(Fiaba di Luigi Bologna)
A Verdebrì, nel lontano paese di Mirlandia, il controllore Fileno si fermava sempre malvolentieri, perché la stazione era grigia, con le pareti piene di muffa e il tetto con larghe lastre di eternit. Sui davanzali c’erano dei vasi che dovevano essere di terracotta, ma che, ormai, erano diventati anch’essi tutti grigi, come se fossero di cemento.
Quasi mai nessuno saliva. Al macchinista più volte aveva chiesto se poteva evitare di fermarsi in quella stazione, che gli destava sempre una profonda malinconia. Quel giorno, però, stava accadendo qualcosa di particolare che attirò la sua attenzione: un uomo di piccole dimensioni,
Giunto col suo sèguito alla grotta del Vecchio Saggio del colle, Fileno fece un inchino di saluto e chiese al Vecchio l’antidoto.
- Io non sono un mago, rispose il Vecchio, né faccio miracoli. Sono qui da anni e anni sempre in meditazione a contatto con tutti gli esseri della natura.
- Quindi non puoi risolverci il problema del nostro bosco Verdebrì ormai diventato del tutto inospitale? Il nostro vecchio Zocratez ci ha detto che tu potevi procurarci l’antidoto per far tornare il bosco luzzurecciante e pieno di vita com'era prima! Si è dunque zbagliato?
- Socrates? Sono a lui legato da un’amicizia antichissima. Così v’ha detto? E’ il solito spiritoso amante dell’ironia. Io non posso proprio far niente, a meno che….
- a meno che…?
- … a meno che non intendesse dire che io posso …
- ... a meno che non intendesse dire che io posso ... provare a tirar fuori dal cassetto le bacchetta magica.
- Zì, zì, credo che volezze proprio quezto.
-Bene, bene; non l’ho mai usata, ma per l’amicizia che mi lega a Socrates, ci proverò.
E così il Vecchio Saggio del Colle estrasse la bacchetta e cominciò a pronunciare le parole magiche:
- Bac, bic, ...
- Ah, dimenticavo... oltre al bozco servirebbe una ziztematina anche alla ztazione della ferrovia di Verdebrì!
- Non interrompermi più, soprattutto finché pronuncio la formula magica! Riprendiamo: ...Bac, Bic, Buc, Bubac, Bubic, Bubuc ... vediamo nella sfera se ha funzionato. Verdebrì, mi hai detto, vero? No, è ancora tutto come prima. La formula non ha funzionato, e sai perché? No, non zo proprio.
- Dev’essere proprio per questo: la mia bacchetta funziona se i problemi hanno una causa naturale. Ma in questo caso non c’è stata né inondazione, né siccità, né terremoto, ma c’è stato lo zampino dell’uomo e io, così, non posso farci niente.
- Ma zei zicuro? Mi zembra impozzibile! Prova ancora.
E fu così che il Vecchio Saggio del Colle cambiò la formula magica, alzando la bacchetta:
- Bac, Buc, Bic, Bubac, Bubuc, Bubic ... vediamo … Sì, la Natura s’è mossa, ma non da sola. Per risolvere il problema ha chiamato a raccolta tutti i bambini dei dintorni con i loro colori.
E fu così che il giorno dopo, quando il macchinista Fileno passò per Verdebrì sgranò gli occhi vedendo la Stazione senza più muffa, dipinta a quadretti verdi e rosa, il tetto senza più lastre di eternit coperto con tegole rosse, i passeri sugli alberi, il bosco tornato verdissimo a splendere ed una frotta di bambini con i pennelli in mano che tornavano cantando alle loro case.
E, lungo il viottolo, Edolo e lo stuolo dei nanetti tornavano cantando alle loro case.
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