Matteo Signorini, giovane trentenne di Rovigo, ha vinto quest'anno il Premio Letterario "Tropea", davanti a Gad Lerner e alla spagnola Gimenez-Barlett.
Il giovanissimo scrittore rodigino, oggi residente a Milano, è stato ospite, giovedì 28 ottobre, della Biblioteca comunale "Gervasio Bellinato" e del "CIF"(Centro Italiano Femminile) di Legnago. E' stato un incontro molto bello, nel quale Matteo Signorini ha parlato di sé e del suo romanzo "Sinfonia del tempo breve, opera con la quale ha vinto il Premio Tropea 2010, scavalcando i prestigiosi Gad Lerner e la spagnola Gimenez-Barlett. Rispondendo a specifiche domande della Presidente della Biblioteca prof.ssa Marzia Pagliari e della presidente del CIF prof. Cristina Bertolini, lo scrittore ha evidenziato che il suo romanzo non appartiene al genere Fantasy, come qualcuno ha scritto, perché non è ambientato in un mondo non esistente, ma piuttosto si ispira al romanzo picaresco, pur distanziandosene per alcuni aspetti. Il protagonista passa attraverso i più importanti avvenimenti della storia del Novecento, quasi come in una fiaba. Il tempo breve può essere il secolo XX, nel quale si sono avuti i più efferati crimini della storia, ma anche i più importanti rivolgimenti dovuti all'avanzare della scienza e della tecnica. Scienza e tecnica che non riescono però a dare una spiegazione a tutti quei "misteri" che l'uomo e la natura portano con sé. Tempo breve è anche il tempo della vita.
Qual è stato il suo rapporto con la scuola?, gli ha chiesto un' insegnante presente.
- "A scuola non ero bravo; ero piuttosto ribelle e non ho incontrato figure di insegnanti che mi abbiano particolarmente stimolato. Voglio raccontarvi un episodio, capitatomi all'esame di maturità. In quell'occasione la mia insegnante di Lettere, che faceva parte della Commissione, finita la correzione del compito d'italiano, mi ha detto, raggiante:-Per fortuna c'ero io, se no i membri esterni ti avrebbero dato 15 [il massimo dei voti]; sono riuscita ad abbassarlo a 14, se no la nostra scuola ci avrebbe fatto una gran brutta figura!
Non so se sia giusto essere così cattivi. Comunque, subito dopo, sono stato avvicinato da un professore esterno della Commissione che mi ha detto:" Mattia, prenditi la tua vita nelle tue mani e fregatene di quello che t'ha detto qualche professore. E, nel dirmi questo, mi ha dato un pugno amichevole così forte che mi ha prodotto un bel livido: roba da denuncia, se fosse successo oggi. Ma è stato l'intervento che ha fatto scoccare la scintilla. Sono andato a casa e ho scritto il mio primo libro, rimasto inedito".
Penso di fare cosa gradita riportando parte dell'intervista rilasciata a "libriblog.com/"
Mattia Signorini ci dimostra l’importanza della sincerità nella letteratura, la sincerità che lo scrittore deve avere sulla carta ma soprattutto la sincerità verso se stessi.Mattia che cosa hai provato nel momento in cui hai scoperto di aver vinto il Premio Tropea?
“Stupore. Il Premio si è svolto in tre serate, e il totoscommesse di giornalisti e addetti era su chi avrebbe vinto tra Lerner e la Giménez-Bartlett. Per questo motivo ero molto tranquillo, passavo le giornate al mare e alla sera salivo sul palco parlando al pubblico come se fossero un gruppo di amici. Inoltre, l’unico istinto competitivo che ho è quello verso me stesso, e anche per questo la sera della finale ero curioso anch’io di sapere chi avrebbe vinto tra loro due.”
Pensi che la vittoria del Premio Tropea porterà dei cambiamenti nella tua vita?
“Non so a cosa porterà. So solo che questo libro è un inaspettato motore diesel. E’ uscito un anno fa, ma ogni due o tre mesi succede qualcosa, un paese nuovo che chiede di tradurlo, o questa settimana il Premio Tropea. Quando penso che l’ho scritto non ascoltando il parere di chi voleva a tutti i costi un seguito del precedente, mi sento bene. Le scelte pulite e sincere, alla fine, premiano sempre.”
Sappiamo che sei già al lavoro sul tuo nuovo romanzo. Puoi darci qualche anticipazione?
“Sarà un romanzo molto più lungo di questo, ambientato ai giorni nostri. Ho studiato un anno prima di iniziare a scriverlo, e da sei mesi sto con i miei nuovi personaggi. Questa volta mi interessa analizzare molte delle situazioni inspiegabili che accadono nella vita di tutti i giorni. Attraverso una storia che spero coinvolgerà chi ci metterà gli occhi sopra. Ma non ho raccontato la trama a nessuno. Contrariamente alle logiche editoriali non voglio avere alcun vincolo o parere esterno. Mi piace l’idea di tornare ad avere un rapporto di pulizia e sincerità con il lavoro che sto portando avanti, proprio come ho fatto con La sinfonia del tempo breve.”
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