sabato 30 gennaio 2010

OBBLIGO SCOLASTICO A 15 ANNI

L'ultimo anno di obbligo scolastico può essere assolto lavorando come apprendisti.

PREMESSA

Un emendamento al ddl lavoro, collegato alla Finanziaria, approvato dalla commissione Lavoro della Camera, prevede che si possa assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico anche in percorsi di apprendistato. Si potrà cominciare a lavorare come apprendisti già a 15 anni e questo varrà come se si fosse stati in classe. Il testo deve essere approvato dalla Camera e poi tornare al Senato per l'approvazione definitiva. Fra poco, in Italia, l'obbligo scolastico scenderà a 15 anni.

"Dagli anni '70, l'obbligo valeva fino al conseguimento della licenza di scuola media inferiore e, in ogni caso, fino ai 14 anni di età. Era reato lavorare per persone di età inferiore ai 14 anni. Nel 1997 è Luigi Berlinguer, ministro dell'Istruzione del primo governo Prodi, a innalzare l'obbligo scolastico da 8 a 10 anni, cioè fino al compimento del sedicesimo anno di età.

Lancette indietro, nel 2003, poi, con Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione del governo Berlusconi, che abroga la riforma Berlinguer: cancellato l'innalzamento dell'obbligo scolastico.

Il 2003 è anche l'anno della legge Biagi e del decreto legislativo di attuazione della legge dove (cancellato l'obbligo scolastico fino a 16 anni) si legge che «possono essere assunti, in tutti i settori di attività, con contratto di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, i giovani e gli adolescenti che abbiano compiuto quindici anni». Nuovo scenario durante il secondo governo Prodi, con ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni che ripristina le decisioni di Berlinguer. Con la Finanziaria 2007 si stabilisce che l'istruzione impartita «per almeno dieci anni è obbligatoria», con la precisazione che «l'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni». Nella legge si prevede comunque che i giovani possano, dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria inferiore, iscriversi a corsi di formazione professionale delle Regioni.

La manovra estiva 2008 interviene nuovamente (governo Berlusconi, ministro Mariastella Gelmini) allargando il campo dei possibili percorsi di formazione con cui assolvere l'obbligo di istruzione a tutta la formazione professionale, dai periti industriali alla scuola per diventare parrucchiera. Con la norma approvata oggi, Governo e maggioranza rimettono mano al principio che a quindici anni è possibile prevedere che un giovane entri in azienda, con un contratto di lavoro, lasciando i 'banchi' di scuola o dei corsi di formazione professionale" (N.Co.) (Il Sole 24 ore, 28 gennaio 2010)

L’obbligo scolastico in Europa

Nazione

Età inizio obbligo

Età termine obbligo

durata obbligo

(anni)

(anni)

(anni)

Ungheria

5

18

13

Belgio

6

18

12

Italia*

6

15

9

Gran Bretagna

5

16

11

Malta

5

16

11

Olanda

5

16

11

Lussemburgo

4

15

11

Francia

6

16

10

Germania

6

16

10

Lituania

6

16

10

Slovacchia

6

16

10

Spagna

6

16

10

Danimarca

7

16

9

Finlandia

7

16

9

Lettonia

7

16

9

Polonia

7

16

9

Svezia

7

16

9

Austria

6

15

9

Cipro

6

15

9

Grecia

6

15

9

Irlanda

6

15

9

Portogallo

6

15

9

Repubblica Ceca

6

15

9

Slovenia

6

15

9

Estonia

7

15

8

nb= Austria e Germania prolugano l'obbligo fino a 18 anni in forma integrata con il lavoro. *secondo l'emendamento in corso di approvazione (n. LB)

(Elaborazione Tuttoscuola)

Commento

"...gli ultimi studi di Ocse (l'Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico) e Banca d'Italia raccomandano l'esatto opposto: investire in istruzione. Lo scorso mese di novembre, la Banca d'Italia ha pubblicato uno studio dall'emblematico titolo "Investire in conoscenza". I due economisti Federico Cingano e Piero Cipollone evidenziano tutti i vantaggi connessi con un aumento del grado di preparazione dei cittadini italiani. Un massiccio investimento da parte dello stato in istruzione verrebbe più che compensato dalle entrate fiscali, a parità di prelievo, e dai minori costi derivanti dall'aumento del tasso di occupazione. E un anno in più sui banchi di scuola rende, secondo gli esperti di Bankitalia, nel medio-lungo periodo quasi il 9 per cento in termini di remunerazione del lavoro. I vantaggi maggiori sono per i laureati, il cui titolo di studio può fruttare più del 10 per cento e il diploma di maturità, il 9,7 per cento.
Da You Tube: il video dell'intervento del prof. Pietrasanta, che illustra la posizione di AP sull'emendamento
Durissimo il commento del senatore Antonio Rusconi, componente della commissione Cultura di Palazzo Madama. "Si tratta di un provvedimento assurdo che ci allontana ancora di più dai livelli dell'istruzione previsti dal trattato di Lisbona e soprattutto annulla una conquista importante del governo del centrosinistra, ovvero l'obbligo all'istruzione svolta nella scuola superiore o professionale fino a 16 anni, ma comunque nella scuola". "Di fatto - prosegue Rusconi - il governo Berlusconi sembra orientare la scuola e la società italiana verso indirizzi 'classisti', la serie A dei licei, la serie B degli Istituti tecnici, la serie C dei professionali, e ora per qualcuno, subito dopo la terza media, l'idea di andare subito al lavoro". All'estero, secondo il senatore del Partito democratico, "la crisi economica la si sta combattendo con più investimenti" su scuola, università e formazione. "E' l'ultimo atto dello smantellamento di un vero obbligo scolastico": così il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, commenta l'emendamento. "Siamo decisamente contrari. Prevedere questo - afferma il sindacalista - significa mettere in discussione l'essenza stessa dell'obbligo scolastico che va assolto nei percorsi di istruzione e formazione, e non attraverso l'apprendistato che nella maggior parte dei casi si traduce in un lavoro vero e proprio dove di apprendimento c'è ben poco".... Critiche sono state espresse anche dal segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini. La richiesta del sindacato è quella di "rilanciare l'apprendistato per aiutare concretamente l'occupazione dei giovani", ma di farlo in collegamento con "percorsi di istruzione e formazione professionali nei quali, come previsto dalla legge, si assolva all'obbligo di istruzione". (da Repubblica, Salvo Intravaia )

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