venerdì 2 aprile 2010

LA CECA(EX ANTICROMOS) E LA COMPATIBILITA' AMBIENTALE

I fatti (da l'Arena del 2 aprile 2010, di Stefano Nicoli) La Ceca Italiana Srl... ha presentato al settore ambiente della Provincia di Verona... la richiesta di "poter innalzare il quantitativo annuo dei rifiuti trattati dalle attuali 14mila a 17mila tonnellate". Un'esigenza giustificata dalla ditta "per fronteggiare le richieste dei clienti"... Ma la Giunta non vede affatto di buon occhio un potenziamento del riciclaggio dei carboni esausti che, "lievitando del 21,43 per cento la produzione, arrecherebbe solo grossi disagi". Tant'è che, dopo aver partecipato ai due tavoli tecnici convocati ai Palazzi Scaligeri il 19 febbraio e il 15 marzo, Lorenzetti e Donella [rispettivamente assessore all'ecologia e consigliere delegato alle problematiche legate all'inquinamento] hanno spedito una raccomandata in Provincia per ribadire, attraverso una serie di osservazioni alla procedura in corso, "la ferma contrarietà dell'amministrazione al rilascio dell'autorizzazione alla Ceca, che non garantirebbe tra l'altro nuove assunzioni". "Oltre che per invitare la commissione provinciale", informano i due amministratori", "a sottoporre il progetto in questione a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)". "Non possiamo infatti negare l'evidenza in quanto", aggiungono Lorenzetti e Donella, "l'accrescimento di produttività comporterà maggiori emissioni inquinanti, un aumento del traffico e degli stoccaggi a cielo aperto a danno di un quartiere residenziale in espansione ed in aperto contrasto con il nostro programma elettorale". Da qui, come si legge in calce alla lettera, l'invito rivolto alla Ceca, "di prendere in seria considerazione la possibilità di trasferire lo stabilimento in un luogo più idoneo e lontano dal centro abitato, che sarebbe già stato individuato in conformità a quanto previsto dal Prg". Commento E' giusto non concedere alla Ceca alcun aumento né degli immobili industriali né della produzione. Da anni, ormai, questa fabbrica chimica non è collocata nel posto in cui dovrebbe, cioè molto lontano dal centro abitato. E' giusto, quindi, che si prospetti alla direzione di quell'azienda di spostarsi. E' giusto anche, come ha fatto la passata amministrazione con l'assessore Pozzani, che uno stringente protocollo d'intesa tra Comune e Ceca vincoli quest'ultima al rispetto di tutta una serie di parametri restrittivi sulle modalità produttive e sulle emissioni sia nell'aria che nell'acqua (e per questo è assolutamente necessario monitorare costantemente ed all'insaputa dell'azienda le emissioni). E' però sempre più necessario fare in modo che l'azienda sia "costretta" a spostarsi. Oltre alle abitazioni esistenti da decenni, oggi riscontriamo che lo sviluppo edilizio - commerciale di Legnago ha un'importante espansione proprio in quella zona. Già è sorto il Galassia; nell'area tra il Galassia ed il Bussè sono previsti importanti insediamenti abitativi, è previsto il Centro a servizio delle Imprese (Edificio 13, amministrazione attuale permettendo); è prevista una consistente edificabilità tra la zona cimetero ed il Bussè, nell'area ex Pasqualini. Quindi la Ceca è proprio fuori posto. Il Piano regolatore, proprio per favorire lo spostamento della Ceca, oltre che prevedere nuove aree lontane dal centro, ha previsto anche una valorizzazione dell'area Ceca dandole una destinazione edificabile. Qual è allora il motivo per cui la Ceca ha finora deciso di non spostarsi? Se costruisse un nuovo stabilimento, la Ceca dovrebbe adeguarsi a tutte le nuove normative, molto più restrittive che per una fabbrica già esistente da tanti anni, sia per le emissioni in aria che in acqua. Questo significherebbe assumersi costi molto più alti degli attuali. Bisognerebbe che il Parlamento prevedesse l'adeguamento- seppur progressivo - agli stessi parametri, tanto più che le vecchie fabbriche, più inquinanti, si trovano più vicine alle abitazioni. Questo, com'è ovvio, non è un compito dell'amministrazione comunale. L'amministrazione, dal canto suo, deve fare una minuziosa, paziente e costante azione di controllo, servendosi degli Enti preposti e rendere impossibile alla Ceca "sgarrare" sui valori di emissioni consentite. In breve tempo, se ciò fosse fatto, alla Ceca converrebbe anche economicamente spostarsi dal centro. E se l'azienda minacciasse il ricattto di aprire in un'altra parte del mondo (cosa possibile), è importante non cedere al ricatto: dispiacerebbe per la mano d'opera (poca) ancora impegnata, ma il valore della salute deve rimanere al di sopra di tutto.
-

Nessun commento:

VERONA: I DISEGNI MIEI E DI MARISA LONARDI RELATIVI A VERONA

 Disegni di Luigi Bologna e Marisa Lonardi Piazza delle Erbe Lungadige (che non c'è più) Piazza delle Erbe  Lavori sull'Adige nei pr...