martedì 27 settembre 2011

IL SINDACO TOGLIE LA DELEGA DI ASSESSORE AI LL.PP. A PAOLO LONGHI E LI VICESINDACO A LORIS BISIGHIN, I DUE PIU' VOTATI DAGLI ELETTORI.

 

 RITENGO UTILE PUBBLICARE DUE DOCUMENTI DAL BLOG DI PAOLO LONGHI RELATIVI ALLA SUA ESTROMISSIONE DALLA GIUNTA DI LEGNAGO AD OPERA DEL SINDACO RETTONDINI E AL RITIRO DELLA DELEGA DI VICESINDACO A LORIS BISIGHIN(SU RICHIESTA DI TRE CONSIGLIERI DEL PDL):


venerdì 23 settembre 2011

Ecco la lettera letta ieri sera in consiglio comunale a Legnago dall'assessore Bisighin: «Così il sindaco è stato ricattato politicamente»

Da Primoweb

"Venerdì 23 Settembre 2011

«Cari colleghi, cari cittadini,voglio esprimere alcune considerazioni sugli ultimi sviluppi interni a questa amministrazione, avvenuti, non certo per volontà del popolo, della maggioranza né tanto meno del sindaco, ma causati da tre consiglieri del Pdl, che hanno posto l’amministrazione ed il sindaco di fronte ad un bivio: o rimettere il mandato agli elettori o subire il loro ricatto revocando la nomina ad un collega, che oltre a rappresentare l’espressione della volontà popolare, tanto ha dato per la sua città; e svilendo il sottoscritto togliendoli la delega di vicesindaco. Purtroppo vivo questa situazione per la seconda volta; La prima durante il mandato del sindaco Flangini: compatti ed unanimi nella decisione di non sottostare a meschini ricatti, gli allora assessori e consiglieri, compreso il sottoscritto, hanno rimesso il mandato agli elettori, bloccando di fatto l’attività amministrativa fino a nuove elezioni. Ora, nuovamente tre consiglieri decidono le sorti a loro discrezione, pretendendo di modificare l’assetto voluto dal popolo con le ultime elezioni e avvallato dalle segreterie. I tre consiglieri di maggioranza hanno fatto valere la “regola della giungla”, cioè del più forte, scordando che, nella giungla, e non solo, vale la “legge del branco” e chi non vi appartiene è destinato a morire, e loro, politicamente lo sono già. Ricordo che nella precedente amministrazione, quando appartenevo alla minoranza, io, l’amico Paolo Longhi ed alcuni colleghi presenti indossammo una maglietta che riportava lo slogan “Legnago a chi la ama”: Noi l’abbiamo dimostrato con i fatti e con il cuore. Invito i cittadini ,quando finirà questo mandato che mi auguro resista sino alla sua naturale conclusione, a giudicare non solo gli obiettivi raggiunti da questa amministrazione, ma a riflettere circa il comportamento politico ed amministrativo dei singoli uomini. Caro sindaco e colleghi Anche se d’impulso sarei portato ad abbandonare completamente, la mia razionalità e professionalità, nonché l’amore per la mia città mi impongono di rimanere e, anche se ferito, rimarrò fino al termine del mio mandato o fintanto che mi sarà permesso di restare, continuando ad operare con lealtà ed impegno".

PAOLO LONGHI:"IL MIO "TESTAMENTO SPIRITUALE" 2004 - 2011. 7 ANNI DI POLITICA E PASSIONE"










Di seguito il testo letto ieri sera in Consiglio comunale dall'amico e consigliere Diego Porfido; in realtà l'avevo affidato anzitempo al consigliere Lucio Martinelli il quale, tuttavia, non se l'è sentita di darne lettura

Caro Diego,
svolgo per iscritto alcune considerazioni che ti chiedo di leggere dal momento che,
sovvertendo la decisione del popolo,
qualcuno ha deciso
che io non possa più parlare nell’ aula consiliare.

In primo luogo
ricorda a quei pochi che mi vogliono bene
– e che sono e saranno da me ricambiati nell’affetto –
che sono sereno.

In questi anni ho messo a disposizione dei miei elettori e di tutti i legnaghesi
le mie poche qualità.
Ma l'ho fatto con tutto il mio cuore;
come consigliere comunale prima,
come assessore poi.

In Municipio ho vissuto gioie e delusioni.
Com’è normale nelle cose della vita.

Quanto fastidio ho provato per coloro che, disertata
ogni riunione, si lagnavano poi per la mancanza di confronto con me ed altri assessori.

Se solo accennassi a certi episodi e atteggiamenti si farebbero impallidire
i più grandi trasformisti della storia;

ma non serbo rancore per i meschini che
hanno venduto la propria già scarsa dignità pur di ottenere
un tornaconto personale.

Immagino che il giudizio della
gente,
prima ancora che quello del Padreterno,
basterà da solo a garantire il meritato compenso.

Del resto, chi misura la politica nella quantità di
poltrone che può accaparrarsi o mantenere,
sacrificando coerenza, amicizia, passione e coraggio,
non si accorge di aver perduto le uniche cose che rendono la vita veramente degna di
essere vissuta.

Fare politica per me non ha mai significato
fare incetta di cariche con le quali inseguire sogni di potere e ricchezza.


Per questo, venuto meno il mio ruolo in giunta, il mio impegno politico non cessa.

Nessuno,
infatti,
nemmeno i nuovi notabili di Palazzo De Stefani,
potrà cancellare la mia dignità
e l'ambizione di
poter restituire Legnago
a chi, veramente,
la ama!

In fede
Paolo Longhi"
 
 

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