IL TAGLIO DEI RAMI DEI SALICI
(disegni di Luigi Bologna)
Una delle attività dei contadini durante la stagione invernale era quella del taglio dei rami dei salici. I salici venivano piantati lungo i fossati o lungo le capezzagne. Servivano a rinforzare le rive del fosso e fornivano i pali per sostenere le viti.
Con la scala ( o lo scalone) salivano sul salice e col pennato (in dialetto veronese "stegagno") tagliavano i rami. Questi, poi, venivano caricati su un carro agricolo e portati nella corte e accastastati ordinatamente. Quindi con una coltellina uomini e donne toglievano la "scorza" (corteccia), che veniva data alle mucche e ai buoi e le pertiche venivano usate come sostegno per le viti.
Sul tronco nudo del salice in primavera, cominciavano a ricrescere i rami, fino al taglio dell'inverno successivo
Ogni
altro inverno i nostri genitori i scalvava.
Prendevano una scaletta di legno e la
appoggiavano al tronco o a qualche grosso ramo; usavano el stegàgno.
Si facevano largo tra i rami usando el stegàgno de costa e de taio;
il pennato lo tenevano tacà a l’anzìn,
dietro la schiena, che pendeva sul sedere.
Legavano la pièra,
lateralmente alla cintura. Tagliavano ad uno ad uno tutti i rami dei salici, facendo
saltare in aria con maestrìa piccole
scaglie. -
Métete piassè in là - mi diceva mio
padre quando andavo sul stradon a
guardare il taglio dei rami. L’è
pericoloso; se te riva ‘na schegia in t’un ocio, la te lo porta via. Stendevano i rami a terra lungo el stradon, lasciando uno stretto
passaggio per le biciclette. Poi li caricavano su un carro o sul rimorchio e li
portavano sull’aia di mattoni, già coperta con le piante del granoturco e con le radici, i
scataròni, per proteggerla dalle gelate. Qui, un po’ alla volta, facevano
la punta ai pali col stegagno de taio
sopra ‘na zòca,
e quindi, con un coltello curvo, gli uomini e le donne toglievano la
scorza e sistemavano in mucchi diversi i
pali di spessore più grosso e quelli più fini. I primi servivano come sostegno
per i filari delle viti coltivate a spalliera; i secondi come tutori per le
piante di fagiuolo o di piselli rampicanti.
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