Ho trovato interessanti una serie di osservazioni di Paolo Longhi nel post del 7 dicembre scorso dal titolo Addio Porta Mantova ...
Afferma l'ex assessore:
"In maggioranza – ora lo posso svelare – c’era anche chi sosteneva che non fosse così urgente “querzar la busa”.
Nelle riunioni di maggioranza ho sempre palesato le mie perplessità: spendere 175mila euro per coprire i resti (difficilmente basteranno) mi sembrava un’abnormità, dinnanzi alla crisi finanziaria e alla scarsità delle risorse per migliorare la viabilità legnaghese.
Gli scavi di Porta Mantova già coperti con telo bianco e sabbia
In subordine avevo ipotizzato di lasciare alla luce il ponticello, la parte a mio avviso più suggestiva delle fondamenta. Tale ipotesi avrebbe tuttavia impedito la riapertura al traffico di Corso della Vittoria e la pavimentazione del resto degli scavi avrebbe unicamente consentito la realizzazione di un plateatico pedonale: una sorta di prosecuzione di piazza Garibaldi. Ma questa idea non piaceva ai più e la accantonai per spirito di gruppo". (Il neretto non c'è nell'originale)
Commento: Soltanto ora Longhi, estromesso dalla Giunta, "può dire" ciò che aveva pensato e che pensa. Meglio ora che mai!
Entrando nel merito delle affermazioni, Longhi conferma quanto ho sempre sostenuto su questo blog, che il vero motivo della decisione di coprire gli scavi non era dovuto - come affermato sempre dal sindaco Rettondini - allo stato di degrado dei mattoni, ma alla volontà di riaprire al traffico quel tratto di strada, spendendo appunto 175.000 € solo per la copertura e varie altre decine di migliaia di euro per ottemperare alle prescrizioni di quest'anno della Soprintendenza che vuole che sulla superficie della strada sia riportata la pianta di Porta Mantova con pietre di vario colore. Significativa la sottolineatura di Longhi "difficilmente basteranno". Concordo con lui nel ritenere che la spesa sia un'"abnormità" e non valga affatto la candela, soprattutto in un periodo di grave crisi come l'attuale.
Nel post di Longhi ci sono altre affermazioni che meritano un commento:
1. "... tra Porta Mantova e gran parte dei legnaghesi non sbocciava l’amore. Piero Frattini nel suo “Salotto” ospitato sul periodico “Il Nuovo Giornale” la definì : “quei quattro quarei smarzi”; alcuni maleducati presero ad utilizzare gli scavi come pattumiera; inoltre la riesumazione era costata il posto alle piste ciclabili originariamente previste nell’ambito della riqualificazione di Corso della Vittoria, per la gioia dei passanti che vedevano volare i vassoi dei baristi, accidentalmente colpiti da qualche ciclista."
Commento: Piero Frattini ha espresso un parere, condiviso senz'altro dall'attuale amministrazione e da quei "maleducati che presero gli scavi come pattumiera" (pochissimi, per fortuna!), ma non da tanti legnaghesi (e non) che hanno apprezzato lo sforzo di recuperare un brano importante dell'antica struttura della città murata di Legnago. La recinzione dello scavo non era affatto "costata il posto alle piste ciclabili": il progetto originario era stato rispettato nelle misure dei marciapiedi laterali.
2. "Visto lo sbriciolarsi dei manufatti si pensò di sostituirli con dei mattoncini nuovi su consiglio della stessa Soprintendenza.
Non mi intendo di restauri ma questa mi è sempre parsa una cosa senza senso: un bene antico sta andando in malora? Lo sostituisco con uno nuovo che gli rassomigli. Un po’ come se al posto dell’Arena di Verona ci facessimo il nuovo stadio Bentegodi.
Nel frattempo si fecero dei lavori appena giù dal Ponte Principe Umberto, a Porto.
Spunta “Porta Padova”. Qualche rilievo e l'antichità fu lestamente ricoperta… Errare è umano, perseverare è diabolico, avrà pensato qualche saggio amministratore.Commento: La Sovrintendenza, nel 1999, poco prima delle elezioni amministrative, diede il proprio parere favorevole a sostituire i mattoni (che originariamente erano da interno) rovinati dallo shock termico e dal gelo, con altri per esterno della stessa forma e colore. La cosa "non è senza senso", in quanto questo intervento sarebbe servito a mostrare come erano i pavimenti di un tempo. L'esempio del Bentegodi al posto dell'Arena non è affatto calzante. Pensiamo piuttosto - cambiato ovviamente il contesto- ad interventi come quelli della ricostruzione totale di parti importanti di città come Dresda o Varsavia, distrutte completamente dai bombardamenti, che hanno dato la possibilità a milioni di visitatori di ammirare l'aspetto storico di quelle città.
Per quando riguarda Porta Padova, a Porto: gli scavi, dopo gli opportuni rilievi, sono stati interrati perché si trovavano sotto una strada di grande scorrimento, nel punto in cui doveva essere realizzata una rotatoria in un punto delicatissimo del traffico verso Vicenza e Padova. Non per non commettere un secondo "errore".