mercoledì 27 gennaio 2010

ORDINANZE ANTIBULLISMO IN VARIE CITTA'

Aumentano le ordinanze antibullismo. Perchè un tempo non c'era la necessità di tali ordinanze? I fatti: CATANIA: ORDINANZA BULLISMO E ATTEGGIAMENTI VIOLENTI Sono vietati in tutto il territorio comunale gli atti e i comportamenti, anche dovuti all’abuso di alcool o di stupefacenti, che si concretizzano in azioni di violenza, di vandalismo e di molestia; sono vietati gli atti vessatori, intimidatori e persecutori nei confronti di terzi, in particolare se posti in essere in aggregazioni di giovani, abitualmente riuniti in un medesimo luogo e che manifestano aggressività di gruppo e di intralcio all’ordinata, civile e serena convivenza urbana. Ferme restando le eventuali conseguenze di tali condotte sotto il profilo penale o amministrativo, le violazioni alla presente ordinanza comportano nei confronti dei soggetti responsabili l’applicazione di una sanzione pecuniaria da euro 50 a euro 500 oltre all’eventuale risarcimento del danno sopportato dal Comune, con facoltà, per i responsabili delle attività fonte e causa dei fatti degenerativi sopraindicati, di estinguere l’illecito amministrativo con il pagamento della sanzione in misura ridotta di euro 400.( da "Corriere del Sud") PARMA Atteggiamenti di violenza e comportamenti degenerativi – E’ l’ordinanza che colpisce il fenomeno del “bullismo” giovanile e che, inoltre, vieta tutti quei casi dove il comportamento di altri impedisca ad una o più persone di godere il diritto di serena convivenza civile. Fermo restando le eventuali conseguenze dal punto di vista penale, vengono vietati dall’ordinanza sindacale tutti gli atti e i comportamenti, anche dovuti all’abuso di alcol o stupefacenti, come alterchi, violenza, intimidazione e persecuzione nei confronti di altri e che manifestano un’aggressività di gruppo mediante azioni di vandalismo, di molestia o intralcio. Sanzione minima 450 euro.(da Ufficio Stampa Comune di Parma) ARZIGNANO: ORDINANZA CON MULTA PER I GENITORI Riprendo da "Bluradio": "E' firmata dal Sindaco di Arzignano (Vicenza) Giorgio Gentilin, fede Pdl e sindaco del comune vicentino dallo scorso giugno. Dopo diverse segnalazioni arrivate a www.sosarzignano.it di un gruppo di ragazzini adolescenti, italiani e stranieri, che sostavano davanti alla biblioteca molestando il bibliotecario e gli utenti, infastidendo e recando danni alle strutture, ha deciso di istituire una multa da 25 a 500 euro, in questo caso pagata dai genitori. Azioni concrete contro il bullismo quindi, coinvolgendo concretamente (e monetariamente) anche le famiglie. Il tutto però affiancando a queste misure drastiche, delle politiche giovanili di partecipazione e consapevolezza, garantisce il primo cittadino". Commento: In varie città italiane i sindaci stanno emanando ordinanze contro il bullismo, un fenomeno che si manifesta un po' dappertutto sul territorio nazionale e che, seppure in forme diverse, è sempre stato presente nella società e, in particolare, nella scuola italiana. Chi non ricorda ragazzate, compagni presi in giro per difetti fisici e per la loro debolezza psicologica? Bravate fatte all'interno, o all'esterno dell'edificio scolastico? Da alcuni anni, però, il bullismo fa discutere in modo particolare e sembra più preoccupante di un tempo per la natura e la quantità degli episodi. Perché? Varie sono, secondo me, le motivazioni: non mi soffermo su tutte; mi limito ad affrontare l'atteggiamento dei genitori: 1. Un tempo l'insegnante o il dirigente scolastico (o il responsabile di un'istituzione) di fronte ad un episodio di bullismo emetteva una sanzione e chiamava i genitori. Il ragazzo era punito sia dalla scuola che dai genitori, che gli toglievano la paghetta, lo facevano ragionare, lo rimproveravano, ... La disapprovazione sociale ed affettiva erano unanimi. Oggi i responsabili della scuola o delle Istituzioni fanno la stessa cosa di un tempo (finché non si stancano per la mancanza di risposte positive da parte della famiglia), convocano i genitori, ma, sempre più spesso non trovano degli alleati nell'educazione, ma degli avversari. "Mio figlio non può aver fatto questo"; "Faccia venire mio figlio per un confronto"; "Sono stati gli altri a trascinarlo; lui è debole"; "Mio figlio si sente preso di mira: sempre lui, quando succede qualcosa. Per forza, dopo, reagisce"; ecc., ecc. Queste alcune delle "frasi fatte" dei genitori. E quando un genitore ha questa reazione non c'è speranza di recupero del ragazzo, che ripeterà gli atteggiamenti antisociali da bullo, perché sente di poterlo fare, si sente protetto. Quindi si arriva alla necessità che le Istituzioni, la scuola, il comune, ... si difendano con le leggi o le ordinanze. 2. Senza voler eccedere nelle generalizzazioni, un tempo i genitori "si fidavano" della scuola e delle Istituzioni. Delegavano ad esse la funzione dell'istruzione. Si fidavano pure dei voti (anche se brutti) e delle sanzioni. Ora i cambiamenti della società, la partecipazione intesa in modo sbagliato come gestione di potere, hanno messo in crisi il ruolo dell'insegnante, che non gode più dell'apprezzamento sociale del proprio ruolo. E così, anche gli insegnanti più bravi, più preparati, più coscienziosi, di fronte a genitori sempre meno disposti ad accettare valutazioni e giudizi negativi, sono tentati, per vivere meno conflittualmente, a cedere di fronte alle pressioni, sbagliate, dei genitori (per esempio, dando il 6 o il 7 a chi non lo merita). E i ragazzi, così, fanno quello che vogliono, e si sentono giustificati. 3. Parecchi genitori (sempre senza generalizzare) non sanno come fare per abituare i ragazzi all'autonomia, al rispetto degli altri e di sé, all'assunzione di responsabilità. In una parola, non hanno autorità sui figli (da non confondere con l'autoritarismo, negativo). E questa difficoltà li induce spesso , per comodità o per incapacità, a non abituare i figli alle regole, ai limiti, all'impegno, al rispetto. Non li fanno crescere "con la spina dorsale": i ragazzi ritengono di poter fare tutto ciò che gli passa per la testa e diventano facilmente seguaci di compagni che propongono azioni antisociali. Nel passato nessuno si sarebbe sognato di fare leggi od ordinanze contro gli episodi di bullismo che, ripeto, c'erano e talvolta erano anche gravi, perché c'era un accordo educativo tra scuola, famiglia e società: la disapprovazione era unanime. E quasi sempre ciò bastava per far rientrare nella normalità dei comportamenti i ragazzi che "avevano sbagliato". Oggi queste leggi od ordinanze diventano sempre più necessarie proprio per la mancanza della "sponda" famiglia. E, a parte la difficoltà di trovare i colpevoli degli atti di bullismo, è facile prevedere che parecchi genitori (sempre gli stessi che difendono contro ogni evidenza i figli, in tal modo rovinandoli) di ragazzi "bulli" contesteranno i provvedimenti ed avvieranno numerose contestazioni giudiziarie. Con la conseguenza che, alla fine, la mancanza di condanna consoliderà i ragazzi nella convinzione che possono continuare a commettere atti di bullismo ed a farla franca. In un prossimo post rifletteremo su quanto si può fare di positivo per educare alla socialità ed alla legalità. Luigi Bologna, 27 .01.2010

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