mercoledì 10 febbraio 2021

LAVORI DI UN TEMPO: iL TAGLIO DEI RAMI DI SALICE

 


IL TAGLIO DEI RAMI DEI SALICI

(disegni di Luigi Bologna)

Una delle attività dei contadini durante la stagione invernale era quella del taglio dei rami dei salici. I salici venivano piantati lungo i fossati o lungo le capezzagne. Servivano a rinforzare le rive del fosso  e  fornivano i pali per sostenere le viti. 


Con la scala ( o lo scalone) salivano sul salice e col pennato (in dialetto veronese "stegagno") tagliavano i rami. Questi, poi, venivano caricati su un carro agricolo e portati nella corte e accastastati ordinatamente. Quindi con una coltellina uomini e donne toglievano la "scorza" (corteccia), che veniva data alle mucche e ai buoi e le pertiche venivano usate come sostegno per le viti.

Sul tronco nudo del salice in primavera, cominciavano a ricrescere i rami, fino al taglio dell'inverno successivo


Ogni altro inverno i nostri genitori i scalvava.[1]  
     Prendevano una scaletta di legno e la appoggiavano al tronco o a qualche grosso ramo; usavano el stegàgno.[2] Si facevano largo tra i rami  usando el stegàgno de costa e de taio[3]; il pennato lo tenevano tacà a l’anzìn[4], dietro la schiena, che pendeva sul sedere.  Legavano la pièra[5], lateralmente alla cintura. Tagliavano ad uno ad uno tutti i rami dei salici, facendo saltare in aria con maestrìa  piccole scaglie.                                            - Métete piassè in là - mi diceva mio padre quando andavo sul stradon a guardare il taglio dei rami. L’è pericoloso; se te riva ‘na schegia in t’un ocio, la te lo porta via.[6]               Stendevano i rami a terra lungo el stradon, lasciando uno stretto passaggio per le biciclette. Poi li caricavano su un carro o sul rimorchio e li portavano sull’aia di mattoni, già coperta con le piante del granoturco e con le  radici, i scataròni, per proteggerla dalle gelate. 
        Qui, un po’ alla volta, facevano la punta ai pali col stegagno de taio sopra ‘na zòca[7], e quindi, con un coltello curvo, gli uomini e le donne toglievano la scorza  e sistemavano in mucchi diversi i pali di spessore più grosso e quelli più fini. I primi servivano come sostegno per i filari delle viti coltivate a spalliera; i secondi come tutori per le piante di fagiuolo o di piselli rampicanti.

 



[1]Tagliavano e potavano i rami dei salgàri

[2] Il pennato

[3] Di taglio e di penna

[4]  Attaccato ad un doppio uncino

[5] La cote per affilare la lama

[6]  - Sta’ più in là, spostati...  E’ pericoloso; se una scheggia ti arriva su un occhio te lo porta via.

[7] Un ceppo.


Nessun commento:

VERONA: I DISEGNI MIEI E DI MARISA LONARDI RELATIVI A VERONA

 Disegni di Luigi Bologna e Marisa Lonardi Piazza delle Erbe Lungadige (che non c'è più) Piazza delle Erbe  Lavori sull'Adige nei pr...