mercoledì 20 gennaio 2010

"IL SERVIZIO DELL'AUSER NON E' DI PUBBLICA UTILITA'"

"E' inaccettabile dover iscriversi a un sodalizio legato alla Cgil per accedere al Centro sociale", afferma il sindaco Roberto Rettondini
I FATTI:
1° atto: Da alcuni anni l'Auser, sulla base di una convenzione stipulata col comune, gestiva un servizio di trasporto degli anziani che dalle frazioni si recano al centro, soprattutto il sabato e la domenica, per partecipare alle varie attività. La Giunta non ha rinnovato la convenzione con l'Auser perché "il servizio, riservato esclusivamente agli iscritti all'Auser , non è di pubblica utilità". "La scelta è stata suggerita da una questione di principio e di correttezza nei confronti di tutta la comunità. Per salire sul pulmino concesso dal Comune così come per sedersi al bar ed usufruire delle altre attività del Centro è infatti necessario iscriversi ad un'associazione nata in seno alla Cgil e quindi dichiaratamente di parte... E' inammissibile, sbotta il sindaco, che mia mamma, per fare un esempio, che ha 80 anni, così come qualsiasi altro anziano debba staccare la tessera dell'Auser per frequentare un luogo ricreativo che ogni anno costa al Comune oltre 50mila euro. Detto, fatto. Da questo mese i volontari del sodalizio sono stati costretti a servirsi delle loro auto per prelevare e riaccompagnare a casa una parte dei loro 500 iscritti" (da 'L'Arena' del 20 gennaio 2010). 2° atto: 123 anziani utilizzatori del servizio hanno firmato una petizione al sindaco per la prosecuzione del servizio di trasporto da parte dell'Auser. 3° atto: La giunta, in questi giorni, ha fatto marcia indietro, rinnovando la convenzione con l'associazione Auser per il trasporto degli anziani fino a giugno 2011. Così per un altro anno l'Auser potrà utilizzare il Renault Combi del Comune. Nel frattempo il comune modificherà le modalità di accesso al Centro, predisponendo l'utilizzo di una tessera passpartout valida per ogni sodalizio. 4° atto: dal giugno 2010 sarà attuata la soluzione radicale indicata al punto 3. COMMENTO:
E' innanzi tutto necessario distinguere le varie questioni sul tappeto: 1. IL SERVIZIO DI TRASPORTO: è una buona cosa che sindaco e giunta abbiano deciso di rinnovare la convenzione con l'Auser, perché il primo aspetto da valutare è la validità del servizio. E non v'è dubbio che questo sia un servizio di grande importanza. A questo proposito sbaglia il sindaco ad affermare che non si tratta di "pubblica utilità". 2. LA QUESTIONE TESSERA: è una questione annosa che è utile discutere. Ogni associazione (si chiama così proprio per questo) ha i propri soci che svolgono le attività proposte dall'associazione. Ogni socio è iscritto ed acquista annualmente una tessera. La tessera è quindi segno di iscrizione all'associazione e dà la copertura assicurativa obbligatoria in caso di infortunio, incidente, ecc., all'associato; i soldi versati servono per il mantenimento dell'associazione sia a livello locale che nazionale (se c'è). Occorre, a questo punto, distinguere due situazioni diverse: a) l'associazione opera su un piano strettamente privato, è proprietaria della sede in cui opera e non riceve contributi pubblici; b) l' associazione opera su un piano di "pubblica utilità" e/o riceve finanziamenti pubblici per lo svolgimento delle attività, che vengono svolte al posto dell'Ente pubblico. Il primo caso non presenta alcun problema, in quanto si svolge su un piano del tutto privato e quindi nessuno può reclamare di essere tagliato fuori. Il secondo caso (e, in questo, rientra la gestione Auser) è più problematico, in quanto sia il contributo pubblico, sia la proprietà pubblica dell'immobile devono garantire la possibilità a tutti di usufruire del servizio. Il problema che si presenta a questo punto è il seguente: l'acquisto della tessera, necessario sia per l'iscrizione che per l'assicurazione, (indipendentemente da quanto costa) è una coercizione che impedisce a qualcuno l'accesso alle iniziative di pubblica utilità? A mio parere sì. Allora, se si vuole mantenere il servizio, se si decide di affidare il servizio ad una associazione (perché il servizio viene a costare molto meno, dato l'apporto dei volontari, perché è positivo, dal punto di vista sociale, che ci siano molte persone impegnate nella gestione delle iniziative, perché se ci sono dei volontari ben motivati socialmente l'iniziativa viene gestita meglio che se fosse gestita direttamente dal comune), occorre trovare una modalità che consenta di superare l'ostacolo della tessera di una singola associazione. Cosa che il sindaco ha dichiarato di voler fare per l'anno prossimo. L'esperienza del Cineforum al Teatro Salus può servire di esempio per la soluzione del problema. Fino all'anno scorso chi voleva assistere ai cicli di film al cineforum doveva acquistare la tessera del Circolo Noi (Circolo che ha ricevuto vari e importanti contributi pubblici). Da quest'anno non più: se un cittadino che assiste alla rassegna del Cineforum vuole, può farsi la tessera del Circolo Noi; se non paga la tessera del Circolo Noi, può vedere la rassegna, pagando la stessa quota di chi si fa anche la tessera (la differenza penso serva per l'assicurazione). Anche per il Centro per le Attività Sociali si può utilizzare lo stesso sistema.
3. IL RAPPORTO CON LE ASSOCIAZIONI: rimane però aperto un altro problema: qual è l'atteggiamento corretto di un'amministrazione nei confronti delle associazioni e delle loro attività? E' quello di valorizzare tutte le potenzialità del volontariato, indipendentemente dal fatto che siano "simpatiche o antipatiche" o è quello di far sparire gli "antipatici" e di premiare gli "amici"? Saranno le scelte concrete dell'amministrazione ad evidenziare se l'intento dell'amministrazione sia il primo o il secondo. Legnago, 20.01.2010, Luigi Bologna

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