giovedì 28 gennaio 2010

Spigolature da 'La lunga attesa dell'angelo' di Melania Mazzucco, ed. Rizzoli

PASSI SCELTI DA: "L'Attesa dell'angelo" di Melania Mazzucco
LA VITA: "I passi, i rumori, i corpi, i colori, le lusinghe, la vita è stata questo, e lo sarà ancora - un movimento senza fine, un crollo e una fuga, un volo e una caduta" (p. 10)
"E' la vita trascorsa che rende le persone uniche. Solo l'esperienza, il dolore, la perduta gioia, il disincanto, rendono ogni essere umano irripetibile, e perciò prezioso" (p. 79)
"Non voglio giustificazioni e nemmeno essere assolto - né potrei, aver vissuto è già una colpa imperdonabile. Voglio solo ricordare - e ricordando vivere e far vivere ancora" (p.10)
"La persistenza delle cose e dei luoghi che abbiamo amato mi illude che qualcosa di noi persista in essi (p. 106)
"Alla fine, ognuno di noi è davvero poca cosa: tutto ciò che lo distingue da milioni di altri si può ridurre a una smorfia, un aggrottamento di sopracciglio, un porro sul naso." (p. 47)
"La medicina per vivere non è il ricordo, ma la dimenticanza. E più di tutto si devono dimenticare i momenti felici. Viene il tempo in cui bisogna smettere di amare coloro che abbiamo amato. Non è un tradimento, ma l'inizio della rinascita." (p. 270)
VECCHIAIA E GIOVINEZZA: "Chi esalta i pregi della vecchiaia dimentica di ricordare quanto può essere noiosa la vita di un vecchio. Io se potessi tornare giovane rinuncerei volentieri ai pregi della vecchiaia e se potessi trattenermi vecchio rinuncerei volentieri alla liberazione della morte" (p. 14)
"... il passato, le difficoltà, gli ostacoli, la malevolenza, i sotterfugi - tutto si è allontanato
da me così rapidamente che sembra solo una favola, è già una leggenda e una menzogna. Quando si diventa vecchi, il passato lasciato indietro diventa un paese nel quale non si può più tornare, dal quale ci hanno bandito per sempre - e dall'esilio del presente lo si può rimpiangere, ma non lo si può ritrovare. Nemmeno nella memoria esso esiste più: si allontana e cambia forma e muta posizione come certe isole perdute sulle carte geografiche, che i marinai cercano invano sugli oceani". (p. 65)
" Passati i quarant'anni le impressioni si incidono con forza dentro di noi, che le assaporiamo con un piacere più acuto proprio per questo, ma dopo i sessanta niente si incide più. E' come se il bulino della vita avesse perso la punta e noi fossimo divenuti uno schermo di metallo infrangibile. Dopo, solo il dolore può scalfirci." (pp. 312 - 313)
"Bisogna essere diventati vecchi per capire quanto è breve la vita" (p. 143)
"Non vedere le cose lontane è una malattia di giovinezza. Ai vecchi le cose invisibili sono quelle vicine." (p. 140)
IL NEMICO: " ... se non puoi sconfiggerlo, devi vivere in pace col tuo nemico. E' quello che devono fare gli Stati, e anche gli uomini" (p. 14)

IL MATRIMONIO: "Il matrimonio può essere la vita dell'uomo, ma anche la sua morte: se la moglie è buona, è la fortuna del marito, se è cattiva, è una morte continua, che ti consuma ogni giorno e dura per sempre" (p. 25)

CREARE: " Creare [quando sei giovane] ti è naturale come respirare. L'abbondanza della
materia ti seduce, la tua energia ti rassicura. Poi però viene la necessità di vivere.
Creare diventa indispensabile e insieme ovvio, come evacuare." (p. 13)
"Dicono che la faccia che ci crea il tempo assomiglia alla nostra vita,
e che nelle pieghe della labbra, in ogni chiazza della pelle possiamo lèggere
ciò che ci è accaduto." (p.14)
"Ciò che rende l'uomo diverso dalle altre creatura è la capacità di
manipolare gli elementi, di inventare e creare.(p.52)
L'ARTE "L'arte è la ricchezza della povertà. Chi crea non ha nulla, ma possiede tutto."
(p. 267)
"L'arte non imita la natura, ma la crea. La verità e la bellezza non sono
nelle cose, non sono nel mondo, ma nel profondo di noi... Devi arrivare a sognare ciò che ricordi. Questo significa creare". (p 88)
"Le opere ... sono più libere di noi. Esse attraversano il tempo e lo spazio. Non hanno catene. Non invecchiano mai. Un'opera riuscita è sempre giovane, come fosse stata dipinta ieri".(p. 321)
"Ci facciamo il ritratto per fermare l'istante. Per raccontare un momento della storia e della vita non come davvero è stato, ma come avrebbe dovuto essere - spostando l'asse della verità appena appena, ma quel poco che basta a crearla come mai fu davvero. Per restare di fronte al tempo e al silenzio e a Dio come eravamo, o credevamo di essere, nei nostri sogni e nelle nostre finzioni". (p. 321)
"L'artista più grande non è quello che inventa, disegna e colorisce meglio. Ma quello che al momento giusto sa staccare la mano dall'opera" (p. 339)
"I quadri sono vivi, e tutto ciò che è vivo è destinato a morire" (p. 175)
"Dipingere è ricordare un sogno" (p. 88)

1 commento:

laura ha detto...

Salve. Vorrei segnalare, se può interessare, che è online l'intervista esclusiva che Melania Mazzucco ha rilasciato al nostro blog www.leragazze.wordpress.com

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