martedì 29 novembre 2011

CENTROSINISTRA LEGNAGO: SEPARAZIONE IN CASA

(da "l'Eco", foglio diretto da Giuliano Lunardi, voce dell'Amministrazione comunale di centrodestra, recapitato in  tutte le famiglie del Comune di Legnago):

"La frattura ufficializzata in consiglio comunale. Marconi esce dal gruppo civico guidato da Ambrosini, per rappresentare il Pd.
Un "divorzio " ufficializzato sui banchi del consiglio comunale. Durante la seduta del 13 ottobre è stata infatti sancita la frattura interna al centrosinistra legnaghese.

      Il consigliere comunale Claudio Marconi ha annunciato la sua uscita dal gruppo civico guidato da Damiano Ambrosini per rappresentare il Partito Democratico.
"Più che di divisione parlerei di 'chiarificazione politica' e di una scelta che è frutto di un ragionamento molto serio e condiviso dalla stragrande maggioranza dell'assemblea degli iscritti', spiega Marconi. 'Il quadro politico non è quello che si aveva prima delle elezioni del 2009 e il Pd non ha potuto che constatare come l'esperienza civica de 'La Rosa' fosse definitivamente finita. A questo punto, anche per chiarezza con il nostro elettorato, abbiamo deciso di aprire una pagina nuova, in cui il Partito Democratico si ponga come il vero rappresentante del centrosinistra legnaghese, lontano da altri disegni politici legittimi, ma 'centristi'. Certo, la decisione può essere difficile da accettare, ma abbiamo ritenuto necessario fare chiarezza adesso: solo con identità precise sarà possibile stringere eventuali accordi o alleanze".
La scelta però non ha trovato l'appoggio degli altri due consiglieri comunali iscritti al Pd - Silvio Gandini e Tommaso Casari - che hanno preferito rimanere fedeli al progetto civico definendo un 'errore politico' la creazione del gruppo del Pd e la divisione dell'opposizione".

     Critico anche il capogruppo di minoranza e leader di 'Legnago al centro', Damiano Ambrosini.
"Confermo con i colleghi Porfido, Casari, Gandini e Tagliaferro il rispetto degli elettori e la coerenza politica nel portare avanti un progetto civico", ha affermato in consiglio comunale, "così come prendo atto che dopo oltre un anno di manovre per costituire il gruppo del Pd, il consigliere Marconi confluisce da solo nel gruppo misto. Marconi divide la minoranza per esigenza di visibilità personale e partitica, secondo la direttiva di Soffiati. La questione primarie, inoltre, è un falso problema: Marconi nel costruire il Pd ha sfasciato la coalizione".


Infine, a completare il panorama di 'separazioni' è arrivata anche la decisione di costituire un gruppo autonomo da parte di Liberinsieme', coalizione rappresentata in consiglio comunale da Donatella Ramorino."

Commento:
"Il quadro politico non è quello che si aveva prima delle elezioni del 2009 e il Pd non ha potuto che constatare come l'esperienza civica de 'La Rosa' fosse definitivamente finita", afferma Marconi. La prima parte dell'affermazione è vera: il quadro politico è certamente diverso da quello precedente le elezioni del 2009.

La seconda parte dell'affermazione, invece, è molto discutibile. "Il Pd non ha potuto che constatare come l'esperienza della Rosa fosse definitivamente finita". In realtà il Pd, come ho già sostenuto nel precedente articolo su questo blog, ha provocato, assieme ad Ambrosini (che ha voluto presentarsi alle elezioni del 2009 con tre liste, anziché con la sola Rosa), la fine dell'esperienza della Rosa, facendo nascere Liberinsieme, un gruppo che politicamente  voleva caratterizzato a sinistra.

Prosegue Marconi: " A questo punto, anche per chiarezza con il nostro elettorato, abbiamo deciso di aprire una pagina nuova, in cui il Partito Democratico si ponga come il vero rappresentante del centrosinistra legnaghese, lontano da altri disegni politici legittimi, ma 'centristi'. Certo, la decisione può essere difficile da accettare, ma abbiamo ritenuto necessario fare chiarezza adesso: solo con identità precise sarà possibile stringere eventuali accordi o alleanze".

Il Pd ha aperto veramente una pagina nuova ponendosi come "il vero rappresentante del centrosinistra"?   Queste affermazioni mi fanno rabbrividire: il vero rappresentante. Ma che cosa significano espressioni come questa, se non una chiusura ed un ritorno ad un passato che nessuno rimpiange?

Nel momento in cui, prima delle elezioni del 2009, Ambrosini da un lato e il Pd dall'altro hanno fatto morire e celebrato il funerale della Rosa (che non era più l'unico contenitore all'interno del quale le diverse provenienze politiche arricchivano il dibattito, ma si annullavano perché le decisioni venivano prese collegialmente), già c'erano i segni inequivocabili di una inevitabile politicizzazione e divisione.

Era evidente che la conclusione non poteva che essere anche la divisione dei gruppi in consiglio comunale: Legnago al centro, Pd, Liberinsieme. 

Da uno a tre: triplicata la debolezza.

Meraviglia solo il fatto che la decisione sia arrivata dopo oltre due anni. 

E non è stato, come afferma Ambrosini, "Marconi a dividere la minoranza"; a dividerla hanno contribuito ugualmente Marconi e Ambrosini, con diversi disegni politici. 
Certo, Marconi e il Pd, come afferma Ambrosini, hanno agito " per esigenza di visibilità personale e partitica". Lo ammette lo stesso Marconi, quando dice che "solo con identità precise sarà possibile stringere eventuali accordi o alleanze".
Ma anche Ambrosini ha seguìto la stessa logica. 
Ciò che interessa sia a Marconi (Pd) che ad Ambrosini (Legnago al Centro) è l'appartenenza, l'identità. Questo è ritenuto un VALORE talmente essenziale che entrambi hanno sacrificato ad esso il risultato elettorale, l'unità di prospettiva e, forse, la possibilità che un progetto unitario di centrosinistra possa avere una prospettiva di ripresa e di vittoria nel futuro di Legnago.

Quindi non è vero, come afferma Ambrosini, che "Marconi nel costruire il Pd ha sfasciato la coalizione".
La coalizione era stata distrutta prima, quando sia Ambrosini che Marconi avevano fatto morire la Rosa.

"Ma -si dirà- è inutile tornare indietro coi ragionamenti; occorre ragionare sul presente e sul futuro".
Prima di ragionare sul presente e sulle prospettive future (cosa che dovrà essere fatta) è necessario, secondo me, fare una profonda analisi di ciò che è successo nel passato, per non per non fare gli stessi errori od acuirne gli effetti.

E' per questo che Ambrosini, quando afferma che  "la questione primarie è un falso problema" sa di dire il falso. 

E' stato lui a non volere le primarie prima delle elezioni del 2009, è lui a non volerle nemmeno per le prossime elezioni. Perché?
Questo suo assoluto rifiuto ha provocato e provoca, ovviamente, delle inevitabili ripercussioni negative.
Come quelle che abbiamo sottolineato.

2 commenti:

____ ha detto...

Ciao Gigi, ho fatto un po' di pubblicità a questo dibattito sul mio blog.

Anonimo ha detto...

Non conosco i dettagli della politica legnaghese ma mi pare ovvio che questo paese non riesca a riprodurre coesione nei partiti ufficialmente rappresentati a livello nazionale. La Rosa, a mio avviso, e' stata una coalizione di buone menti e solide competenze che ha avuto grande merito e successo per ben dieci anni. Nei piccoli e medi paesi di provincia e' questo gia' un bel risultato. Purtroppo le questioni di visibilita' personale alla fine spesso prevalgono in questi micro-sistemi lontani dalla disciplina parlamentare nazionale (che gia' non e' il massimo in Italia) e alla fine i conti si pagano con l'inevitabile discontinuita' (che ha inevitabili costi). Credo le liste civiche siano l'unica soluzione ancora valida per una cultura politica incapace di fare gioco di squadra. Pero' non e' giusto, a mio avviso, attribuire tutte le colpe ai politici. Legnago si distingue anche per un'endemica disaffezione dei suoi cittadini alla vita dell'agora' politica. E non ci sono veri giornali che informino in modo energico e dinamico sulle dinamiche che regolano la vita del cittadino, spesso alle sue spalle. Se ci fosse piu' attenzione da parte dei cittadini (e le sedute in fondo sono quasi sempre aperte al pubblico) forse sarebbe meno facile che alcuni individui facciano i prepotenti e spacchino tutto come e' successo all'interno del PDL lo scorso settembre. Quindi bene ha fatto Paolo Longhi a riproporre l'idea di un gruppo civico capace di catalizzare progetti e umori di piu' parti in modo diretto e trasversale, un po' come aveva fatto la stessa Rosa. Da vecchio ammiratore di Nicolo' Machiavelli, e del suo Principe, non vedo alternative. Gli italiani, da sempre, non amano i partiti (non sono come gli inglesi o i tedeschi) ma le persone. Forse e' meglio cosi', visto che ormai viviamo in un mondo in cui le bandiere non hanno piu' lo stesso significato di una volta. Oggi e' la personalita' che conta. Oggi e' tornato il tempo dei Principi, unici in grado di difenderci dalle minacce della colonizzazione straniera. La Storia e' ciclica e siamo in un duro periodo di transizione tra una societa' capitalistica e una che sara' forse molto diversa, anche se non necessariamente fascista o comunista come un secolo fa'. Stiamo accanto a queste nuove 'personalita' per aiutarle a continuare l'esperienza della democrazia ed evitare la tentazione populista del fascismo o del comunismo sovietico, come accadde cento anni fa'. C'e' da fare, ragazzi, tantissimo. Ma i giovani sono l'unica risorsa che ci rimane. Aramis (cronologicamnte vecchio ma sempre giovane di cuore politico!)

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