venerdì 28 maggio 2010

Fusione del bronzo: tecnica. Visita alla fonderia Guastini


LA FUSIONE DEL BRONZO

Venerdì 16 aprile il gruppo MagicArgilla ha visitato la fonderia artistica Guastini s.r.l. di Gambellara. Il titolare ci ha gentilmente introdotti nella conoscenza del  lungo e difficile percorso che l’opera d’arte esegue dal momento che il prototipo o originale viene consegnato dall’artista alla fonderia per essere riprodotto in bronzo.  Occorrono non meno di tre o quattro mesi a seconda della complessità dell’opera e indipendentemente dalle sue dimensioni  proprio perché il procedimento, che vedremmo poi in dettaglio, comporta un lungo processo. La tecnica della fusione del bronzo, costituito da una lega di stagno e rame, denominata  a “cera persa”, ha origini antichissime. I primi ad usarla furono gli egizi, (2000 a.c.), i cinesi (1600 a.c.) ma la sua massima espressione viene raggiunta nell’arte greca (Policleto, Lisippo e Mirone) le cui opere sono giunte alla nostra conoscenza attraverso le copie in gesso o marmo realizzate dai Romani. In Italia la tecnica fu largamente impiegata dagli Etruschi.

REALIZZAZIONE DELLO STAMPO
Tutto ha inizio ovviamente dall’opera d’arte, espressione unica della creatività di un artista. Questa può essere realizzata nei materiali più disparati: terra cotta, gesso, polistirolo, plastilina, ecc.
Sull’originale la fonderia procede alla realizzazione dello stampo negativo necessario alla riproduzione di una fedele copia  in cera. Oggi il materiale  comunemente più usato per la realizzazione degli stampi è il silicone perché risulta essere molto fedele anche ai minimi particolari ed inoltre è utilizzabile per più copie: unico svantaggio: è molto costoso. Un tempo, quando non c’era il silicone, e ancor oggi per opere di grandi dimensioni con limitati particolari e sottosquadra, si usava la gelatina, meno precisa ma decisamente più  economica. Se l’oggetto da riprodurre è un tuttotondo si dovranno eseguire due stampi raffiguranti le due parti della figura sezionate centralmente e si dovrà provvedere alla realizzazione di  una struttura di sostegno  per sorreggere il silicone che, dopo il raffreddamento, risulta estremamente malleabile  e non in grado di auto reggersi. Una volta ottenuto lo stampo si stende sullo stesso uno strato di cera vergine dello spessore di 5 o 6 mm. L’operazione viene comunemente  fatta con un pennello. Lo spessore di cera del modello corrisponderà a quello del metallo destinato a sostituirlo. Più lo spessore è sottile maggiore è la qualità  dell’opera. Per regolare la consistenza dello spessore e anche per smorzare l‘intensità del colore della cera si usa aggiungere un colorante, spesso il nero,  che risulta essere meno fastidioso anche per la vista degli addetti.  Una volta che la cera d’api si è uniformemente distribuita e in parte solidificata si aggiunge uno spessore più consistente di cera “tecnica” si tratta di un prodotto sintetico, meno pregiato e più rigido, destinato ad avere funzione di sostegno della parte vergine dove avviene l’effettiva riproduzione dell’opera. Assemblato lo stampo con il contenuto della cera si immette all’interno dello stesso un’anima di argilla refrattaria (nucleo) avendo cura di inserire dei chiodi distanziatori tra la cera tecnica e l’argilla per mantenere la stabilità dell’insieme. Prima di installare l’anima è utile pesare il modello in cera, per poter valutare la quantità di bronzo necessaria al lavoro, quantità che si otterrà moltiplicando per 10 il peso della cera. A questo punto entra in campo il “formatore” ovvero quella persona che ha il compito di intuire quali possono essere i punti critici della figura nei quali si possono creare difficoltà di distaccamento tra lo stampo e la cera, vuoi per la presenza di sottosquadra, vuoi per parti più o meno sporgenti. Sarà la sua esperienza che suggerirà il modo migliore con il quale trattare lo stampo, se mantenerlo intero, se sezionarlo e procedere poi alla realizzazione dell’opera per parti separate. Una volta solidificata la cera il formatore estrae il positivo dallo stampo e  consegna  la copia in cera, ripulita dai residui, all’artista per le eventuali ultime modifiche o migliorie.

            
Una volta definito il modello da riprodurre questo viene preparato per accogliere la fusione del bronzo. Qui l’esperienza dell’artigiano gioca un ruolo fondamentale che è poi l’applicazione di quella sensibilità artistica che caratterizza questo lavoro e che premia la fatica di quanto con passione lo svolgono. Ogni figura, sulla base della sua conformazione viene ad essere il soggetto di un progetto di canalizzazione che deve da un lato alimentare il vuoto lasciato dalla cera “persa” e dall’altro fare fuoriuscire la colata di cera e i gas prodotti dal metallo. Si tratta di una rete di condotti distinti  e separati che possiamo definire come sistema di evacuazione dei gas  e sistema si alimentazione del metallo.  In questa fase il modello viene comunemente lavorato capovolto (es. una figura con la testa in giù) nella sua parte inferiore viene creato un condotto in cera  dal quale la cera sciolta uscirà (in parte) e si disperderà nel l’involucro di argilla refrattaria che avvolgerà il modello. Il modello verrà ingabbiato in una rete di canali o getti. I getti principali, di dimensioni più grandi, accoglieranno attraverso un imbuto posto sul punto più alto della struttura reticolare, la colata di bronzo fuso che  si distribuirà lungo il perimetro della figura per poi collegarsi al modello di cera nella sua parte inferiore. I getti secondari, più piccoli,  formano il collegamento tra i getti principali e il modello di cera e permettono la distribuzione capillare e simultanea del metallo fuso su tutte le parti lasciate libere dalla cera; questa deve avvenire rapidamente per evitare il solidificarsi del metallo. Per la realizzazione dei getti si utilizzano canne di bambù in quanto questo materiale durante la combustione non rilascia residui. Le canne vengono  posizionate con la stessa inclinazione in modo obliquo per favorire  il processo di distribuzione del metallo per il principio di espansione dei liquidi  attraverso  “vasi comunicanti” oltre che per evitare la formazione di bolle d’aria e garantire una uniforme distribuzione del metallo di fusione. Nella parte superiore oltre all’imbuto di  colata si trovano le parti terminali dei condotti detti “sfiati”, più sottili dei getti ,  collegati alla parte alta del modello di cera, necessari alla fuoriuscita dell’aria e del gas prodotti dalla fusione

Una volta realizzato il sistema di alimentazione si passa alla realizzazione dello stampo “in polvere” si tratta di uno stampo realizzato con una miscela di gesso e materiale refrattario (sabbia, laterizio sbriciolato ecc.) che  è poi la stessa composizione dell’anima posta all’interno del modello di cera. Il pezzo munito dei canali di alimentazione  e di evacuazione viene ricoperto di materiale di stampaggio sufficientemente fine e adatto a sopportare temperature elevate, deve inoltre essere resistente per contrastare la pressione e poroso per permettere la fuoriuscita dei gas della fusione. Sul modello in cera viene inizialmente applicato un primo strato di impasto molto sottile, steso a pennello e di consistenza collante, per essere più fedele possibile . Si monta poi attorno al pezzo una specie di manicotto di impasto refrattario lasciando uno spazio vuoto tra i due . Quando il secondo ha raggiunto il livello superiore dell’imbuto di colata lo si riempie con un composto, sempre refrattario, di consistenza fluida:  i getti e gli sfiatatoi sono evidentemente inglobati nello stampo cilindrico. Per finire questo verrà ulteriormente avvolta da uno strato di materiale più grezzo. Dallo stampo così composto  rimarrà visibile solamente la bocchetta dell’imbuto di alimentazione posta sulla parte superiore e i fori degli sfiati.

COTTURA DELLO STAMPO

La cottura svolge due funzioni, quella di cuocere completamente le parti laterizie dello stampo (refrattario e nucleo)  e quello di sciogliere la cera costituente il modello e la canalizzazione. Lo stampo viene messo in forno con l’orifizio dell’imbuto di colata rivolto verso il basso.  I forni, del tutto simili a quelli per la ceramica, sono dotati di contenitori per la raccolta della cera sciolta. I tempi di cottura variano a seconda della grandezza dei bozzi, minimo 10 ore, per opere molto grandi anche 3 giorni. Il forno viene portato progressivamente a 400 gradi. La metà del tempo di cottura viene impiegato per portare lentamente il forno alla temperatura necessaria, l’altra metà per procedere altrettanto lentamente al suo raffreddamento. Intorno ai 300 gradi avviene lo scioglimento della cera che fuoriesce parte dall’imbuto e parte dal canale di scarico appositamente creato. Questo canale, una volta terminata la cottura dello stampo dovrà essere sigillato per non permettere la fuoriuscita del bronzo. Il bozzo una volta raffreddato viene collocato in una buca di sabbia dalla quale fuoriuscirà solamente l’imbuto che si troverà nella giusta posizione per accogliere il crogiuolo colmo di bronzo fuso. Una volta avvenuto il raffreddamento del metallo lo stampo in polvere viene distrutto con scalpello e utensili da punta e il materiale può essere recuperato e riciclato per la composizione di altri stampi. Poi ha inizio il lavoro di rifinitura del pezzo.



RIFINITURA                                                                                                                                                                                                                             
Dopo la colata il pezzo di metallo viene estratto dallo stampo per l’operazione di “scoccaggio” . La scultura sarà liberata dalla rete dei getti e dei condotti che la circondano con l’aiuto di scalpelli e seghe. Le sbavature vengono tolte a mano con scalpello e lima mentre per le saldature si utilizza lo stesso bronzo di colata avente lo stesso calibro. Occorre inoltre procedere all’eliminazione dell’ anima e del chiodi che la tenevano ancorata al modello. La scultura viene quindi rilavorata con le tecniche del martellaggio e della cesellatura per eliminare le tracce dei getti, dei condotti e altre imperfezioni. Dopo questa operazione si passa alla realizzazione della patina. Anche la scelta della patina  è una vera operazione artistica. Le variabili sono  molteplici e dipendono dalla diversa combinazione chimica degli ossidi impiegati. Il risultato finale è strettamente connesso con le scelte operate in questa fase in quanto il trattamento della superficie dell’opera ha il compito di valorizzare ed esaltare la forma e di preparare l’opera  ad accogliere la luce con i toni più appropriati che vanno dalle calde sfumature del rame, alla purezza dell’ottanio  alla lucentezza dell’argento, per permettere alla scultura di sprigionare nel modo più efficace la sua forza espressiva e portare all’uomo l’universale messaggio della bellezza.

                                                                     









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martedì 25 maggio 2010

Ceramiche di Luigi Bologna

 
       Centro tavola, diam. cm. 42

                                             Orologio con segni zodiacali, cm.34 x cm.34

                                            Omaggio a Picasso, cm 42,5  x cm.27

                                                                                                  Omaggio a Picasso, cm 24 x cm.27

                                                     Vaso con figure femminili, cm. 22x 27


                                                             Vaso con figure femminili 

                                                           Omaggio a Picasso, pannello in terracotta


                                                    L'Africa ci guarda, grande pannello di formelle di terracotta














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domenica 23 maggio 2010

La discarica degli angeli

Ho appena finito di leggere, tutto d'un fiato il romanzo opera prima di Mario Bonfante, amico ed architetto di Villa Bartolomea che, dal 2001, ha deciso di "dare una svolta alla propria vita, dedicandosi a ciò che più ama: scrivere, leggere, fotografare e vivere a contatto con la natura" (dal risvolto di copertina) .
Innanzi tutto vi invito al leggerlo.
Per me è stata una sorpresa graditissima: ho incontrato uno scrittore maturo che ha saputo realizzare con l'arte della parola un meraviglioso mosaico.
Protagonisti del romanzo sono gli ultimi, i "relitti" della società, visti attraverso gli occhi di Bruno, il custode della discarica comunale di un paese della Bassa; personaggi che, via via, mostrano di essere ricchi di sentimenti, di valori. Ultimi sì, ma non vinti. Attraverso vicende di emerginazione, di violenza, di dolore, risulteranno vincitori, perché portatori di valori che nella società si sono perduti.
Il romanzo è narrato in prima persona e questa scelta stilistica ha dato all'autore la possibilità di seguire il filo, solo apparentemente disordinato, del pensiero. In realtà  attraverso il pensiero si dipana un'umanità multiforme, a volte violenta, a volte dolcissima, sempre "strana" agli occhi di chi si condidera "normale", ma sempre aperta a chi agisce con spontaneità e libertà.
I personaggi, per alcuni dei quali si è ispirato a "tipi" ben conosciuti nella Bassa, sono persone a cui manca o a cui è stato sottratto con la violenza qualcosa. Sia di fisico che di psichico. Personaggi che talora la vita con le sue crudezze ed ingiustizie ha "costretto" a diventare bestemmiatori, che non si capacitano di come Dio possa permettere ingiustizie  e crudeltà da parte di suoi ministri, ma che " un'idea di religione, un'idea di fede" ce l'hanno.
Persone che sono in perfetta sintonia con la natura, infischiandosene del giudizio superficiale della gente.
Tutti i personaggi, in vario modo, sono dei "rottami" umani: uno, il narratore, uscito dal manicomio criminale; l'altro che non parla, si veste da donna e vive coi cani; l'altro compone quadri stranissimi con colle e rottami; l'altra  fa la prostituta,... Ma tuttti subiscono un'evoluzione che consente di ricomporre questi rottami in un'unità superiore, che è quella della solidarietà, della ricerca di sè, della simbiosi con la natura e del proprio valore.
E per quasi 200 pagine il romanzo non ha cadute, neppur minime, di tono. Al di sotto di un'apparente semplicità di linguaggio, si nota una profonda ricerca di caratterizzazione linguistica.
Per il momento mi fermo qui, ma mi riprometto, fra qualche settimana, di fare un'analisi più puntuale de "La discarica degli angeli", un libro che, oltre alla bellezza intrinseca, lascia un profondo messaggio non retorico né costruito; una lezione, insomma, di grande umanità e un richiamo poetico alle ragioni della convivenza tra e con diversi.









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mercoledì 19 maggio 2010

LEGA E LEGALITA' (NON RISPETTATA)



La giunta leghista di Rettondini ha deciso che le giostre vadano nel parco. Già a partire da ieri i camion di grosse dimensioni e  giostre di tutti i tipi, con tutte le manovre del caso, si sono piazzati sul tappeto erboso di buona parte del parco. Fregandosene bellamente sia del rispetto di un ambiente che esige cura e rispetto, sia del regolamento dello stesso Comune, approvato in Consiglio 2 anni fa col loro stesso voto favorevole. Un dispregio della legalità che fa piazza pulita di tutti gli slogan coi quali la Lega si presenta come partito che difende la legalità. L'aveva annunciato Rettondini che avrebbe trovato il modo ("la scusa") per poter mandare comunque le giostre all'interno, in barba anche alla raccolta di centinaia e centinaia di firme contro questa decisione ed all'interpellanza del consigliere Ambrosini che faceva presente che non si può andare contro il regolamento.
La "giustificazione" (che non può esserci proprio perché il regolamento vieta esplicitamente che le giostre siano installate all'interno), è duplice: 1. la protesta dei residenti (per il rumore e il parcheggio sottratto),  dei pendolari (per il parcheggio), dei commercianti del centro ( per il parcheggio); 2. la mancata sicurezza dei bambini col posizionamento delle giostre nel parcheggio. Ho già fatto presente in altri post che nessuna di queste motivazioni regge, perché le alternative all'uso del parco ci sono (e se, per assurdo, non ci fossero, comunque le giostre non possono entrere nel parco)
     La prima alternativa, più radicale e completa, che elimina tutti i problemi,  è lo spostamento del Luna park nella zona sportiva. Questa soluzione, del resto, è la più logica per un luna park che dura tre settimane (diverso sarebbe se durasse 3 o 4 giorni). Qui la sicurezza rispetto al traffico è garantita, come sono  garantiti l'uso del parcheggio davanti al Liceo,  il silenzio per gli abitanti della zona. Ma la giunta leghista di Rettondini non vuole scontentare i giostrai, che in questa zona sono convinti di fare meno affari e gli stessi commercianti del centro ai quali fa piacere (lasciato libero il parcheggio) che le giostre siano in posizione centrale.
     La seconda è di lasciare le giostre nel parcheggio davanti al Liceo Cotta, togliendole dalla zona lungo Bussè, far durare il Luna park tre o quattro giorni (per evitare i disagi dei rumori e del traffico deviato, deviare sempre il traffico quando le giostre funzionano, sul viale della Stazione, viale Cadorna e lungo il Bussè. Ma per la giunta Rettondini non va bene nemmeno questa soluzione: preferisce fregarsene della legalità, calpestando un regolamento approvato anche da loro, fregarsene dei problemi causati al verde ed alle piante (si vedano le dichiarazioni dell'esperto Alessandro Pozzani sui possibili e reali danni ai platani pluridecennali), accontentare commercianti e giostrai.
Da decisioni come questa si può  e si deve dare un giudizio assolutamente negativo sull'operato di un'amministrazione. E non è esagerare. Da una giunta che se ne frega della legalità non c'è da aspettarsi proprio niente.









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martedì 18 maggio 2010

LE GIOSTRE NEL PARCO POSSONO COMPROMETTERE I PLATANI

I fatti (da l'Arena del 18.05.2010, S.N.)

Il trasloco delle giostre all'interno del parco comunale "è inopportuno non solo perché la presenza delle attrazioni può danneggiare il manto erboso, le aiuole, le siepi, i vialetti, ma anche per non rischiare di compromettere la parte sicuramente più importante e delicata dei giardini comunali: lo spettacolare filare di platani, maestosi ed in buone condizioni malgrado la vetustà, di cui ormai ci sono rimasti rarissimi esempi nella nostra provincia, dove il cancro colorato ha decimato diversi esemplari". A sostenerlo è l'ex assessore all'ambiente  nonché esperto forestale Alessandro Pozzani, che due anni fa aveva messo a punto il regolamento per la gestione del verde ora al centro di un infuocato braccio di ferro politico. "A causa delle problematiche fitopatologiche che stanno minacciando questa specie, colpita da una malattia mortale incurabile (cancro colorato) ... è necessario evitare situazioni che, come lo stazionamento delle giostre e di qualsiasi mezzo pesante, possono provocare la sofferenza dei platani, il cui apparato radicale è di dimensioni di gran lunga superiori all'estensione della chioma. Ecco perché nel regolamento avevamo vietato la sosta agli autoveicoli per una distanza minima di 10 metri dal tronco. Nel parco, aggiunge Pozzani, ci sono due focolai di cancro colorato, uno all'entrata ed uno alle spalle degli uffici finanziari dove nel 2003 è stato abbattuto un platano malato. Quindi, occorre la massima cautela per non indebolire ed infettare gli esemplario rimasti"









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NO ALLE GIOSTRE DENTRO IL PARCO: LO VIETA IL REGOLAMENTO

I fatti
L'ordinamento sul verde approvato nel 2008 dal consiglio comunale all'unanimità (compresi quindi Rettondini, De Lorenzi, Bisighin, Raganà e Castagna che oggi sono assessori o consiglieri di maggioranza) non consente di spostare il luna park dentro il parco. "A far scoppiare 'il bubbone', si legge sull'Arena del 18 maggio,  è stato l'ex assessore alle attività commerciali Ambrosini, che ha presentato un'interpellanza al Sindaco. Il regolamento vigente prevede che "la collocazione di giostre non è consentita su aiuole ed aree verdi all'interno del parco". E poi, ancora più esplicitamente, riserva ad autoscontri, dischi volanti ed ogni altro spettacolo viaggiante il parcheggio antistante il liceo "Cotta", che nelle passate edizioni ospitava il luna park  con qualche immancabile protesta da parte di residenti, negozianti e pendolari che per 15  o 20 giorni dovevano rinunciare a 200 posti di parcheggio libero".
"Siamo esterrefatti", dichiara Ambrosini all'Arena, "di fronte a tanto dilettantismo ed approssimazione nel fare le cose che lascia l'amaro in bocca. E non solo perché la frittata è stata fatta da un partito, la Lega, che ha fatto della legalità la sua bandiera, ma anche in ragione del fatto che parte dell'attuale giunta aveva votato a suo tempo l'ordinamento in questione. L'unica spiegazione è che sia mancato l'indispensabile collegamento tra il livello tecnico e quello politico".
E l'Arena prosegue:"Checché ne dica il regolamento, il sindaco non intende però ritornare sui suoi passi. Tant'è che in queste ore sta valutando, con il segretario generale e la giunta, la soluzione per sbrogliare la matassa senza incappare in sanzioni e grane burocratiche. 'La cosa che ci preme al di sopra di tutto', dichiara Rettondini, 'sono la sicurezza e l'incolumità dei bimbi che frequentano le giostre... Quindi ... troveremo il modo per trasferire le attrazioni al parco scongiurando non solo qualsiasi pericolo prima che sia troppo tardi. Ma anche evitando gli annosi disagi lamentati da negozianti, lavoratori ed abitanti del centro poco propensi a privarsi di un'ampia area di sosta".
Commento
Il sindaco leghista Rettondini, che ha votato due anni fa a favore del regolamento che vieta tassativamente di posizionare le giostre dentro il parco, dichiara che troverà il modo di "aggirare" tale regolamento, facendo mettere le giostre dentro il parco,  per evitare due conseguenze: 1. che ci siano pericoli per i bambini, dovuti al traffico su viale dei Tigli; 2. non togliere per 15 o 20 giorni 200 posti di parcheggio. Perché questo voltafaccia suo e degli altri consiglieri e assessori che avevano votato a favore del regolamento?
E' veramente per la preoccupazione della sicurezza dei bambini? La sicurezza si può ottenere sia spostando il Luna park in zona sportiva, sia lasciando le giostre esclusivamente nello spazio di parcheggio davanti al Liceo Cotta e, in questo caso, chiudendo al traffico il tratto di Viale dei Tigli interessato dalle giostre, quando il Luna park è aperto. Il traffico può essere deviato su Viale della Stazione, Via Cadorna e lungo il Bussé (che va mantenuto senza giostre). Dall'anno prossimo, poi, il traffico potrà essere deviato su Viale della stazione e Via Vicentini, la nuova strada che collega Viale della Stazione con l'area ex zuccherificio, ormai quasi pronta per l'apertura.
Perché, allora, Rettondini non sceglie una di queste soluzioni che tolgono del tutto il problema della scarsa sicurezza dei bambini? Perché, in realtà, non è questo che gli interessa realmente (se no lo farebbe); il motivo del cambio di rotta di Rettondini,è, in realtà,  un altro: il voler mantenere il parcheggio per i 15 - 20 giorni del Luna park. Ma perché, allora non sposta il Luna park in zona stadio, dove c'è un'ampia zona (dove si posizionano gli spettacoli viaggianti) adatta allo scopo? Perché Rettondini non vuole scontentare né i commercianti del centro che vogliono sì che sia mantenuto il parcheggio davanti al Cotta, ma anche che le giostre rimangano vicine al centro, in modo che la gente possa spostarsi facilmente verso il centro, né i giostrai che preferiscono la zona del parco 'perché attira più gente'. Per lui, quindi, come è testimoniato dalle sue dichiarazioni sull'Arena, valgono molto più della sicurezza (dei bambini e dell'ambiente verde del parco) il richiamo agli interessi, molto spiccioli e concreti, di commercianti e giostrai. In barba ha quanto lui stesso ha votato, evidentemente  fingendo di essere preoccupato per l'ambiente verde del parco.
       Chi vuole, può leggere anche i miei precedenti commenti su questo importante tema.












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venerdì 14 maggio 2010

Interpellanza Pd sul "Divertimentificio"


            Ricevo da Clara Scapin, consigliere provinciale, e volentieri pubblico:

                                                                          Verona 10 Maggio 2010
Al presidente Giovanni Miozzi


Mozione urgente

Oggetto: Parco multifunzionale” Lavigno”, di Angiari

Poiché la Provincia deve dare il proprio parere VIA al Divertimentificio di Angiari, progetto che è stato più volte messo in discussione per le problematiche che ne derivavano sia da parte dei  commercianti che dei Comuni limitrofi,

visto che un altro progetto” Motorcity” a sud-ovest di Verona sta occupando una grossa parte del territorio con enormi problematiche ambientali, sociali ed economiche

tenuto conto che il nuovo governatore del Veneto Luca Zaia ha messo in evidenza i rischi della perdita della identità veneta con il proliferare senza regole di centri commerciali che provocano la crisi della tradizionale distribuzione,

visti i gravi problemi di inquinamento, causato soprattutto dal trasporto su strada, che affliggono tutta la provincia con gravissime conseguenze sulla salute dei cittadini 

poiché il nuovo progetto di Angiari:

- occuperà 178.757 mq di terreno a forte tradizione agricola, per una superficie coperta di 35.332mq di cui a destinazione commerciale 13.000 mq,
- offrirà servizi che già esistono sul territorio limitrofo provocando, quindi, una concorrenza che                  rischia di mettere in grave crisi attività esistenti,
- si inserirà in una viabilità  complessa e problematica con un aggravamento del traffico esistente,
-peggiorerà i gravi problemi di inquinamento

                                               I consiglieri del PD
 preoccupati per lo sviluppo disordinato che la Provincia di Verona sta subendo a causa di iniziative di privati che modificheranno in modo irreversibile il territorio, in mancanza  di un piano provinciale,

                                                         chiedono
che la Provincia nel dare il proprio parere al parco multifunzionale Lavigno dia una valutazione non solo ambientale, ma anche programmatoria di pianificazione:

-          tenga conto di tutti i progetti che riguardano la nostra provincia con una visione generale di  sviluppo sostenibile ed ideale del territorio,
-          sostenga in Regione le motivazioni della propria contrarietà ad uno sviluppo non regolato e programmato delle attività di grande distribuzione,
-          tenga conto delle problematiche ambientali e delle conseguenze sull’inquinamento e sulla salute dei cittadini.








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giovedì 13 maggio 2010

STRAORDINARIO! IL CONCORSO BLINDATO CONTRO LE RACCOMANDAZIONI POTREBBE ESSERE VINTO DA DUE CONCORRENTI BOCCIATI TRE MESI FA NELLA PROCEDURA PER MOBILITA'

I fatti ( i periodi tra virgolette sono riportati da l'Arena di giovedì 13 maggio, SN.)

Tra i 14 candidati che hanno superato la "durissima selezione" ( i candidati presentatisi alla prova scritta erano 136) ce ne sono due, "il cereano Michele Magelti e il legnaghese  Corrado Pesarin, entrambi laureati in giurisprudenza e tutti e due già in servizio in altri comandi", che hanno superato la prova scritta. Gli stessi due "erano stati rispediti a casa giusto tre mesi fa in occasione della procedura per mobilità indetta dall'amministrazione [di Legnago, ndr]per integrare l'organico dei vigili e risoltasi in un nulla di fatto con la bocciatura dei candidati in lizza. Anche in quel primo tentativo, riservato a candidati già pratichi del mestiere, a presiedere la commissione era stato il segraterio generale Alessandro Ballarin. Il quale ora, di fronte allo stupore che sta suscitando in città l'esito della selezione... non ci vede nulla di strano. 'Non è che da febbraio ad oggi, precisa il dirigente, i due agenti in questione siano diventati più bravi e competenti meritandosi così l'assunzione mancata tre mesi fa. E non è cambiato nemmeno il metro di valutazione della commissione. Semplicemente, aggiunge, la procedura di mobilità, a differenza del concorso, dove si parte da zero, non era incentrata sull'idoneità o meno dei candidati che non si poteva mettere in discussione [dal momento che erano già in servizio da tempo, ndr]. Ma su altri criteri, a partire dalla loro propensione a lavorare in strada' ".

Commento

E' la terza volta che affronto questo argomento, che è diventato ormai paradigmatico. Se ancora ci fossero stati dubbi sul fatto che questo concorso non sia "blindato contro le raccomandazioni",  basterebbero le informazioni sopra riportate per fugarli del tutto. Non credo che ci sia bisogno di tante analisi. Ma vale comunque la pena di soffermarci su qualche aspetto ancora.
Innanzi tutto va ricordato che, se nella procedura per mobilità del febbraio scorso ci fossero stati due vigili di altri comuni che hanno partecipato alla selezione ad essere ritenuti idonei, l'attuale concorso non si sarebbe fatto. Insomma la commissione, anche allora presieduta, come ricorda l'Arena, dal segretario generale del comune di Legnago, ha ritenuto che nessuno dei candidati presentatisi fosse preparato e adatto a fare il vigile a Legnago (forse in altri comuni sì, dove già  esercitavano, ma a Legnago no). Adesso, invece, dai test "antiraccomandazione bilanciati a risposta multipla", due di essi  risultano adatti, almeno a presentarsi al colloquio orale. Magìa delle "prove bilanciate antiraccomandazione"!
Ma merita un cenno anche la risposta del segretario generale, secondo il quale, nella procedura di mobilità, il criterio usato per superare la prova non è l'"idoneità dei candidati" a fare il vigile, ma "la propensione a lavorare in strada". Cosa significa, che questa propensione a lavorare in strada non ci dev'essere per tutti i vigili? O che non va  riscontrata attraverso"i test bilanciati a risposta multipla" per tutti i candidati?  Se fosse così, a che cosa servirebbero i test?
Che quindi non "ci sia nulla di strano" nell'ammissione all'orale dei due concorrenti è veramente un'affermazione sbalorditiva.
A meno che non siamo tornati alla situazione di Babele, quando  il linguaggio non era più uno strumento di comunicazione, ma un elemento di generale ed assoluta confusione, in quanto ognuno parlava una lingua diversa.









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martedì 11 maggio 2010

CONCORSO "CON FORMULA SPECIALE ANTIRACCOMANDAZIONE"

I fatti
Su l'Arena dell'11 maggio ritorna a titoli cubitali  il metodo utilizzato per il concorso a vigile, come se fosse il toccasana contro tutte le raccomandazioni. Adesso si è svolta la prova scritta, che ha ammesso all'orale 14 aspiranti su 136.

Commento
Ho già detto il mio pensiero su questo argomento (si veda il post:"Concorso con procedura antiraccomandazione del 2 maggio 2010). In sintesi: Vanno bene tutte le modalità per rendere più "blindata "alle raccomandazioni la prova. Ma, accanto a queste, ci dev'essere la volontà sia dei commissari che degli amministratori di non raccomandare nessuno. In caso contrario il concorso sarà vinto,  in barba a tutte le blindature,dal candidato (o dai candidati) raccomandati. Per questo, l'insistenza della stampa legnaghese (su pressione dell'amministrazione, ovviamente) sul "concorso blindato alle raccomandazioni" dà la sensazione netta di uno spot pubblicitario che si ripete nel tempo: prima che il concorso inizi; dopo la prova scritta; dopo la prova orale; il messaggio, ripetuto, che dovrebbe passare è il seguente: "Vedete che " noi" siamo diversi da tutti quelli che ci hanno preceduto? Abbiamo inventato un concorso che garantisce contro le raccomandazioni". Magari fosse possibile!

venerdì 7 maggio 2010

Sculture di Luigi Bologna










Figura sdraiata, terracotta, 2010, cm. 46x25x18


                                     




                                                             Figura distesa, bronzo, cm.49 x 24 x 15






Eleonora, terracotta, 2010, cm 31x19x22


                                            Omaggio a Brancusi, Terracotta patinata, 2009

                                            Torso, marmo rosso di Verona, 2007


                                            Oggetti n. 1


                                           Oggetti n. 2


                                                          Primitive, scultura in legno, 2010

Pensiero,  bronzo, cm. 42x23x21













giovedì 6 maggio 2010

LE GIOSTRE NEL PARCO

I fatti
Dal 19 maggio al 6 giugno le giostre si sposteranno, per volere della giunta,  nel semicerchio all'interno del parco, racchiuso tra via Lungo Bussè, l'Agenzia delle Entrate, via Diaz e viale dei Tigli. Il Partito Democratico di Legnago ha protestato per questa "occupazione" e raccoglierà, oggi e domani pomeriggio, dalle ore 18  alle 20, all'ingresso del parco, le firme contro la decisione dell'amministrazione comunale. L'assessore Negri, sull'Arena del 6 maggio dichiara che la scelta è stata fatta "dopo aver valutato diverse opzioni. Questa [soluzione, di mettere le giostre dentri il parco] ci è parsa la più adeguata, poiché permette di coniugare la disponibilità di un ampio parcheggio a sosta libera con le esigenze di sicurezza reclamate con insistenza dai genitori preoccupati del fatto che il luna park si affacciasse su una strada trafficata. In ogni caso gli ambientalisti non devono temere: i controlli saranno rigorosi ed ogni occupante  verserà una cauzione per coprire eventuali danni arrecati al parco".

Commento
Già ho scritto in un post precedente che alla base della decisione di spostare dentro il parco il Luna park c'è sostanzialmente la volontà di non scontentare i commercianti del centro, lasciando a disposizione i 200 posti di parcheggio. Infatti se il problema da risolvere fosse stato  quello della sicurezza dei bambini, la soluzionie potevano e doveva essere diversa. Quale? 
Quella di spostare il Luna park nella zona sportiva accanto allo stadio, o nel grande piazzale asfaltato ad est o nella zona opposta, vicino al Bussè ad ovest. Ma questa soluzione è notoriamente poco ben vista sia dai giostrai (che temono di avere meno utenti in quanto la zona è più decentrata), sia dei commercianti del centro (che vedono spostarsi il flusso di gente lontano dal centro). Mi sembra che entrambe queste "categorie" non abbiano motivi validi per non andare in zona sportiva. Ma non è possibile ipotizzare un altro scenario: di accondiscendere alle richieste dei giostrai,  dei commercianti (senza spostare il Luna park allo stadio), dei genitori che vogliono giustamente maggiore sicurezza e di chi vuole giustamente che il verde sia rispettato e non "violentato"? Sì, secondo me questa possibilità c'è, accontentando tutte le parti in causa,  dal prossimo anno in poi. Infatti, non subito, ma fra qualche mese sarà aperta al pubblico la nuova strada (via Vicentini) che collega il viale della stazione alla zona ex zuccherificio. Così, dal prossimo anno, si può presentare questa soluzione: le giostre vengono posizionate nel parcheggio del parco e (eventualmente ) in quello sul Bussè; il tratto di viale dei Tigli fra i due chioschi viene chiuso al traffico, almeno nelle ore di funzionamento del Luna park, ma, volendo, anche durante tutta la giornata (nel qual caso potrebbe essere consentito il parcheggio agli insegnanti del Liceo Cotta all'interno del tratto sopra indicato durante le ore di scuola); il traffico proveniente dall'ospedale e diretto a Verona, Mantova e Padova va incanalato su viale della Stazione, via Vicentini, rotatoria della zona Galassia. Così i giostrai sono collocati in zona centrale, il traffico può scorrere normalmente su una direttrice leggermente diversa che non sconvolge nulla, le persone che vogliono il rispetto del parco sono accontentate, i genitori sono tranquilli perche la zona Luna park è sicura; coloro che di solito parchegiano lungo il parco, se sono insegnanti del Liceo possono parcheggiare; gli altri utenti si spostano un po', come negli anni passati. Questa soluzione implica che per quest'anno, in cui non è fruibile via Vicentini,  si proceda come negli scorsi anni. In ogni caso, va salvaguato il parco che, specie in caso di prolungato cattivo tempo, potrebbe subire danni ingenti che nessun indennizzo può riparare.

VERSO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA PER TUTTI I RIFIUTI

I fatti

La raccolta differenziata, anche a Legnago, funziona; si è arrivati a percentuali di oltre il 70%: ottimo segnale. Restano però ancora da risolvere alcuni problemi:
1. la separazione corretta dei rifiuti e l'inserimento nei raccoglitori "giusti";
2. l'abbandono di rifiuti di tutti i tipi lungo i fossi;
3. l'abbandono dei rifiuti non dentro gli appositi cassoni, ma attorno ai cassoni.

Commento
       1.  Nei centri di raccolta di Legnago (zona Stadio) e di Porto (Via Piccinato) la presenza del custode garantisce la correttezza della maggior parte delle operazioni. Invece nelle zone in cui ci sono i cassonetti per la carta, la plastica, i medicinali scaduti, ecc., ci sono persone che mettono oggetti di  tipologia diversa da quella prevista; per esempio, inseriscono ingombranti dove invece va solo la carta, ecc.
       2.  Lungo o dentro i fossati si vedono immondizie di tutti i tipi: televisori, frigoriferi, sporte con dentro di tutto,pneumatici, ecc. Qualche raccolta straordinaria viene effettuata dalla Sive; qualche iniziativa lodevole da parte del volontariato (da parte dell'associazione La Verbena dell'Adige, da parte del comitato civico di Vigo, ecc.); il problema, nel suo insieme, resta.
        3. Spesso, soprattutto nelle frazioni, nelle zone attorno ai cassonetti, vengono abbandonate immondizie. Talvolta tutti i cassonetti sono strapieni e quindi gli utenti abbandonano i rifiuti vicino ai cassonetti. Talvolta abbandonano comunque i rifiuti anche se c'è posto nei cassonetti. Nel primo caso il problema potrebbe essere risolto aumentando il numero dei cassonetti. Nel secondo ....

Le prospettive
 Dopo anni di "sperimentazione" nella raccolta differenziata, che prevede la raccolta porta a porta per l'umido, il secco e il verde, ingombranti, è giunto il momento di passare alla raccolta differenziata porta a porta anche per tutti gli altri rifiuti: carta, plastica, ecc., in modo da eliminare tutte le aree "ecologiche" con i cassonetti. La popolazione è ormai pronta per questo passaggio ulteriore verso una differenziazione sempre più spinta e ciò consentirà di togliere dal territorio tutte le aree "ecologivhe" e di omogeneizzarsi con i comuni limitrofi che già attuano questo tipo di raccolta porta a porta. Le giuste, severe sanzioni per chi abbandona i rifiuti potranno far migliorare il brutto spettacolo dei rifiuti abbandonati.
















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mercoledì 5 maggio 2010

BUCHE E ACQUITRINI IN SUPERSTRADA TRA LEGNAGO E VERONA

I fatti
Chi percorre in questi giorni di pioggia la superstrada Legnago - Verona deve stare molto attento ad alcune buche profonde (tratto tra Vigo e Legnago),  a buche "tappezzate" e fondo sconnesso in vari tratti in andata ed in ritorno e ad acquitrini improvvisi e pericolosi da Verona a Legnago, nei pressi dell'uscita di Zevio.

Commento
 La superstrada deve avere una manutenzione più attenta. Il volume di traffico è ormai molto forte, per cui Veneto Strade deve investire di più nella sua manutenzione. Recentemente è stato completamente rifatto il fondo per ampi tratti, ed ho l'impressione che sia proprio in alcuni di questi tratti che, con la pioggia, si formano dei "laghi" che occupano per ampi tratti l'intera corsìa. Se è così, il lavoro va fatto rifare a spese della ditta che ha eseguito i lavori. In ogni caso non si può pensare di risolvere il problema aggiungendo cartelli nuovi di ulteriori limiti di velocità in caso di pioggia, che poi, come nel passato, rimangono per anni. E' una soluzione "semplice" per l'Ente gestore, ma, se posso usare un termine forte, immorale. La soluzione è un altra: realizzare le giuste pendenze dell'asfalto; se ci sono buche, fare dei tasselli a caldo e non usare l'asfalto freddo (molto più sbrigativo e meno costoso), ma che viene via alle prime gocce di pioggia; se il fondo è sconnesso, rifarlo per bene.

martedì 4 maggio 2010

LA CULTURA DEI SONDAGGI

I fatti 

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, boccia la cultura politica basata soltanto sui sondaggi e sottolinea la necessità di una "cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle conseguenze della politica sul futuro". "Soffriamo di uno schiacciamento sull'immediato, la cultura del sondaggio è l'unico strumento di strategia politica: per uscirne è necessaria una cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle ricadute della politica sul futuro, una cultura libera dall'immobilismo, dalla paura dell'altro e del nuovo".  (03 maggio 2010)

Commento

Non so se il Presidente della Camera abbia fatto questa considerazione perché vuole ulteriormente smarcarsi e distinguersi da Berlusconi. Sta di fatto che ha espresso un'esigenza assolutamente reale. Da anni, prima di ogni decisione, prima di ogni presa di posizione, prima di ogni dichiarazione, Berlusconi e i suoi, consultano i sondaggisti. Che risposta  si aspetta la magioranza degli italiani su questo tema? E su quest'altro?
Se annuncio che ... come reagisce l'elettorato di destra? e quello di centro? E quello di sinistra? Come si può raddrizzare una situazione che sembra compromessa? Se scelgo la strada A come la prende l'elettorato? E se scelgo la strada B? Se uno scandalo sembra non darmi vie d'uscita, mi conviene  spostare l'attenzione su altre tematiche o contrattaccare a livello personale l'avversario? O conviene fare una miscela di tutte e due? Sarebbe interessante sapere quanti soldi spende il governo, o Berlusconi o il governo per conto di Berlusconi, in un anno per i sondaggi. Avremmo sicuramente delle sorprese, e mi meraviglio che nessuno abbia tentato di fare questi conti. Ma oltre a questo c'è il dato che una politica  legata alla volubilità del pensiero dell'elettorato sull'immediato non può muoversi né su progetti di ampio respiro, né uscire dalla quotidianità e dall'interesse concreto e vicino. Una politica che paga sull'immediato, ma col fiato corto.








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lunedì 3 maggio 2010

NUOVA CICLABILE TRA VANGADIZZA E LEGNAGO

I fatti

E' in corso in queste settimane la realizzazione della nuova ciclabile tra Vangadizza e Legnago, detta del Garbo, perché affianca Via Garbo dalla Chiesa di Vangadizza fino alla Sime. L'opera è realizzata sulla base dell'accordo stipulato dall'ammministrazione Gandini con la proprietà dell'area di fronte alla chiesa, che ne paga la completa realizzazione.






Altre opere realizzate a spese della stessa proprietà a Vangadizza: asfaltatura di varie strade, fra cui via Boara, l'illuminazione del campo sportivo comunale, il tratto di acquedotto da Mezza tappa alla Chiesa.



Commento
La ciclabile del Garbo viene ad incrementare la lunga ed importante serie di ciclabili di cui Legnago si è dotata durante l'amministrazione Gandini. Finora sono state collegate al centro cittadino le frazioni di San Pietro, Terranegra, Vigo, Vangadizza. Spetta ora all'amministrazione Rettondini la realizzazione dei collegamenti con San Vito (tratto finale) e con Canove.














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domenica 2 maggio 2010

CONCORSO CON PROCEDURA "ANTI-RACCOMANDAZIONE"

I fatti

Il 29 aprile si svolgerà la prima prova del Concorso per l'assunzione di due nuovi vigili urbani, alla quale parteciparanno oltre 200 candidati. Grande rilievo viene dato, sull'Arena, al fatto che la prova scritta "si svolgerà con una speciale procedura antiraccomandazione che non lascerà spazio a valutazioni discrezionali". Di cosa si tratta? "I candidati si troveranno di fronte una ventina di test bilanciati a risposta multipla. Test che prevedono tre possibili opzioni per ciascuna delle quali gli aspiranti agenti dovranno specificare anche il grado di sicurezza -certo, abbastanza certo, incerto- attribuito alla soluzione prescelta. Un doppio filtro, insomma, per rendere ancora più rigorosa una verifica basata su un blindatissimo criterio oggettivo che, anche volendo, non permetterà trattamenti di favore o giudizi sbilanciati da parte della commissione esaminatrice"."Con una batteria di test bilanciati, predisposta tra l'altro il giorno stesso della prova per tutelare ulteriormente i partecipanti, spiega il segretari comunale Ballarin, si garantirà la massima serietà e correttezza alla selezione... con il vantaggio di scongiurare a monte inopportune ingerenze e pressioni esterne, nel segno di quell'imparzialità e di quella trasparenza che dovrebbero connotare ogni pubblica amministrazione"(da l'Arena del 21 aprile 2010).

Commento

 La procedura è stata annunciata come se fosse una novità. In realtà le prove scritte di moltissimi concorsi si svolgono da anni con le modalità annunciate qui  a grandi lettere. Si ha l'impressione  quasi che si voglia annunciare una svolta, che si sia trovato un metodo nuovo e infallibile per eliminare le raccomandazioni: il test oggettivo bilanciato.
Magari fosse così: si potrebbe estenderlo per legge e, d'incanto, tutti i Concorsi verrebbero svolti nella massima correttezza.
Il metodo annunciato è "oggettivo" (lo si chiama così anche in termini tecnici), ma non a tal punto da garantire la correttezza del concorso. Questa dipende ancora, come sempre, dalla correttezza delle persone che sono chiamate a far parte della Commissione d'esame. Se queste ultime agiscono con rettitudine, il concorso sarà corretto e a nulla varranno pressioni e raccomandazioni esterne (di marca "politica"); se invece agiscono in mala fede, come spesso succede, potranno infiltrarsi nel concorso raccomandazioni che peseranno molto più della preparazione dei candidati. Facciamo qualche esempio proprio seguendo il metodo "oggettivo" indicato: le prove sono due: una scritta, rappresentata dai test "oggettivi", in base alla quale la Commissione  stabilisce dei criteri per l'ammissione all'orale. La Commissione potrebbe decidere che solo chi ottiene il punteggio massimo possa partecipare alla prova orale (massima restrizione del numero dei candidati), oppure che anche chi ottiene risultati inferiori possa partecipare alla prova orale. Nel primo caso la selezione della prova scritta è molto forte e saranno pochissimi i candidati che sosterranno la prova orale, e quindi le probabilità che candidati "spinti" superino la prova scritta diminuiscono. Nel secondo caso sarebbero molti i candidati ammessi all'orale e quindi è più facile che candidati "raccomandati" possano passare all'orale e vincere il concorso. Ma anche la preparazione dei test scritti, se la commissione si lasciasse influenzare dall'esterno, potrebbe essere manovrata e la soluzione dei test potrebbe esser fatta conoscere in precedenza a qualche candidato.
Quindi è necessario guardare con disincanto a queste notizie "miracolistiche" e sperare nell'onestà dei commissari, la scelta dei quali da parte dell'amministrazione diventa pertanto importantissima. Si possono infatti scegliere persone "manovrabili" facilmente o persone rette che non si lasciano o corrompere o "convincere".
















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sabato 1 maggio 2010

Marcia per la pace Perugia - Assisi

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Ho ricevuto via mail e pubblico il seguente comunicato:
Marcia per la Pace Perugia-Assisi
16 maggio 2010  Vieni anche tu!!!

“Non basta parlare di pace. Uno ci deve credere. E non basta crederci. Uno ci deve lavorare.”
Eleanor Roosevelt

C’è troppa violenza in giro! Nel mondo, in TV, contro gli immigrati, gli “altri”, i diversi, contro le donne e contro i bambini, nelle nostre città, nei rapporti tra le persone, nel mondo del lavoro, nella politica, nell’informazione, nel rapporto che abbiamo con l’ambiente che ci circonda: la violenza sembra non conoscere limiti e confini. C’è troppa violenza e c’è troppa indifferenza. Una società chiusa e insensibile non ha futuro.
Dobbiamo ri-mettere al centro della nostra vita i valori, scolpiti nella nostra bella Costituzione e nella Dichiarazione internazionale dei diritti umani.
Abbiamo bisogno di un’altra cultura. Dobbiamo sostituire l’io con il noi, la disoccupazione con il lavoro, l'esclusione con l'accoglienza, lo sfruttamento con la giustizia sociale, l’egoismo con la responsabilità, l’intolleranza con il dialogo, il razzismo con il rispetto dei diritti umani,il consumismo con nuovi stili di vita, la distruzione della natura con la sua protezione, l’illegalità con il rispetto delle regole democratiche.
Rinnoviamo il nostro impegno civile lungo la strada della pace e della nonviolenza. Una società migliore costruirà un mondo migliore.

Come “Verona della pace”, attraverso varie iniziative ci stiamo mobilitando su questi temi, posti con forza a livello nazionale dalla Tavola della Pace e, per rendere possibile la più ampia partecipazione alla Marcia del 16 maggio, stiamo organizzando 3 partenze differenziate:

1) Sabato 15 pomeriggio due pullman a due piani con partenza da Sommacampagna (area campi sportivi) e da Bussolengo ore 14,30 dal piazzale Vittorio Veneto; arrivo a Perugia in serata, cena organizzata, pernottamento in palestra con sacchi a pelo, colazione organizzata, percorso marcia completo (26 km.), rientro a Verona ore 24/01. Costo totale 25 euro, ridotto  per studenti
Per adesioni Clara Cordioli cell. 349.0888955 o, Bussolengo, viverecondignita@hotmail.it - 3473363551 anna

2) Domenica 16 notte (ore 3 circa) due o tre pullman con partenza da Verona e da S. Giovanni Lupatoto, arrivo a Perugia mattino presto, percorso marcia completo (26 km.), rientro a Verona ore 24/01. Costo circa 25 euro. Si lavorerà per un prezzo piu’ basso per studenti e lavoratori in condizioni di difficoltà.
Per adesioni ARCI Verona tel. 045.8033589 (Michela); don Luigi di S.Giovsanni Lupatoto 9250750;    e Casa della Nonviolenza tel. 045.8009803      

3) Domenica 16 mattina alle 5 un pullman con partenza da Castel D’Azzano e tappa a Verona Sud, affiancati da un pulmino della FEVOSS per disabili (e...fiaccotti) che fornirà assistenza durante tutto il percorso a chi ne avesse bisogno, arrivo a Bastia alle 10 circa; percorso mezza marcia (12 km), rientro a Verona ore 24/01. Costo circa 25 euro, ridotto per studenti.
Per adesioni fevos99@libero.it (Novella 045 8521730)  e  Casa della Nonviolenza tel. 045.8009803


Ricordiamo con grande piacere che il Liceo Maffei parteciperà alla marcia con 5 pullman.


Comitato organizzatore: Associazione per la Pace;ARCI;Cestim;CGIL;CISL;Comitato Educazione alla Mondialità;Cooperativa sociale La Genovesa;Donne in Nero;Innovaterra Associazione culturale;Liceo Classico “S. Maffei”;Movimento Nonviolento;Pax Christi;Enti locali per la pace e i diritti umani.
Informazioni e aggiornamenti sulla Marcia sul sito www.perlapace.it

VERONA: I DISEGNI MIEI E DI MARISA LONARDI RELATIVI A VERONA

 Disegni di Luigi Bologna e Marisa Lonardi Piazza delle Erbe Lungadige (che non c'è più) Piazza delle Erbe  Lavori sull'Adige nei pr...