domenica 21 febbraio 2010

CARNEVALE FLOP AL SALIERI

Il fatto
La Giunta di Legnago ha voluto importare da Venezia il modello della Cavalchina. Il Teatro Salieri, dunque, come la Fenice, dove, secondo la tradizione, anche quest'anno si è svolta la tradizionale festa in maschera che risale ai secoli scorsi. L'iniziativa è stata coordinata, attraverso la cooperativa Eventi, da Antonio Giarola, regista, fratello di Luciano, anche lui regista, però della giunta legnaghese, di cui è anima fin dalla campagna elettorale, quando ha deciso di iscriversi alla Lega, di finanziarne la campagna elettorale (si dice con 80mila euro), di farsi eleggere revisore dei conti, di far nominare la moglie delegata alle attività culturali del Comune. Prezzo d'ingresso a La Fenice: 600 euro; prezzo d'ingresso al Salieri: 100 euro (costumi a parte), poi ridotti a 50 euro per gli abbonati alla Stagione salieriana ed a 75 per i non abbonati. In occasione della serata una ditta esterna ha smontato (e dopo lo spettacolo) rimontato tutte le sedie del Salieri secondo la tradizione veneziana. Spettatori: alla Fenice tutto esaurito; al Salieri: un terzo di presenze rispetto alla capienza, di cui circa 100 paganti. Commento 1. Il numero di spettatori non è sicuramente l'unico parametro per valutare la riuscita di uno spettacolo; ma siccome questo evento era stato annunciato come un sicuro successo, anche di pubblico, è doverosa nelle dichiarazioni un po' di prudenza (una volta era considerata una virtù) in più . 2. Che cosa ha inciso sul flop? Il costo del biglietto (100 euro, poi ridotto a 75 e a 50 per mancanza di prenotazioni allo spettacolo)? Il fatto che nella nostra zona non c'è mai stata una tradizione analoga a quella di Venezia? Il fastidio per un'iniziativa costata sicuramente tanto, in un contesto generale di difficoltà economica? Probabilmente tutti questi fattori. 3. I costi: è opportuno che i consiglieri, di maggioranza e di minoranza, verifichino con precisione quanto è costata la serata alla collettività. Un conto è che tali costi siano giustificati dalla valenza culturale e/o turistica dell'iniziativa; un altro è che siano assolutamente ingiustificati; in questo caso, si tratterebbe di scarsa oculatezza o di cattiva amministrazione. A quanto sembra, il Comune ha messo a disposizione gratuitamente il Teatro, per una delle 5 serate di cui può disporre in un anno, alla cooperativa Pro Eventi. 4. I parenti: quando si opera nella pubblica amministrazione è prudente coinvolgerli il meno possibile, nonostante la soggettiva bravura, per evitare illazioni, congetture o commistioni poco trasparenti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sintetico, piccante, azzeccato.
Ottima la conclusione sui "parenti"

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