallata nei pressi di Pechino... Se nei pressi della Grande muraglia, che è poco distante, il paesaggio è aspro e scosceso, qui la natura si distende pacata. Le tombe si confondono nel paesaggio e sono disposte nella valle in ordine sparso, perchè ogni sovrano sceglieva per il suo mausoleo il posto che più gli piaceva, in armonia con l'oroscopo personale...
La prima volta ... mi colpirono molto le statue della via dell'anima: due cammelli, due elefanti, due cavalli, due guerrieri, coppie disposte in perfetta simmetria ai lati della strada... A una svolta, ecco apparire le statue umane, anche queste a coppie: due generali con la sciabola al fianco, due funzionari civili, due mandarini emeriti. Le statue mi apparvero alte, e lo sono davvero, misurano circa tre metri...
Il tempio del Cielo, un grandioso complesso che caratterizza la Pechino imperiale... L'imperatore, due volte l'anno, al solstizio d'estete e al solstizio d'inverno, percorreva la strada che separa la Città Proibita del Tempio del Cielo uscendo dalla Porta della Pace Celeste e procedendo in linea retta: la cerimonia del Sacrificio al Cielo si svolgeva con la massima solennità ed era proibito anche soltanto sbirciare il corteo imperiale che alla vigilia di quel giorno lasciava il palazzo per recarsi al tempio. A tutti i sudditi si ordinava di rimanere in casa e di mettere gli scuri alle porte che davano sulla via percorsa dall'imperatore, mentre le strade laterali erano chiuse con pesanti tendaggi blu...
Oggi il tempio del Sole è un parco pubblico ...
Il simbolismo dei colori è sempre stato fortemente sentito. Infatti, come il Tempio del Cielo è tutto blu, così il Tempio della Terra è giallo e il Tempio della Luna è bianco, di quel bianco particolare detto "chiaro di luna". Invece è rosso il Tempio del Sole e Mao Zedong, negli anni dell'esaltazione
idolatra della Rivoluzione culturale, veniva paragonato al sole "il sole rosso che splende nei nostri cuori". ...
L'intera struttura, opera di architetti, astrologi e geomanti, è costruita con geometrica precisione. Alle terrazze si giunge per tre rampe di nove scalini ciascuna,perché i cinesi dividevano il cielo in nove sezioni e sulla loro bussola erano infatti segnati nove punti. Allo stesso modo, i blocchi di marmo della piattaforma superiore sono disposti in nove cerchi concentrici, poi diciotto, poi ventisette,e così di seguito fino a ottantun cerchi....
All'ingresso del parco, sulla pavimentazione di pietre nere, parecchi anziani, armati un un lungo pennello, scrivono con l'acqua i loro pensieri o loro composizioni in ideogrammi. il tempo di leggerli e la scritta s'è cancellata...
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1 commento:
Molto belle le foto e altrettanto interessanti le informazioni che le accompagnano. Dev'essere stato un viaggio affascinante. L'ultima foto con gli ideogrammi d'acqua mi ricorda altre forme di meditazione sull'impermanenza tipiche della filosofia buddista, come i bellissimi mandala di sabbia, che dopo un lungo e paziente lavoro di preparazione vengono affidati all'aria, ovvero distrutti. Ciao, Annita
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