Foto di Marisa Lonardi e Luigi Bologna - maggio-giugno 2010
Hangzhou: Città di dimensioni modeste, relativamente alla Cina ("solo" 6 milioni di abitanti), è un piacevole incontro: città ricchissima di verde, di pagode e d'acqua.
Lucia, la guida locale che ci accompagna, ci dice che il clima è subtropicale: inverni rigidi, estate (luglio-agosto) caldi (40°) e molto umidi (80-90% di umidità). Alcuni di noi si erano subito resi conto che la guida ha detto il vero: pur essendo la stagione migliore per il turismo, le zanzare hanno lasciato vistosi ricordi sulle braccia e sulle gambe.
Il lago Occidentale. Hangzhou è stata per un periodo (1138-1279) capitale sotto la dinastia Song. E' attorniato da colline verdissime. L'unico lungo lago abitato è quello orientale, dove la città di Hangzhou arriva con le sue boutiques di Armani, Fendi, Versace, Porsche, Lamborghini....
Hangzhou: Il lago occidentale. In origine era l'ansa di un fiume. Poi, dal IV sec. il fiume cominciò ad ostruirsi e si trasformò in lago. Il tono enfatico con cui le guide e le brochure turistiche descrivono il lago è pienamente giustificato. Pur essendo stato ed essendo ancora oggetto di notevoli, costanti e visibili interventi dell'uomo, il paesaggio è davvero incantevole:
Hangzhou: pavone bianco
strade pedonali lastricate in granito penetrano per chilometri all'interno della vegetazione lussureggiante, caratterizzata dalla presenza di salici piangenti, canfora, olmi, platani, susini, peschi. Ampie zone del lago sono ricoperte di fiori di loto. Ovunque spuntano giardini tenuti con la massima cura. Se non ci fossero dappertutto orde di turisti, soprattutto cinesi molto rumorosi, potresti sentire il canto ininterrotto degli uccelli.
Il lago occidentale
I viali ti conducono ben presto a pagode buddiste ed a templi antichissimi, una o più volte restaurati o ricostruiti.
Hangzhou
Leggo sulla guida che il tempio Lingiyn, il cui nome significa approssimativamente TEMPIO DEL RIFUGIO DELL'ANIMA, risale al326 d. C., ma è stato ricostruito non meno di 16 volte. La salita al tempio gira intorno alla COLLINA CHE VOLA DA LONTANO, che, secondo la leggenda fu magicamente trasportata in questo luogo dall'India.
Lucia ci spiega che, anzi, le leggende sono due. Quella più affascinante racconta che un vecchio saggio, titenuto da tutti pazzo per le sue scelte di vita e per il suo anticonformismo, aveva previsto che un villaggio in riva al lago sarebbe stato distrutto da una collina che, alzandosi in volo da un paese lontanissimo, si sarebbe posata lì. Nessuno gli credette, ma lui non si dette per vinto: il giorno in cui sarebbe dovuto succedere lo spostamento della collina lui entrò nel villaggio finché si celebrava un matrimonio; rapì la sposa e fuggì con lei. Tutti gli abitanti, bambini compresi, lo inseguirono abbandonando il villaggio. Proprio allora la collina, volando, si posò sopra il villaggiio distruggendolo e gli abitanti si resero conto che il VECCHIO SAGGIO PAZZO aveva salvato la vita a tutti loro. Non si dice nel racconto quale fine abbia fatto la sposa, ma è pensabile che il vecchio saggio pazzo l'abbia restituita al legittimo sposo.
Girando intorno al picco FELLAI si possono ammirare le 47 statue del Buddha scolpite nella roccia di quella collina mobile al fine di non farla più volare via.
+ Monaci presso una delle statue del Buddha. La leggende sopra descritta introduce perfettamente nel clima di questo luogo, dove tutto è magìa: il MUSEO DELLA SETA CINESE, IL MUSEO DEL TE' CINESE (v. 2 foto sotto), ...
... qui si coltiva la famosa varietà del té verde cinese, il LONGJING (FONTE DEL DRAGO), che prende il nome da una sorgente in cui l'acqua che sgorga purissima crea una sagoma che assomiglia a quella di un drago.
Arrivi così alla Pagoda delle sei armonie, a pianta ottagonale, alta 60 metri, che funge da faro e che si dice abbia la proprietà di fermare la marea, alta sei metri e mezzo, che si abbatte sul fiume Quintang. In realtà la Pagoda delle sei armonie fu costruita nel 970 d.C. per placare un enorme maroso che risaliva impetuoso la corrente con l'alta marea; alta appunto, servì da faro fino all'epoca Ming.
Poi sali lungo un sentiero che ti porta a terrazze punteggiate da sculture, campane, templi ed iscrizioni. E' il luogo ideale, secondo la colorita espressione di Feng, il nostro accompagnatore lungo la Cina, per il "vagabondaggio mentale". Una signora del nostro gruppo, Teresa,, paga i 10 yuan previsti per battere l'enorme campana dal suono cupo con un pezzo di tronco ricoperto da uno spesso tessuto.
Per la cena dobbiamo arrangiarci. Io e mia moglie ci fermiamo in un ristorante a pochi passi dall'albergo. Ci sembra pulito; e questo è sufficiente. Al momento dell'ordinazione non sappiamo che pesci pigliare: gli ideogrammi non ci ispirano, e nemmeno i piatti che il cameriere sta portando ad altri clienti. Per fortuna in un altro tavolo troviamo un calendarietto con la foto di alcuni piatti. Indichiamo tre pietanze. >Intanto facciamo conoscenza con una coppia di olandesi seduti vicino a noi. Un vecchietto con un abbozzo di babbi, alto non più di un metro e quaranta, ci versa té e birra in continuazione: diciamo: no, bata, grazie, ma niente da fare; continua a versarci. Finalmente capiamo che, se non vogliamo più averlo sempre al tavolo da noi, dobbiamo smettere di bere: E così facciamo. Arrivano i piatti: non peggio che il albergo. "Adventure, .... adventure" ci sorridono i due olandesi. Paghiamo il conto: 70 yuan in due, l'equivalente di 9 euro.
Subito dopo (e qui purtroppo non ho documentazione fotografica perché ho dimenticato la macchina in albergo), sulla via che conduce dal Gran Metropark Hotel al Lago, prendiamo posto in piedi dietro le quattro file di sedie tenute ferme da una grossa corda e occupate da chissà quante ore da cinesi, per assistere ad uno straordinario spettacolo di fontane d'acqua sul Lago. Ad una distanza tra i 50 e i 100 metri dalla banchina c'è un impianto fisso nel Lago per consentire questo spettacolo che dura 15 minuti e si ripete più volte durante la serata. Prima due brani di rock americano, poi un brano tradizionale cinese col quale si raggiunge il culmine della perfezione nell'armonico gioco tra forme, colori, movimento, musica: il ritmo incalzante delle percussioni e il vibrare del violino cinese consente agli spruzzi d'acqua di muoversi come agili e delicate danzatrici in tutte le direzioni, fino a raggiungere il culmine con la realizzazione di un enorme fiore di loto che si apre e si chiude con una meravigliosa dolcezza. Solo la testa di un piccolo anziano cinese che sbuca tra il mio braccio e il fianco di mia moglie con una macchina digitale, mi distoglie dall'emozione di quella fiaba. Alla fine, arriva lentamente, cullata dall'acqua del lago, una doppia pagoda luminosa galleggiante.
Passeggiando poi lungo il lago assistiamo ad alcune esibizioni di musicisti e di una cantante in musiche tradizionali. ma, pur essendo molto belle, non hanno più l'incanto di quegli spruzzi d'acqua.
Passiamo dall'altra parte del Corso, dove le boutiques non hanno nulla da invidiare a Roma o a Parigi: sono vuote, è tardi; notiamo una commessa, stravolta, che sta contando ad una ad una le borse preziose appoggiate sui ripiani prima di chiudere.
Tornando verso l'Hotel assistiamo ad un curioso incidente. Noi siamo sul marciapiede di destra, un semaforo regola il traffico; un grosso camion che trasporta un'enorme e lunghissima gru, uscendo da un cantiere, nel far manovra di inversione di marcia, abbatte violentemente una di quelle strutture (che in altra parte della città ho visto essere state donate da una ditta di ceramica di Sassuolo) che servono a ciclisti e pedoni per ripararsi dalla pioggia e dal sole in prossimità dei semafori. Imperterrito, il camionista prosegue la sua corsa.
Lungo il marciapiede, quattro persone chiedono l'elemosina in modo molto insistente: tre donne ed un ragazzo. Quest'ultimo, specialmente, ti si avvicina fino con un bicchiere, scuotendone le monete all'interno e toccandoti il corpo in varie parti in modo da costringerti a dargli una moneta. Ancora, sul marciapiede, un ragazzo cinese accompagnandosi con la chitarra, canta una canzone dei Beatles, mentre un anziano senza una gamba è seduto lì vicino a scrivere ideogrammi, con una precisione incredibile, dettati dai passanti, in cambio di una moneta.
Hangzhou: vecchia costruzione tipica
Hangzhou: il mercato
Hangzhou: il mercato