martedì 3 maggio 2011

Libri di testo faziosi

I fatti:  Bufera sui libri di testo adottati nelle scuole italiane. Il deputato Pdl Gabriella Carlucci ha lanciato l'allarme: nei libri di storia trapelano "tentativi subdoli di indottrinamento per plagiare le giovani generazioni a fini elettorali". Per questo richiama l'attenzione sulla necessita' di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta che verifichi l'imparzialita' dei libri scolastici.
La Carlucci guida un gruppo di 19 parlamentari che hanno depositato un progetto di legge (assegnato alla commissione Cultura della Camera). Emerenzio Barbieri, capogruppo pdl in commissione cultura, ha previsto che si possa "verificare quali siano i testi faziosi, dare loro il tempo di adeguarsi prima di ritirarli dal mercato".
Sull'argomento interviene il ministro Mariastella Gelmini: " Io penso che, in generale, che nella scuola non debba entrare la politica, ma una visione oggettiva dei fatti e degli eventi storici"; e riguardo alla proposta della Carlucci spiega che sara' valutata, ma che comunque il parlamento è sovrano. (da Clandestinoweb, 13 aprile)



Commento: Forme di censura per i libri di testo sono inutili e dannose. E' assurdo pensare che "una commissione verifichi quali siano i testi faziosi".  In base a quali criteri lo potrebbe fare? Certamente a quelli della maggioranza della Commissione, che ha una sua idea politica. I libri, nella scuola, vengono proposti dagli insegnanti di una determinata materia, ma sono scelti dal Collegio dei docenti, del quale fanno parte tutti i docenti di una scuola, a garanzia di una collegialità di decisione. Ma non è nemmeno questo il punto più importante.
I docenti hanno il compito, gravoso e fondamentale,  di formare le coscienze critiche dei giovani, evidenziando come e perché fatti e personaggi della storia, anche recente, possano essere valutati. Nell'opera di formazione di una mentalità critica, essenziale è mettere in evidenza i possibili punti di vista diversi sia nel raccontare che nel valutare. A tale fine è importante creare il gusto della lettura critica, dello studio, della discussione ordinata, del rispetto delle idee dell'altro, ed avere  la disponibilità di mettere in discussione anche le proprie idee. Tutto l'opposto, dunque dell'indottrinamento, che ritiene indiscutibile il proprio punto di vista e non si pone problemi di verifica. 
Se, per ipotesi,  un docente volesse intenzionalmente indottrinare gli allievi, lo potrebbe fare con libri di testo di qualsiasi "tendenza": destra, centro, sinistra: il contrario di ciò che una scuola rispettosa delle coscienze dei giovani dovrebbe fare. 
Qualche insegnante, talora, opera in questo modo nella scuola, creando danni nella formazione; ma quasi sempre, accanto ad insegnanti poco rispettosi, ce ne sono altri che bilanciano il danno, aprendo la mente dei giovani alla critica. 
Il problema non è quindi nei libri di testo "orientati", ma nel modo in cui vengono utilizzati dai docenti. Per fare un esempio concreto: un libro scolastico "fascista", utilizzato il una società fascista in cui non vengono garantiti i diritti di libertà e di critica, non  può essere utilizzato per una formazione critica. Lo stesso libro, in una società democratica e pluralista, può servire per mettere in evidenza le contraddizioni, possibili altri punti di vista; può insomma, diventare strumento critico se ben usato dall'insegnante. Come lo può diventare un libro di "centro" o di "sinistra". 
Invece di sprecare tempo in una battaglia puramente ideologica sui libri di testo, sarebbe molto più utile riflettere e far riflettere su che cosa significa formare una coscienza critica (di cui c'è tanto bisogno) nei giovani.















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