mercoledì 31 marzo 2010

Alghero: le chiese del centro storico

Foto di Luigi Bologna, marzo 2010 LE CHIESE DEL CENTRO STORICO La cattedrale e il campanile. Risale alla 2^ meta del 1550 e si ispira ai migliori modelli del gotico catalano La Chiesa di San Francesco Eretta nel secolo XIV, fu ampliata nella seconda metà del XV sec. e ricostruita nel XVIII sec., con una facciata moderna e un loggiato sul fianco sinistro Chiesa di S. Francesco: Interno Chiesa di S. Francesco: il chiostro La Chiesa della Misericordia La Chiesa del Carmelo La Chiesa di San Michele E' una chiesa barocca, con la cupola ricoperta di maioliche policrome All'interno: scultura dell'arcangelo S. Michele Statua della Madonna Addolorata in processione serale Processione serale lungo le vie del centro storico - -

VIGO DI LEGNAGO: LA PRIMA ELEMENTARE PARTIRA'

I fatti (da l'Arena del 28.03.2010, Stefano Nicoli)

"I genitori di Vigo hanno vinto la loro battaglia per garantire la sopravvivenza della scuola elementare della frazione messa a repentaglio dalla riforma Gelmini. Malgrado gli iscritti siano solo nove contro il numero minimo di 15 alunni imposto dalla nuova normativa, il prossimo settembre alla scuola "Gianni Rodari" suonerà regolarmente la campanella anche per la classe prima... Si chiama pluriclasse la soluzione messa a punto dal Comune con la Direzione del Primo Circolo didattico ed il Dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Giovanni Pontara per riuscire a soddisfare la richiesta dei genitori per nulla disposti a rinunciare all'attivazione della prima...
L'istituzione della doppia classe non avrà comunque ripercussioni sui programmi e sull'organizzazione didattica strutturata su 40 ore settimanali. "Con una deroga autorizzata dal Provveditore", informa Oriano Modenini, dirigente del primo Circolo, "a Vigo sorgerà una classe di 20 alunni rispetto al tetto di 18 concesso, per le pluriclassi, con due docenti in servizio contemporaneamente al mattino in modo da offrire una formazione personalizzata per le materie più impegnative. Nell'orario pomeridiano sarà invece sufficiente una sola maestra per la realizzazione di attività laboratoriali di recupero, sviluppo ed integrazione". ... A farsi carico dei 4600 euro necessari a coprire i costi delle ore aggiuntive di docenza sarà ... la Banca Veneta 1896."

Commento


Giustamente Stefano Nicoli afferma che "i genitori hanno vinto la loro battaglia". Se non si fossero mobilitati, se non avessero coinvolto tutte le forze politiche, le associazioni, la parrocchiali, le agenzie economiche del paese e i cittadini, la prima elementare non sarebbe partita.
Merito, quindi, di tutti quelli che hanno creduto che una soluzione per Vigo poteva e doveva esserci.
La soluzione concordata tra Direzione didattica, Amministrazione comunale, sia di maggioranza che di minoranza, Ufficio scolastico provinciale e Banca Veneta 1896 va, secondo me, nella direzione giusta, anche dal punto di vista didattico. Infatti i bambini di prima e di seconda seguiranno percorsi diversi, con specifiche insegnanti per tutte le materie fondamentali, mentre saranno insieme nelle attività di laboratorio al pomeriggio. Quindi avranno la possibilità di seguire i percorsi didattici specifici delle singole classi e di fare positive esperienze con gli alunni dell'altra classe.
Ma, può dire qualcuno, se c'è da tagliare bisogna tagliare.
In realtà occorre guardare il contesto in cui il "taglio" viene realizzato. Nel caso di Vigo c'era una situazione di difficoltà per raggiungere il numero minimo di alunni soltanto per quest'anno. Quindi sarebbe stato sbagliato non far partire la classe prima con la conseguenza quasi inevitabile di chiudere poi la scuola che, per un paese rappresenta il cuore, la vita.

Mi è pervenuto, in data 31.03.2010, il seguente commento anonimo:

La pluriclasse = uno schifo di soluzione. C'è più di una scuola ad uno o due chilometri di distanza: bastava scegliere. Io dico invece che la mossa è stata politica, viste le imminenti elezioni. La "partecipazione" spintanea di altre autorità ha aggravato lo schifo. Certo i genitori del luogo si sono dati da fare, ma non sanno quello che fanno ... ai loro figli.

Ecco la mia risposta al commento:
Mi sarebbe piaciuto che il commento fosse firmato. Dal momento che non è offensivo ritengo comunque giusto pubblicarlo, perché presenta alcune considerazioni degne di essere discusse.
1. "uno schifo di soluzione ... i genitori non sanno quello che fanno". Il lettore afferma cioè che la pluriclasse nuoce ai figli. Occorre, come spesso succede, analizzare la singola situazione e non ragionare in astratto. La soluzione attuata per Vigo non comporta che in un'aula ci siano insieme gli alunni di prima e di seconda elementare con un'unica maestra che insegna a tutti le stesse cose o che cerca di insegnare cose diverse ai due gruppi (di 1^ e di 2^ elementare). Il mattino ci sono due maestre: una segue gli alunni di prima, l'altra i bambini di seconda; il pomeriggio un'unica docente svolge attività con gli alunni di prima e seconda insieme.
Dal punto di vista didattico quindi la situazione è assolutamente analoga a quella delle classi "normali"; anzi, il fatto che attività come educazione fisica, musica , computer, ecc., siano svolte assieme tra alunni di prima e seconda può anche essere più arricchente dal punto di vista culturale.
Se si trattasse di una pluriclasse con un unico insegnante, concordo che non sarebbe una buona soluzione.
Quindi non c'è proprio nessuno "schifo" (è una parola, questa che non mi piace proprio usare)di soluzione, né si può dire assolutamente che "i genitori non sanno quello che fanno". Lo sanno bene, invece, e sanno che la scuola elementare, in un paese come Vigo, è importantissima per tutta la comunità. E' un momento e un luogo di aggregazione fondamentale nella crescita dei bambini.
2."La mossa è stata politica, viste le imminenti elezioni. La partecipazione "spintanea" di altre autorità ha aggravato lo schifo".
Non c'è dubbio che i genitori abbiano fatto pressione anche utilizzando la vicinanza delle elezioni e che i rappresentanti politici delle varie amministrazioni abbiano sostenuto le richieste dei genitori anche per non perdere voti. Ma questo, francamente, non mi sembra uno scandalo; l'importante è che tutti abbiano contribuito a ricercare e trovare una soluzione didatticamente e socialmente soddisfacente.















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martedì 30 marzo 2010

EMILIO FEDE E I PEDONI

I fatti Su Repubblica del 24.03.2010 leggo alcuni stralci di un'intervista di Antonello Caporale in cui Emilio Fede dice di far parte della schiera del "partito dell'amore": "... però, ma può capitare a tutti, un momento di nervosismo l'ha avuto". "Dove?" " A Segrate, due giorni fa. Una coppia di pensionati rallentava a piedi il passaggio della sua auto e lei ..." "L'uomo mi ha battuto i pugni sul vetro!" "Spostati, pezzo di merda!" " Sono stato assalito! E poi, come scuse, ho fatto il baciamano alla signora". "Bello, però." "Ma le pare ...". Sullo stesso quotidiano, in data 23 marzo, nella rubrica di Corrado Augias, è stata pubblicata una lettera di Silvia Cavanna sullo stesso episodio, ma da un'altra angolatura: "Ho 63 anni compiuti, abito a Segrate, ho lavorato 20 anni per Mediaset in qualità di dirigente. Oggi, dopo una cena piacevole, percorro con mio marito la stradina notoriamente pedonale, ora abusivamente usata da poche auto di alti papaveri e rispettive scorte per raggiungere gli studi televisivi di Rete 4. Da una di queste auto ci viene suonato il clacson, mio marito fa presente che i pedoni hanno la precedenza in quanto strada pedonale, si abbassa un finestrino e:"Spostati, faccia di merda!" Riconosco Emilio Fede, che protende il suo viso sotto quello di mio marito, invitandolo: mettimi le mani addosso, toccami! Mi metto tra i due:"Sono stata tua collega per 20 anni con Carlo Bernasconi" (braccio destro di Berlusconio, morto nel 2001, gran brava persona). A quel punto il grande cambiamento: mi scusi Signora, mi scusi Signora. Non le voglio le tue scuse, caro Fede, chiedo scusa io: per essere rispettata come donna ho dovuto ricordarti di avere fatto parte del clan dei prepotenti e degli arroganti. Sia per me e per tutti un momento di profonda riflessione. Commento Le dichiarazioni di Emilio Fede sono un classico esempio di come si possono rovesciare le situazioni (utilizzando dati falsi o informazioni incomplete) per indurre gli altri a modificare i giudizi: una tecnica arcinota ed arciusata, soprattutto oggi, in chi gestisce il potere senza scrupoli. Ma che qualche volta deve fare i conti con smentite inoppugnabili, come quelle della signora Cavanna. Certo, è stata una "scivolata" quella del giornalista Antonello Caporale, che quando ha fatto l'intervista, non aveva letto la lettera della signora Cananna pubblicata il giorno prima dal suo stesso giornale, e che ha, di conseguenza dato un "taglio" edulcorato - decisamente fuori luogo - all'accaduto. E' anche un classico esempio di come l'essere di un determinato status sociale incida sui rapporti interpersonali. La signora Cananna lo ha ben sottolineato, scusandosi non solo con Fede.
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Alghero: Fortezza, Bastioni, mare, porto - foto 2010

La parte storica di Alghero si è sviluppata su un promontorio che domina un'ampia rada. Il nucleo antico, che nei decenni scorsi aveva subìto un degrado notevole, oggi, grazie ad una serie di importanti interventi pubblici e ad una continua opera di restauro degli edifici privati, è uno dei più bei centri storici di tutta la Sardegna. Foto di Luigi Bologna, marzo 2010 LA FORTEZZA, I BASTIONI, IL MARE Bastioni Marco Polo La Maddalenetta Torre di Terra Torre della Polveriera sui Bastioni Marco Polo Torre San Giacomo Sant'Elmo: scultura nella nicchia delle mura Bastioni Marco Polo Porta a mare, che, da Piazza Civica dà sul porto Torre di Sant'Erasmo Bastioni Marco Polo Esterno delle mura della Maddalenetta Bastioni Marco Polo Mura, a lato della Torre di San Giovanni Bastioni Magellano e porto Bastioni Marco Polo Esterno delle mura della Maddalenetta Bastioni Marco Polo Scogli e Bastioni Marco Polo Bastioni Marco Polo La Maddalenetta: teatro IL PORTO -

lunedì 29 marzo 2010

Alghero: Settimana d'Arte e Cultura



Dal 27 marzo al 1 aprile 2010 si è svolta ad Alghero (Sassari), in Piazza Civica, la XII Mostra della Creatività al Femminile, all'interno di una serie di manifestazioni della "Settimana d'Arte e Cultura" organizzata dal locale Circolo FIDAPA.
Si tratta di una mostra dove vengono evidenziate la capacità tecnica e la creatività di numerose artiste sarde nei più svariati settori: dalla creazione di gioielli con pasta di pane, materiali preziosi e pietre dure alle creazioni in patchwork, dalla lavorazione artistica delle più svariate forme di zucche a pannelli decorativi e trompe l'oeil, da decorazioni su vetro e ceramica a sculture in ceramica, dal decoupage al ricamo eseguito a mano su scialli, da installazioni a creazioni in pelle, dai pasticcini artistici a meravigliosi lavori a filet, con la tecnica del ricamo tradizionale di Bosa, dalla pittura al tombolo.
Attraverso le mie fotografie mi piacerebbe che fosse evidente l'eccezionale bravura di queste artiste.
Partirò dal settore che mi ha colpito maggiormente (senza con ciò voler far torto agli altri; e mi scuso per eventuali imprecisioni, che vi invito a segnalare):

IL FILET DI BOSA (Làuru 'Osincu):
Cenni storici:
Il ricamo di Bosa (Làuru 'Osincu) è realizzato sulla rete a modano (su randàdu). La conoscenza e l'uso di questo manufatto è attestata fin dalla metà del XIV secolo. Bosa era un punto di riferimento per la produzione di manufatti in "filet", prima in Sardegna, poi, in tempi più recenti, anche nel "continente", fino a giungere nelle Americhe. La notorietà che la città guadagnò grazie a questa produzione artigianale fu dovuta alla presenza di diverse scuole-laboratorio sostenute da alcune signore, per lo più appartenenti alla borghesia locale.
Descrizione tecnica:
Per realizzare la rete si usano l'ago (s'agu), il modano (s'ispola) e la forma (su ferritu). Le basi di rete possono avere forma quadrata, rettangolare o a spirale.

Una volta realizzata la rete si procede col ricamo, detto su làuru, utilizzando il telaio, su telalzu, su cui si tende la rete, che viene fissata al telaio con filo resistente (intelalzadura).
Poi la ricamatrice traccia con il filo una sorta di bozza, usando il punto imbastitura (isterridura), che poi seguirà realizzando con il disegno, suddividendo gli spazi della rete a seconda dei moduli da rappresentare; quindi riprodurrà le guarnizioni con cui riempirà gli spazi lasciati liberi dai disegni principali (mustras) e dai moduli laterali (grecas).
Benché la tecnica di esecuzione dei manufatti sia affine a quella usata presso altre realtà del bacino del Mediterraneo, quelli realizzati dalle donne bosane, grazie all'uso di moduli particolari e alla presenza di punti tradizionalmente antichi, denotano immediatamente, ad un occhio esperto, la loro provenienza. I punti che particolarmente identificano la lavorazione bosana hanno la caratteristica di arricchire i moduli figurativi. Alla base dell'aspetto artistico che contraddistingue il ricamo di Bosa sta la ritmicità figurativa spaziale dei pieni e dei vuoti, delle luci e delle ombre ottenuti con effetto di chiaro e di scuro determinati dalla direzione data dal filo quando si compone il modulo figurativo.

Infatti, in gran parte, le iconografie dei moduli mustras sembrerebbero derivare le loro radici dalla dominazione bizantina a cui la Sardegna fu sottoposta per svariati anni.
(Bibliografia di riferimento: C. Bellini, Il Filet, Lavoro e tradizione delle donne a Bosa, Ed. U.N.L.A. Centro di Cultura Popolare, Bosa, 2004).







INSTALLAZIONE:



















L'artista Grazia Piredda ha realizzato un'installazione del tutto particolare: in un ambiente
buio, rotto soltanto dalla luce di un filmato in bianco e nero, una
porta bianca con due buchi vicino alla maniglia, attraverso i quali gli inservienti, un tempo, controllavano in qualsiasi momento della giornata i reclusi nel manicomio (ante Basaglia).

Aperta la porta, all'interno si possono vedere i graffi e le scritte degli stessi "ospiti". Figure simboliche ed evocative di quel clima in cui la persona era completamente annullata sono dipinte all'interno della stanza.

Denuncia - pretesto, questa installazione, anche per un incontro dibattito sulla condizione dei malati di mente di ieri e di oggi.










DOLCI TRADIZIONALI ARTISTICI:















Murgia Graziella




GIOIELLI E NON SOLO


Cadeddu Magi



















DECORAZIONI SU VETRO E CERAMICA SCULTURE GIOIELLO

Sanna Paola






















RICAMI SU SCIALLI ESEGUITI A MANO






Podda Alessia











SCULTURE IN CERAMICA


















Sardos Annalisa


CREAZIONI IN PATCHWORK

Arca Manuela



























CREAZIONI IN PELLE Tangianu Paola

 

 

















Abito della Signora Zara




RICAMI, TOMBOLO, TENERIFFA































Mattu Rosella


























DALLA ZUCCA IN POI

Canu Emanuela

Porceddu Giuseppe
















































GIOIELLI DI PANE
















Rondello Paola































PIZZI E GIOIELLI

Barmina Annalisa









































Riferimenti per contattare le artiste:
ARCA MANUELA- Creazioni in patchwork - tel. 329.7906679
BARMINA ANNALISA - gioielli
CANU EMANUELA - Prodotti realizzati con la zucca - cell. 349.8590705
CADEDDU MAGI - Gioielli e non solo - e-mail: magica61@libero.it
PINNA CASOMINA - Filet Bosa - cell: 320.0461427
LACANA VITTORINA - oltre il Decoupage - cell. 340.9282594
MASALA MARIA - Filet Bosa - cell. 349.4180447
MATTU ROSELLA - Ricami, Tombolo, Teneriffa - tel. 070 766903 ; cell. 3282817996;
e-mail: rosella.mattu@alice.it
MURGIA GRAZIELLA
PIREDDA GRAZIA - Artista, Installazioni - e-mail: grazia.piredda@hotmail.it
PODDA ALESSIA -Ricami su scialli eseguiti a mano - tel. 0785 20742
RONDELLO PAOLA - Gioielli di pane - cell. 333.7959359; e-mail: paolarondello@yahoo.it
RUNDINE M. ANTONIETTA - cell. 3477644382
SANNA PAOLA - Studio arte Sassari - tel. 079.270976; e-mail: paoletta.sanna@tiscali.it
TANGIANU PAOLA - Creazioni in pelle Sassari - Cell. 340 4741374;
e-mail: nitaelpelle@tiscali.it



























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VERONA: I DISEGNI MIEI E DI MARISA LONARDI RELATIVI A VERONA

 Disegni di Luigi Bologna e Marisa Lonardi Piazza delle Erbe Lungadige (che non c'è più) Piazza delle Erbe  Lavori sull'Adige nei pr...