Bellissima notizia per i legnaghesi. Matteo Marabini, docente di musica al Conservatorio ed alla Scuola D'Instrumenti ad archi" di Legnago, è stato eletto vice direttore del Conservatorio "Lucio Campiani" di Mantova. Complimenti e vivissimi auguri!
domenica 14 novembre 2010
MARTINELLI VUOL PASSARE DALLA LEGA AL PDL
I fatti (da l'Arena del 14 novembre):
"L'ex leghista, confluito un anno fa suo malgrado nel gruppo misto, ha chiesto un incontro al capogruppo del PdL Riccardo Bariani 'per esminare la possibilità di condividere programmi ed attività anche in previsione che venga accolta la mia richiesta di far parte del gruppo consiliare del Popolo delle Libertà'. 'Io appartengo al centro destra, puntualizza Martinelli, e dopo il brutto tiro giocatomi dalla Lega [il partito in cui è stato eletto con moltissimi voti] intendo riprendermi il posto che mi hanno tolto con la forza [oltre che essere stato 'espulso' dalla Lega, è stato anche privato, materialmente, della sedia nel settore della maggioranza]. Con il PdL potrò avere più voce in Consiglio perché da soli non si fa nulla'. 'La richiesta ci lusinga ma dobbiamo ancora parlarne prima di confrontarci con lui, dichiara Stefano Zamperlin, portavoce del PdL'.
Commento:
1. Il passaggio da un partito all'altro è ormai un 'gioco' al quale purtroppo ci siamo dovuti abituare, in barba alla coerenza e al rispetto dell'elettore che ha votato. Il caso di Martinelli, però, mi sembra diverso dagli altri. Lui è stato 'defenestrato' perché ha osato criticare sindaco ed assessori del suo partito che avevano deciso, come prima mossa subito dopo essere stati eletti, di aumentare di molto il loro 'stipendio'. Quindi doveva essere punito, e lo è stato, in maniera umiliante, fino a farlo andar via, con un voto di maggioranza del Consiglio, dalla sedia in cui era seduto, a fianco di Lega e PdL.
2. Conoscendo un po' il modo di funzionare dei partiti, e in questo caso, della Lega, prevedo che la Lega metterà il veto all'ingresso di Martinelli nel PdL, pena conseguenze ancor più destabilizzanti in giunta (= crisi di giunta). A questo punto il PdL dirà di no all'entrata di Martinelli, a meno che non voglia spingere verso la rottura con la Lega.
3. Un suggerimento amichevole a Martinelli: prima di chiedere di entrare nel PdL ha analizzato bene cos'è rimasto di questo partito a Legnago? Rischia di passare dalla padella alla brace.
PDL IN CRISI A LEGNAGO
Inviato da Verona il Commissario Bertacco per cercare di mettere d'accordo le varie 'anime' del PdL legnaghese
I fatti (Da L'Arena, Domenica 14 Novembre 2010):
"La crisi, che negli ultimi mesi ha flagellato il Pdl legnaghese a suon di clamorosi divorzi, destituzioni e guerre intestine, è arrivata ad una svolta. Il tavolo provinciale ha infatti nominato un commissario che, fino al congresso da cui spunterà il nome del futuro coordinatore, sostituirà nella gestione del movimento e nelle trattative con gli alleati leghisti la «triade» di reggenti formata dall'ex presidente di An Roberto Groppello, dall'ex segretario di Forza Italia Claudio Persona e da Agostino Rossini dei Popolari liberali. Per il partito si aprirà ora - almeno così si augurano amministratori e militanti - una nuova stagione politica, al riparo da quelle beghe che, in appena 17 mesi di governo della città, sono sfociate nella duplice sfiducia della segreteria e nel cambio di ben quattro capigruppo consiliari.
Il compito di stemperare una tensione salita ormai alle stelle è stato affidato dai vertici scaligeri, nella riunione convocata venerdì nella sede di via del Perlar, a Stefano Bertacco, braccio destro del coordinatore provinciale Aldo Brancher ed assessore ai Servizi sociali di Verona. Al neo commissario si prospetta un compito delicato che potrebbe rivelarsi più ostico del previsto. E non solo per quanto riguarda l'agenda amministrativa dove sono segnate decisioni cruciali, a partire dalla cessione di quote della Lese (società che gestisce la discarica di Torretta ndr) all'Amia, caldeggiata dal Carroccio ed invisa invece al Popolo della libertà come ha già dichiarato il portavoce consiliare Stefano Zamperlin. Ma anche sul fronte degli appetiti delle varie correnti, che ambiscono sia ad un rimpasto in Giunta che ad un valzer di incarichi nelle partecipate. Tuttavia, da politico navigato qual è, il clima avvelenato che si respira nel Pdl locale non spaventa affatto Bertacco (ex An), pronto a rimboccarsi le maniche già dalla prossima settimana. «Il primo passo», anticipa, «sarà quello di confrontarmi con i consiglieri, gli assessori e i tre referenti uscenti per avere un quadro chiaro e soprattutto imparziale della situazione prima di decidere il da farsi. Il mio ruolo, stando alle indicazioni del tavolo provinciale, sarà infatti quello di ricucire in primo luogo gli strappi e di riportare il partito all'unitarietà».
Per il momento il vice coordinatore provinciale ritiene invece «assolutamente prematuro rimettere in discussione gli accordi siglati a suo tempo col Carroccio». E stoppa subito chi vorrebbe imporgli la scaletta da seguire: «Non sono abituato a farmi tirare per la giacca e le scelte che prenderò saranno unicamente per il bene del partito che ha un'impellente necessità di voltare pagina senza condizionamenti e dispute per le poltrone».
La nomina di Bertacco è stata accolta a braccia aperte non solo dal gruppo consiliare da tempo ai ferri corti con la segreteria ma anche dal «triumvirato» azzerato dai maggiorenti provinciali. «Finalmente», sbotta Groppello, «ci liberiamo di una patata bollente, che ci impediva di governare il partito affossato da personalismi e scelte pretestuose che hanno nauseato gli elettori»".
"La crisi, che negli ultimi mesi ha flagellato il Pdl legnaghese a suon di clamorosi divorzi, destituzioni e guerre intestine, è arrivata ad una svolta. Il tavolo provinciale ha infatti nominato un commissario che, fino al congresso da cui spunterà il nome del futuro coordinatore, sostituirà nella gestione del movimento e nelle trattative con gli alleati leghisti la «triade» di reggenti formata dall'ex presidente di An Roberto Groppello, dall'ex segretario di Forza Italia Claudio Persona e da Agostino Rossini dei Popolari liberali. Per il partito si aprirà ora - almeno così si augurano amministratori e militanti - una nuova stagione politica, al riparo da quelle beghe che, in appena 17 mesi di governo della città, sono sfociate nella duplice sfiducia della segreteria e nel cambio di ben quattro capigruppo consiliari.
Il compito di stemperare una tensione salita ormai alle stelle è stato affidato dai vertici scaligeri, nella riunione convocata venerdì nella sede di via del Perlar, a Stefano Bertacco, braccio destro del coordinatore provinciale Aldo Brancher ed assessore ai Servizi sociali di Verona. Al neo commissario si prospetta un compito delicato che potrebbe rivelarsi più ostico del previsto. E non solo per quanto riguarda l'agenda amministrativa dove sono segnate decisioni cruciali, a partire dalla cessione di quote della Lese (società che gestisce la discarica di Torretta ndr) all'Amia, caldeggiata dal Carroccio ed invisa invece al Popolo della libertà come ha già dichiarato il portavoce consiliare Stefano Zamperlin. Ma anche sul fronte degli appetiti delle varie correnti, che ambiscono sia ad un rimpasto in Giunta che ad un valzer di incarichi nelle partecipate. Tuttavia, da politico navigato qual è, il clima avvelenato che si respira nel Pdl locale non spaventa affatto Bertacco (ex An), pronto a rimboccarsi le maniche già dalla prossima settimana. «Il primo passo», anticipa, «sarà quello di confrontarmi con i consiglieri, gli assessori e i tre referenti uscenti per avere un quadro chiaro e soprattutto imparziale della situazione prima di decidere il da farsi. Il mio ruolo, stando alle indicazioni del tavolo provinciale, sarà infatti quello di ricucire in primo luogo gli strappi e di riportare il partito all'unitarietà».
Per il momento il vice coordinatore provinciale ritiene invece «assolutamente prematuro rimettere in discussione gli accordi siglati a suo tempo col Carroccio». E stoppa subito chi vorrebbe imporgli la scaletta da seguire: «Non sono abituato a farmi tirare per la giacca e le scelte che prenderò saranno unicamente per il bene del partito che ha un'impellente necessità di voltare pagina senza condizionamenti e dispute per le poltrone».
La nomina di Bertacco è stata accolta a braccia aperte non solo dal gruppo consiliare da tempo ai ferri corti con la segreteria ma anche dal «triumvirato» azzerato dai maggiorenti provinciali. «Finalmente», sbotta Groppello, «ci liberiamo di una patata bollente, che ci impediva di governare il partito affossato da personalismi e scelte pretestuose che hanno nauseato gli elettori»".
Commento:
1. Di fatto la crisi all'interno del PdL è gravissima, se si deve ricorrere ad un Commissario veronese.
2. Sono trascorsi solo 17 mesi dalle elezioni e il partito di maggioranza (PdL) è ridotto malissimo: lotte continue per rimpasti in giunta, lotte per avere posti nelle società partecipate, duplice sfiducia della segreteria e cambio di ben quattro capigruppo consiliari.
3.E' curiosa l'affermazione di una delle tre punte della triade che regge il PdL legnaghese, Roberto Groppello"«Finalmente ci liberiamo di una patata bollente, che ci impediva di governare il partito affossato da personalismi e scelte pretestuose che hanno nauseato gli elettori». Come fa il PdL a liberarsi da personalismi e scelte pretestuose? Affidando il compito ad un esterno che viene da Verona. Per quanto bravo sia l'esterno, se i contrasti sono (come sono) profondi e se il clima è avvelenato (come è), non riuscirà certamente a garantire soluzioni condivise. Ci potrà essere per un po' il passo indietro da parte di qualcuno, ma alla prima occasione i contrasti, molto aspri, riprenderanno, con grave danno dei cittadini che, come afferma onestamente Groppello, sono "nauseati" da questo modo di (non) amministrare (n.d.r.).
martedì 9 novembre 2010
Qualche riflessione sul dissesto territoriale del Nord Est
I recenti, drammatici episodi delle province di Verona, Vicenza e Padova ci devono far riflettere per trovare delle soluzioni che invertano le attuali tendenze. Non mi soffermo sugli aspetti più generali, di cui si parla in tutti gli organi di informazione, ma prendo in esame solo alcuni particolari. Tutto il territorio del Nord Est negli ultimi decenni ha subìto, da un lato, violenze continue (cementificazione eccessiva, invasione di capannoni industriali costruiti spesso non da chi li utilizzzava, ma da investitori o società immobiliari e poi, magari rimasti vuoti in grande quantità; mancanza di previsione per decenni di sistemi per la raccolta e lo smaltimento delle acque in caso di piogge torrenziali o esondazioni; disboscamento; ecc.); dall'altro è mancata la presenza di un'Autorità che presidiasse con serietà, costanza e strumenti di legge il territorio. La difesa del territorio non può essere lasciata ai singoli comuni, come di fatto, si è verificato, perché inevitabilmente (o quasi) prevale la logica dell'interesse economico immediato, non necessariamente illegale, ma sicuramente senza visione d'insieme. La Regione, che ha avuto il compito di vagliare le programmazioni territoriali dei vari comuni, non è stata spesso in grado, nonostante l'impegno e la bravura di singoli funzionari e commissari, di difendere il territorio. Perché? O perché i vari organismi sono troppo pieni di "politici"(uomini di partito) o di nomina politica (che rispondono quindi più ai desiderata dei politici dai quali sono stati nominati che all'esigenza della difesa delle leggi e del territorio) o perché questi organismi si sono sempre più burocratizzati. Basti pensare che tali organismi sono composti spesso da decine di persone e spesso non riescono a decidere perché non si raggiunge nemmeno il numero legale; figuriamoci se così si riesce a governare la grande mole di lavoro necessaria solo all'analisi delle proposte dei vari comuni. Ma la situazione non cambierà nemmeno quando la competenza in questo settore passerà dalla Regione alle Province. Anzi, la situazione peggiorerà di sicuro, perché quanto più l'organismo di controllo è "vicino" ai comuni, tanto più forte è la pressione politica (dietro la quale ci sono grandi interessi economici e speculativi). Che fare, allora? A mio parere è necessario ridare potere effettivo e mezzi ad Istituzioni quali il Genio Civile, la cui presenza attiva negli ultimi decenni si è sempre più affievolita; ridurre drasticamente il numero dei componenti delle varie commissioni che devono dare pareri obbligatori e vincolanti, eliminando le presenze di nomina politica (devono essere tecnici di provata competenza); non passare competenze alle province, che vanno solo abolite; eliminare i conflitti derivanti da competenze spesso poco chiare: per fare un esempio, perché i ponti sull'Adige non hanno un'unica autorità di riferimento per quanto riguarda il controllo della sicurezza e la gestione delle manutenzioni? Inoltre è tempo di fermare d'autorità il consumo di territorio: che senso ha, per esempio il consumo di una parte consistente della pianura veronese, al confine con Mantova, per la costruzione di un autodromo (che è in realtà la "copertura" per un'azione speculativa di decine o centinaia di milioni di euro in nuove costruzioni commerciali o private) se non quello di un grande affare immobiliare?
venerdì 5 novembre 2010
INDIA: PROGETTO RIDIMENSIONATO (E STRAVOLTO)
I fatti:
Lunedì 25 ottobre è stato inaugurato all'Edificio 13 dell'area ex zuccherificio il Centro italo indiano per le imprese, la cui gestione è affidata alla Ace Global Consulting. Era presente tutto lo staff della Lega della Bassa, dal consigliere regionale Vittorino Cenci al segretario provinciale onorevole Matteo Bragantini, all'assessore provinciale Fausto Sacchetto. L'assessore alle attività economiche Nicola Negri ha evidenziato che si dovrà passare dal progetto a "un sistema di servizi complementari per l'internazionalizzazione delle nostre imprese, in primis in India e poi negli altri Paesi emergenti". L'ingegner Granco Zanardi, a nome dell'associazione industriali ha rimarcato la necessità di "sfruttare le grandi potenzialità che l'India può offrire". Infine il sindaco Rettondini ha evidenziato le interessanti opportunità di sviluppo al nostro sistema produttivo.
Commento:
La giunta di Legnago, richiamata a più riprese sia dalla Provincia che dalla Regione (Legnago, se non avesse portato a termine l'impegno per lo scambio italo-indiano, avrebbe dovuto restituire alla Regione il contributo di 4 milioni di euro) ha messo in piedi, grazie al lavoro soprattutto del rappresentante di Confindustria Franco Zanardi, una proposta di scambio commerciale Italia - India. E' stato cancellato tutto il precedente progetto che prevedeva un Centro di alta formazione; non c'è più l'impegno per l'innovazione; non sono più stati presenti i rappresentanti del Governo indiano, in particolare l'ambasciatore; nell'iniziativa non c'è più l'intervento, previsto fin dal 2007, di Provincia e Regione; è assente l'Università (prima presente). Quindi un fortissimo ridimensionamento rispetto al precedente progetto.
L'inaugurazione, in realtà, non c'è stata: nessun ufficio è stato aperto. Si è soltanto detto che partirà l'iniziativa. E spero vivamente che l'iniziativa, seppur ridotta, almeno possa partire. Meglio qualcosa che niente, quindi.
PS.: Chi lo desidera può rivedere gli altri post in cui ho affrontato in vari momenti lo stesso tema: il 6 ottobre2009; il 21 gennaio 2010; il 27 gennaio 2010; il 14 aprile 2010.
Lunedì 25 ottobre è stato inaugurato all'Edificio 13 dell'area ex zuccherificio il Centro italo indiano per le imprese, la cui gestione è affidata alla Ace Global Consulting. Era presente tutto lo staff della Lega della Bassa, dal consigliere regionale Vittorino Cenci al segretario provinciale onorevole Matteo Bragantini, all'assessore provinciale Fausto Sacchetto. L'assessore alle attività economiche Nicola Negri ha evidenziato che si dovrà passare dal progetto a "un sistema di servizi complementari per l'internazionalizzazione delle nostre imprese, in primis in India e poi negli altri Paesi emergenti". L'ingegner Granco Zanardi, a nome dell'associazione industriali ha rimarcato la necessità di "sfruttare le grandi potenzialità che l'India può offrire". Infine il sindaco Rettondini ha evidenziato le interessanti opportunità di sviluppo al nostro sistema produttivo.
Commento:
La giunta di Legnago, richiamata a più riprese sia dalla Provincia che dalla Regione (Legnago, se non avesse portato a termine l'impegno per lo scambio italo-indiano, avrebbe dovuto restituire alla Regione il contributo di 4 milioni di euro) ha messo in piedi, grazie al lavoro soprattutto del rappresentante di Confindustria Franco Zanardi, una proposta di scambio commerciale Italia - India. E' stato cancellato tutto il precedente progetto che prevedeva un Centro di alta formazione; non c'è più l'impegno per l'innovazione; non sono più stati presenti i rappresentanti del Governo indiano, in particolare l'ambasciatore; nell'iniziativa non c'è più l'intervento, previsto fin dal 2007, di Provincia e Regione; è assente l'Università (prima presente). Quindi un fortissimo ridimensionamento rispetto al precedente progetto.
L'inaugurazione, in realtà, non c'è stata: nessun ufficio è stato aperto. Si è soltanto detto che partirà l'iniziativa. E spero vivamente che l'iniziativa, seppur ridotta, almeno possa partire. Meglio qualcosa che niente, quindi.
PS.: Chi lo desidera può rivedere gli altri post in cui ho affrontato in vari momenti lo stesso tema: il 6 ottobre2009; il 21 gennaio 2010; il 27 gennaio 2010; il 14 aprile 2010.
mercoledì 3 novembre 2010
LE VIGNETTE DI GIOBA
Incuriosito da un articolo dell'Arena del 26 ottobre in cui si diceva da parte di un gruppo di cattolici 'tradizionalisti' che le vignette di don Giovanni Berti (in arte Gioba) erano "blasfeme", sono andato a visitare il sito www.gioba.it. In realtà mi pare che di blasfemo non ci sia proprio assolutamente nulla. Il sacerdote usa le vignette per veicolare messaggi positivi, condendole con un po' di giusta ironia. Vi consiglio di visitare il sito sopra indicato. Ecco un esempio di vignetta tratta da quel blog:
martedì 2 novembre 2010
LA MESSA DELL'UOMO DISARMATO
Ho letto "La messa dell'uomo disarmato". E' un bellissimo libro, che merita di essere annoverato tra i capolavori del '900. Non riesco a rendermi conto di come un libro così importante possa essere conosciuto da un numero relativamente basso di lettori. Io stesso non ne conoscevo l'esistenza; è stato mio figlio ad indicarmelo.
Il libro è scritto magistralmente: non ci sono cadute di tono o di stile. L'autore sa condurre la narrazione usando alla perfezione modalità diverse (terza o prima persona; linguaggio colloquiale o filosofico o evocativo a seconda delle esigenze; sintassi classica, elaborata nella sua essenzialità; trama e intreccio sempre avvincenti). C'è un equilibio circolare tra le parti del romanzo ( prima della guerra partigiana; la guerra partigiana; dopo la guerra partigiana). Le tematiche (il senso della vita e della morte; le relazioni tra gli uomini; la relazione tra l'uomo e Dio; il significato della parola e della fede; i sentimenti profondi: amore, odio, fratellanza, superamento delle differenze di censo e di classe, ecc) scaturiscono naturalmente, senza interventi esterni dell'A., dalle vicende e dai personaggi.
Dalla lettura de "La messa dell'uomo disarmato" si esce diversi: più conciliati con la vita e le sue difficoltà e amarezze e più disponibili ad ascoltare gli altri.
La messa dell'uomo disarmato | ||
Un romanzo sulla Resistenza | ||
Primavera del 1940: Franco lascia il monastero benedettino in cui era novizio e torna alla cascina dei genitori, La Campanella. Ha deciso: farà il contadino. L’Italia entra in guerra e Piero, suo fratello, è inviato come ufficiale medico in Grecia. Rientrerà pochi mesi dopo con i piedi semicongelati mentre altri giovani partiranno per la campagna di Russia. Franco è voce narrante di una vicenda corale, che fa perno sulla Campanella per includere la vita dell’intero paese – mai nominato ma collocato nella piana padana – un concentrato microcosmico dell’Italia rurale di allora: i contadini e gli ambulanti, le operaie della filanda, un misterioso professore in odore di socialismo, il maresciallo dei carabinieri, il segretario del fascio, l’arciprete. L’8 settembre 1943 segna un momento di svolta nella vita di tutti: l’occupazione nazista spinge a compiere delle scelte, per alcuni radicali. Sullo sfondo di una potente “poetica della terra”, si impone il racconto della lotta di Resistenza, sulle montagne, di diverse bande partigiane: la storia di Lupo e di Balilla, di Piero e di Rondine, del Capitano e di Stalino, di Sbrinz. I resistenti trovano sostegno pratico e spirituale nei monaci del monastero in cui Franco è stato novizio: Dom Benedetto segue in montagna le bande, disarmato, abitato da dubbi laceranti ma ancor più da un urgente sentimento di fraternità; l’Abate mette a repentaglio la vita per proteggere i partigiani che gli si sono affidati. Anche Franco, e con lui quanti sono rimasti alla Campanella e nel paese, fanno la loro parte: la Grande Storia si chiude nella piccola storia. Il racconto, scandito dalle stagioni della terra, si avvia al termine seguendo negli anni la vita dei protagonisti fino a quando il senso di avvenimenti tanto grandi sarà finalmente a loro chiaro. La messa dell’uomo disarmato è un romanzo di altissimo valore letterario e civile, in cui batte qualcosa che interroga la nostra più sincera umanità. La storia di questo libro Circolato in edizione autoprodotta e autofinanziata tra il 1989 e il 1995, questo romanzo è già stato a suo modo un best seller, al di fuori del consueto mercato librario, diffondendosi “di mano in mano, da amicizia ad amicizia”. L’editore Sironi si è imbattuto in quest’opera straordinaria e in Luisito Bianchi. Ne è nata una reciproca elezione, grazie alla quale il romanzo viene ora reso disponibile a un più vasto pubblico. |
lunedì 1 novembre 2010
IRAN 2009: PARTE I^
DINTORNI DI HAWAZ:
ZIGGURAT di Choga Zambil. Costruita in mattoni crudi intorno al 1250 a.C. dal re elamita Untash - Napirisha, serviva sia come tempio che come tomba.
ZIGGURAT Ddi Choga Zambil: sopra la cima piatta c'era un tempio, al quale ogni notte accedeva il dio Inshushinak, il dio di Susa e degli Elamiti in generale.
CITTADELLA di Haft Tappeh (sette colli) costruita dagli archeologi francesi. In primo piano: scavi e resti del periodo neolitico
SUSTAR: Ponte di epoca sassanide
SUSTAR: Valle dei mulini
SUSTAR: Interno del Mausoleo dedicato ad un parente di Alì.
POZZI PETROLIFERI vicino alla città di Shiraz
BISHAPUR: Bassorilievi scolpiti sulle rocce: Trionfo dei Persiani sui Romani
PERSEPOLI: l'antica città è ricca di simbolismi religiosi. Le iscrizioni sono preghiere per il raggiungimento
della pace e della fertilità.
PERSEPOLI: Tutte le facciate esterne del Palazzo Apadana sono riccamente decorate con bassorilievi che mostrano, nei minimi dettagli, la processione dei nobili verso il Re.
NASQ - I - RUSTAM, vicino a Persepoli: necropoli reale Achemenide: Trionfo del Re Shapur I sugli imperatori romani Filippo l'arabo e Valeriano (260 d.C.)
PASARGADE: Palazzo di Ciro, Sala delle udienze: bassorilievo dell'uomo - pesce dalla coda squamata.
PASARGADE:Tomba di Ciro il Grande. Presso l'entrata l'iscrizione: "Viandante, non mi invidiare per questa tomba"
SHIRAZ: I merletti della Torre della Fortezza della città
SHIRAZ:Tomba del grande poeta persiano Hafez. Anche l'altro grande poeta, Sa'di ha un Mausoleo a Shiraz. In questi luoghi c'è un continuo pellegrinaggio di persone che si avvicinano alla tomba recitando versi del Poeta.
SHIRAZ: Moschea con, davanti, la Kaaba più antica
SHIRAZ: Il Giardino del Paradiso.
SHIRAZ: Succhi nella villa di un ricco commerciante proprietario, a Dubai, di numerosi supermercati.
SHIRAZ: Moschea di Masjed (1295 - 1305)
SHIRAZ: Moschea di Masjed. Particolare di una formella che ricopre, con migliaia di altre. le pareti della Moschea.
SHIRAZ: Moschea di Masjed: colonnato
LUNGO LA STRADA PER KERMAN: Lago di sale
SARVESTAN (Luogo dei Cipressi): Palazzo Sassanide
LUNGO LA STRADA PER KERMAN: a oltre 2000 metri di altezza, ci sono coltivazioni di fichi, mandorle e pistacchi, in vendita in alcuni banchi
NAIR - IS, verso Kerman: Moschea del Venerdì, costruita con interessanti particolari antisismici.
RAYEN: Pane appena sfornato
GIARDINO DEL PRINCIPE (verso Kerman)
MAHAN: Moschea: la cupola
ZIGGURAT di Choga Zambil. Costruita in mattoni crudi intorno al 1250 a.C. dal re elamita Untash - Napirisha, serviva sia come tempio che come tomba.
ZIGGURAT Ddi Choga Zambil: sopra la cima piatta c'era un tempio, al quale ogni notte accedeva il dio Inshushinak, il dio di Susa e degli Elamiti in generale.
CITTADELLA di Haft Tappeh (sette colli) costruita dagli archeologi francesi. In primo piano: scavi e resti del periodo neolitico
SUSTAR: Ponte di epoca sassanide
SUSTAR: Valle dei mulini
SUSTAR: Interno del Mausoleo dedicato ad un parente di Alì.
BISHAPUR: Bassorilievi scolpiti sulle rocce: Trionfo dei Persiani sui Romani
PERSEPOLI: l'antica città è ricca di simbolismi religiosi. Le iscrizioni sono preghiere per il raggiungimento
della pace e della fertilità.
PERSEPOLI: Tutte le facciate esterne del Palazzo Apadana sono riccamente decorate con bassorilievi che mostrano, nei minimi dettagli, la processione dei nobili verso il Re.
NASQ - I - RUSTAM, vicino a Persepoli: necropoli reale Achemenide: Trionfo del Re Shapur I sugli imperatori romani Filippo l'arabo e Valeriano (260 d.C.)
PASARGADE: Palazzo di Ciro, Sala delle udienze: bassorilievo dell'uomo - pesce dalla coda squamata.
PASARGADE:Tomba di Ciro il Grande. Presso l'entrata l'iscrizione: "Viandante, non mi invidiare per questa tomba"
SHIRAZ: I merletti della Torre della Fortezza della città
SHIRAZ:Tomba del grande poeta persiano Hafez. Anche l'altro grande poeta, Sa'di ha un Mausoleo a Shiraz. In questi luoghi c'è un continuo pellegrinaggio di persone che si avvicinano alla tomba recitando versi del Poeta.
SHIRAZ: Moschea con, davanti, la Kaaba più antica
SHIRAZ: Il Giardino del Paradiso.
SHIRAZ: Succhi nella villa di un ricco commerciante proprietario, a Dubai, di numerosi supermercati.
SHIRAZ: Moschea di Masjed (1295 - 1305)
SHIRAZ: Moschea di Masjed. Particolare di una formella che ricopre, con migliaia di altre. le pareti della Moschea.
SHIRAZ: Moschea di Masjed: colonnato
LUNGO LA STRADA PER KERMAN: Lago di sale
SARVESTAN (Luogo dei Cipressi): Palazzo Sassanide
LUNGO LA STRADA PER KERMAN: a oltre 2000 metri di altezza, ci sono coltivazioni di fichi, mandorle e pistacchi, in vendita in alcuni banchi
NAIR - IS, verso Kerman: Moschea del Venerdì, costruita con interessanti particolari antisismici.
RAYEN: Pane appena sfornato
GIARDINO DEL PRINCIPE (verso Kerman)
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