giovedì 25 febbraio 2010

"NO ALL'AUMENTO DEGLI STIPENDI"

La Corte dei Conti ha bocciato le indennità decise dalla giunta di Legnago I fatti La giunta di Legnago aveva deciso di aumentare, dal 30% all'80% gli stipendi di sindaco e giunta (si veda l'articolo dell' 11 gennaio 2010 su questo blog); Questo provvedimento ha provocato reazioni critiche sia all'interno della maggioranza (uscita dalla maggioranza del consigliere Lucio Martinelli, della Lega Nord, proteste nei partiti) sia della minoranza ( interpellanze e raccolta di firme da parte del PD); Dopo un po' di tempo, pressata dalle critiche, la giunta ha "autosospeso" la propria delibera ed ha inviato la delibera alla Corte dei Conti per un parere preventivo; La Corte dei Conti è entrata nel merito del provvedimento con estrema chiarezza:"Le argomentazioni addotte dal comune di Legnago per giustificare l'aumento dell'indennità di funzione del sindaco e degli amministratori ("lo stipendio del sindaco parificato a quello del segretario comunale") per quanto suggestive non sono condivisibili" (da l'Arena del 25.02.10); Inoltre "l'operazione prospettata dall'Ente [Comune di Legnago] si rivelerebbe non solo priva di idonea copertura normativa, ma addirittura elusiva del disposto di cui all'articolo 61 del Decreto Legge 112/2008, convertito in Legge 133 del 2008" (da "Primo Giornale" del 23/02/2010) Conseguenza: la giunta deve rinunciare agli aumenti, previsti da se stessa con effetto retroattivo alla data dell'insediamento. Il sindaco Rettondini ha dichiarato:"Non abbiamo nulla da rimproverarci ... finalmente è fatta chiarezza ed abbiamo trovato la via d'uscita in un ginepraio normativo". Commento E' la giusta conclusione per una delibera inopportuna e contestatisssima.. Il sindaco è contento per aver "trovato la via d'uscita"; sarebbe stato meglio che non avesse imboccato, con la giunta, la via d'entrata. "Finalmente è fatta chiarezza", dice Rettondini: dal punto di vista giuridico il pronunciamento della Corte ha fatto chiarezza (non certo nel senso desiderato da sindaco e giunta), ma dal punto di vista etico e politico non c'era proprio bisogno di tale sentenza: era chiarissimo che quella delibera "non s'aveva da fare". E' altresì evidente, dal pronunciamento della Corte dei Conti, che la Legge non imponeva affatto di adeguare in alto gli stipendi, come a più riprese il sindaco aveva affermato, dicendo una grossa bugìa, per difendere quella delibera. -

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