Il testoè parzialmente ripreso da srs di Ferdinando Forlati, facebook, La me bela Verona del 6 aprile 2020
Foto: Luigi Bologna
Il complesso edilizio denominato Palazzo Bertoldi-Voghera prima del 1600
era costituito da un insieme di edifici che una volta ristrutturati ed
unificati , anche formalmente , assunsero una conformazione a palazzo più
consona al nuovo proprietario che voleva ostentare il suo livello sociale ed
economico raggiunto .
Il tutto infatti accadde agli inizi del XVII secolo quando un certo Pasqualino
Zignoni, priore della corporazione dei formaggiai veronesi, volle celebrare
questa professione e la sua posizione facendo dipingere sulla sua nuova casa al
ponte della Pietra un ciclo di affreschi dove fossero rappresentate le diverse
fasi della lavorazione di latticini e salumi (la corporazione si occupava anche
di questi, potendo così lavorare sia nei periodi «di magro» sia «di
grasso»).
Il pittore incaricato, probabilmente
Paolo Ligozzi e la sua bottega, raffigurò così degli aggraziati putti impegnati nelle
operazioni che venivano abitualmente condotte in stalle, casare, macelli e
botteghe della città e del territorio: dalla mungitura alla lavorazione del
latte con la zangola fino al trasporto di grandi forme di formaggio, dalla
macellazione dei maiali alla confezione degli insaccati. L’ operazione di
Pasqualino Zignoni ci dice anche del ruolo economico che tali alimenti avevano
per la città: la produzione e il commercio di formaggi e salumi era infatti
strettamente legata alle necessità di approvvigionamento urbano. Il fregio con
affreschi , restaurato negli anni 80, che sono stati attribuiti a Paolo Ligozzi
e/o alla sua bottega , sono tra i pochi ( come palazzo Allegri Guiotto in via
pigna a pochi metri di distanza e di datazione analoga ) che non siano a
soggetto religioso o mitologico .
.
L'angolo del Palazzo sul quale c'era un affresco di San Cristoforo (oggi non più visibile)
Partendo da sinistra , il primo riquadro è scomparso , nel secondo dei putti
stanno mungendo le mucche ,
nel terzo il putto sta raccogliendo la panna da alcune brente ,
nel quarto i due putti tengono in mano la zangola per fare il burro
. Più avanti troviamo al cune parti degradate e non leggibili poi i putti che scaricano un cavallo ,
un carro con dei maiali ammazzati sopra (questo riferito a lavoro lardarolo)
ed in altri i i putti sta portando i salami alla stagionatura e si vede che essi vengono appesi alla piccaglia.
La parte affrescata continuava parzialmente sotto il fregio e
particolarmente sulla facciata sud est , quasi completamente cieca , era
presente un’enorme raffigurazione di san Cristoforo dipinta
dal pittore tedesco “io Breider di Monaco“
Per quanto riguarda il progetto architettonico si riporta che lo Zignoni avesse affidato al Curtoni il progetto del palazzo . Se risultasse fondato anche questo dato , a supporto dell’importanza del progetto globale , c’è da ricordare che Domenico Curtoni , nato a Verona nel 1564 , ultimo discendente della famiglia di Michele Sanmicheli e forse nipote di questi può, a buon diritto, considerarsi la personalità più interessante, anche se ancora poco chiarita , degli anni di transizione, nell’ambiente architettonico veronese, dalla fine del ‘500 al primo decennio del ‘600 .
1 Bartolomeo dal Pozzo : Vite dè pittori degli scultori et architetti
veronesi . Verona 1718
2 Saverio dalla Rosa : Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle
chiese e luoghi pubblici situati in Verona . Verona 1803
3 G.B. Da Persico : Verona e la sua provincia. Verona 1820
.
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